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I nuovi reati del Web: false recensioni, ricatti online e diffamazioni real time

La realtà fa male e anche su Internet ormai è pericoloso apparire.
del 09/09/15 -

Come già noto su alcuni giornali, nell'ultimo anno Wikipedia, una delle web-enciclopedie più visitate al mondo, pubblicava sulle sue pagine recensioni positive e pareri elogiativi sia per celebrità che per società di servizi . Ma sembra che molte di queste buone reputazioni avessero un prezzo e si è scoperto che, pur di mantenere una buona reputazione online erano disposti a farsi ricattare e a pagare ingenti somme.

La Brand Reputation è diventata ormai una priorità giornaliera per piccole, grandi e medie imprese: Wikipedia è un servizio online interamente gratuito e finanziato da donazioni e ha una squadra di circa 300 “verificatori”che tentano di proteggere l’autenticità delle fonti e la veridicità dei contenuti da cyber-ricattatori. Al giorno d'oggi le opinioni e le recensioni dei clienti sono così importanti che le minacce fioriscono a dismisura. Grazie ai “verificatori” si possono scoprire correzioni false o ingannevoli: il loro compito è quello di andare a modificare qualsiasi voce, citando fonti spesso completamente false o inventate.
Un mercato come questo è molto complesso da gestire. La rete di truffaldini e malfattori è venuta a galla dopo che la web-enciclopedia si è messa a monitorare alcuni account che risultavano particolarmente attivi, da cui partivano recensioni prima molto positive e poi molto negative nello spazio di pochissimo tempo.
Così si è scoperto che le vittime venivano inizialmente avvicinate dai ricattatori che facevano finta di essere dipendenti di Wikipedia: da qui partiva una rete di minacce e ricatti da cui era difficile scappare. Ma come agivano e come erano gestite le recensioni?
I carnefici scrivevano commenti e opinioni positive in cui si elogiava la celebrità o la ditta in questione. Per pubblicarlo però chiedevano soldi, diversamente il contenuto sarebbe diventato negativo. In alcuni casi, i delinquenti hanno addirittura chiedevano somme in denaro sporco affinché ogni mese si proteggessero i contenuti positivi del profilo web della vittima e lo stesso accadeva per la reputazione di ciascuna azienda nel mirino.

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