Intervista a Lorenzo Aureli, autore del romanzo “Identità”.

Lorenzo Aureli è ingegnere, scrittore, poeta, operatore Reiki e Radionico. Pubblica le raccolte di poesie “Come grano in mano al vento” (2021) e “I silenzi nella luce” (2022); pubblica inoltre un romanzo autobiografico dal titolo “Ho lasciato a casa l’orologio” (2022). “Identità” (2023) è il primo volume di una trilogia di thriller psicologici.
del 22/09/23 -

«Di cosa parla il tuo nuovo thriller “Identità”?»
“Identità” parla di un detective, Alberto Monte, un uomo sulla cinquantina che lavora cinque giorni a settimana a duecento chilometri dalla città nella quale vive la sua famiglia. Rispettato da tutti per la sua dedizione al lavoro e per i suoi grandi valori nella vita, che si ritrova ad un passo dal coronamento di una carriera lavorativa. Il suo capo infatti gli ha promesso l’ambito trasferimento nella città dove vive la sua famiglia e la promozione a capodistretto. Tutto quel che deve fare per ottenere tutto ciò è arrestare un ultimo criminale, il cui modus operandi si rivela sin da subito enigmatico; lascia infatti in ogni scena del crimine migliaia di punti interrogativi. L’ispettore inizia così un pericoloso gioco con la mente del criminale denominato “dubbioso”, convinto che anticipando le sue mosse riuscirà a farlo cadere in trappola; ma si ritroverà suo malgrado a intraprendere una sfida forse più grande di lui, mettendo a repentaglio sé stesso e i suoi affetti più cari. Cosa sarà disposto a perdere Alberto Monte pur di ottenere l’ambita promozione?

«L’ispettore di polizia Alberto Monte è il protagonista del tuo romanzo. È un uomo in crisi, tormentato da domande esistenziali a cui non sa dare risposte. Come lo descriverebbe il suo autore?»
Alberto Monte potrebbe identificarsi benissimo con ciascuno di noi. È un personaggio che oserei definire “universale” nell’epoca moderna, dove è la frenesia del lavoro e dei mille impegni quotidiani a farla da padrone; ma è anche un uomo terribilmente riflessivo alle volte, che in tali frangenti potremmo identificare con la coscienza di coloro che si accorgono di trascurare i propri affetti. «… Il lavoro ti prende già tutto il tuo tempo, non permettere al criminale di prendersi anche la tua vita.» (estratto dal libro). Domande esistenziali affollano la sua mente nella solitudine del suo monolocale quando la sera torna a casa dal lavoro, ma a nessuna di queste riesce a dare mai una risposta convincente. Si ritrova così a sopravvivere piuttosto che a vivere, imprigionato negli schemi della sua mente e nelle ansie di un futuro che potrebbe non arrivare mai.

«Alberto Monte deve fronteggiare un antagonista misterioso, che ha uno strano modus operandi: egli, infatti, lascia sul luogo dei suoi crimini una lunga serie di punti interrogativi disegnati con un pennarello nero. Non si può non pensare alla figura dell’Enigmista, uno dei cattivi presenti nelle storie di Batman; quali sono state le fonti di ispirazione per questo interessante personaggio?»
Nacque prima la storia del protagonista. Era come se vedessi nella mia mente un film e mi limitai a raccontarlo su un foglio bianco. Io per primo rimasi colpito da questa specie di visione e mi resi conto di aver bisogno di un protagonista altrettanto misterioso. Iniziai così a creare la figura di un ispettore che non era un semplice detective che doveva indagare su dei crimini commessi, sarebbe stato un film già visto e stravisto, volevo piuttosto un personaggio che rapisse il lettore, alle volte portandolo ad identificarsi in lui, quasi che ciascuno facesse parte della storia che stava leggendo. L’ispettore più volte mette a nudo la propria anima con una onestà quasi masochistica. Non credo che si possa parlare di “fonte di ispirazione” in quanto non ce n’è stata. Piuttosto si potrebbe parlare di una figura che potesse inserirsi nella storia con il carattere giusto e l’approccio mentale più idoneo, il tutto avvolto da un alone di mistero.

«Quali sono tre buoni motivi per i quali è importante leggere il tuo romanzo? Cosa lo differenzia dagli altri thriller in circolazione?»
Sicuramente un punto a favore è la partecipazione attiva del lettore, che si immedesimerà benissimo nel protagonista, entrando giocoforza in empatia con lui, condividendo gioie e dolori. Altro motivo potrebbe essere legato al susseguirsi delle indagini dai risvolti alle volte clamorosi; non mancano momenti di pura suspense così come momenti per ridere. I personaggi che compaiono nella storia sono descritti sia dal punto di vista fisico che da quello caratteriale al punto da avere la sensazione di conoscerli personalmente. Ultimo ma non meno importante è la questione dei punti interrogativi, che terrà il lettore con il fiato sospeso fino al gran finale, che sconvolgerà molti. Mi verrebbero in mente tanti altri buoni motivi per i quali leggere questo thriller; ad esempio il fatto che si contraddistingue dagli altri in circolazione in quanto nulla di ciò che accade è scontato. In ogni pagina si ha l’impressione che debba succedere qualcosa; una svolta nelle indagini… Una trilogia unica nel suo genere nella quale ogni libro che la compone da senso agli altri due in un continuo susseguirsi di colpi di scena.

«Vorresti condividere con noi una citazione dalla tua opera che ti sta particolarmente a cuore?»
“… Quelle persone erano la sua famiglia, che non sapeva più cosa inventarsi pur di aiutarlo a stare bene ma che non avevano ricevuto niente in cambio. Dagli occhi gonfi di lacrime non riusciva a liberare il rimorso per quella parola non detta o per quella detta di troppo. I silenzi riempiono le orecchie quando si deve fare i conti con sé stessi. È il desiderio di fuggire quando nessun posto al mondo saprà nascondere le nostre colpe. È la voglia di restare che destabilizza ogni attimo che viene portato via come sabbia tra le dita. …”

«Cosa significa per te scrivere e raccontare storie?»
Il momento che dedico alla scrittura va dalle 23:00 in poi, alle volte anche fino l’1:30.
Ascoltando in sottofondo la cosiddetta musica curativa, le frequenze benefiche, è come se entrassi in un’altra dimensione. Le storie che scrivo prima di essere su fogli di carta le vedo come in un film e mi limito a quel punto a trascrivere le immagini che vedo nella mia mente. Capita sovente che queste storie siano così reali da sembrarmi vere, realmente accadute.
Scrivere libri è come aprire la propria anima lasciando parlare le emozioni e condividerle affinché possano aiutare qualcuno a sentirsi meglio. Chi acquista un libro e lo legge non investe solo il suo denaro, ma anche il suo tempo e di questo non finirò mai di essere grato a quei miei lettori che vorranno dedicare parte delle loro giornate alle mie opere.

«Puoi darci qualche anticipazione sul secondo volume della tua trilogia di thriller psicologici iniziata con “Identità”?»
Non ci sarà pace per l’ispettore Alberto Monte. Altre mille avventure lo attendono e altrettanti colpi di scena attenderanno il lettore. Non posso anticipare troppi dettagli nello specifico in quanto l’astuto lettore potrebbe dedurne alcune informazioni utili, ma una cosa è certa; il lettore sarà parte integrante del viaggio, si ritroverà davanti ad altri enigmi e momenti di pura suspense.


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