ECONOMIA e FINANZA
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La libertà d’informazione è importante per l’USD/JPY?

26/02/14

I segreti, si sa, sono qualcosa di pericoloso, un qualcosa che per di più tende ed essere ancor più pericoloso una volta venuto a galla. Partendo da questo, andiamo a vedere come si è comportato l’USD/JPY e le altre valute connesse a questo caso che abbiamo preso in considerazione.

Probabilmente è seguendo questa corrente di pensiero che il Giappone ha deciso di coprire quella lacuna burocratica che lo classificava ai primi posti quanto a libertà d’informazione, istituendo una norma definita allarmante persino dai più conservatori.

Questa legge, varata nella notte tra il 27 e il 28 novembre 2013, vieta di fatto ogni divulgazione o richiesta di diffusione di segreti di stato, punendo gli eventuali trasgressori con incarcerazioni che posso durare dai 5 ai 10 anni.

La norma è stata fortemente voluta dal primo ministro Shinzo Abe, sotto la pressione degli USA, stufi, a quanto si dice, di una burocrazia incapace di mantenere qualsivoglia segreto.

Questo ha comportato reazioni a livello economico?

La reazione dell’USD/JPY

Se osserviamo con attenzione il cambio USD/JPY possiamo notare che nel periodo di riferimento (e cioè la fine di novembre) lo Yen giapponese era già in una fase di forte depressione rispetto al Dollaro americano, depressione iniziata agli inizi del mese di novembre.

Al 27 novembre, il cambio era pari a 0.0099: all’inizio della spirale negativa, 27 giorni prima, il cambio era invece pari a 0.0102; il 28 novembre (giorno in cui il varo della legge è giunto agli onori della cronaca) il cambio era sceso allo 0.0098: una perdita dello yen verso il dollaro, certo, ma pur sempre coerente con l’andamento precedente.

Questa spirale negativa continuerà poi fino agli inizi dell’anno nuovo, e precisamente fino al 10 gennaio 2014: in questa data il cambio raggiungerà il picco in assoluto negativo, per poi tornare ad una modesta crescita (anche se ad oggi non ha più raggiunto valori attestati prima del novembre 2013).


Visti i dati presentati dal grafico, non possiamo inferire che ci sia stata una correlazione negativa tra l’approvazione della legge e il cambio USD/JPY: il trend negativo era già ben avviato al momento del fattore scatenante, e non ha subito (almeno nel breve periodo) peggioramenti tali da confermare la nostra ipotesi.

La reazione dell’Europa

Esattamente come nel caso dell’USD/JPY, anche il cambio EUR/JPY è coinvolto in una violenta spirale negativa, iniziata però più tardi rispetto alla precedente: intorno al 15 novembre.

Prima di questo evento, lo Yen Giapponese si presentava nettamente più forte, con un cambio che si aggirava intorno al 0.0076. Al 27 novembre, il cambio è pari a 0.0073.

Già da questi primi dati possiamo notare come lo Yen abbia perso molto più valore nei confronti del Dollaro che nell’Euro, anche se tutto questo non riguarda il varo della legge che stiamo analizzando, poiché è precedente.

Anche in questo caso possiamo dunque notare come la perdita di valore successiva al varo della legge sia perfettamente in linea con il trend precedentemente osservato. E’ dunque lecito presumere che nemmeno il mercato europeo sia stato influenzato sensibilmente dal varo della nuova legislazione.

E te cosa ne pensi sulla libertà di informazione e sull’influenza che può avere sull’USD/JPY e sulle altre valute del mondo?



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