EDITORIA
Comunicato Stampa

La prima opera letteraria di Simona Federico: "Il Padrone"

08/03/21

Una donna che ha descritto la storia di Napoli durante gli anni di guerra in maniera così completa e precisa, nella sua complessità.

FotoLa scrittrice partenopea Simona Federico, autrice di romanzi storici ambientati nel Novecento, a gennaio del 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo intitolato "Il Padrone”, edito da Leone. Il suo essere autoironica e determinata, unita al suo innumerevole bagaglio culturale, la stanno rendendo una donna dallo style inimitabile. E' la prima opera in assoluto per Simona Federico e la potremmo definire come un romanzo storico dedicato alle memorie del passato essendo che attraverso il racconto della storia reale di Anna e delle vicende della sua famiglia si ripercorre la storia di Napoli durante gli anni del fascismo e degli anni di guerra, fino ai nostri giorni. Un vero viaggio nel tempo per riportarci ai ricordi più cari a noi. Della sua formazione si conosce la sua laurea in Filosofia, indirizzo storico-politico, presso l’università Federico II, con la tesi in "Filosofia della Storia" dove si analizza le varie tematiche della filosofia sociale di Max Weber, con particolare riferimento alla polemica sul metodo delle scienze storico-sociali ed agli studi sul rapporto tra etica religiosa ed economia. Dopo il conseguimento della laurea ha seguito un corso di perfezionamento in "Storia dell’Occidente: Cultura e Religione". La lettura è da sempre una grande passione per la luminare Simona, insieme alla storia e allo studio della politica. Da alcuni anni ha iniziato la scrittura di romanzi ambientati nel 900, ponendo al centro dei suoi racconti, con il suo essere duttile, per la divulgazione dei temi a lei più cari come le persone, i loro sentimenti e le loro esperienze in un periodo storico caratterizzato da un profondo cambiamento sociale e da passaggi eccezionalmente drammatici, che hanno spesso segnato l’animo di chi lo ha vissuto.

SINOSSI
Anna, vedova ultraottantenne, è in un letto d’ospedale in condizioni gravi. Sua figlia Elisa, avvocato, torna nella casa di famiglia dopo settimane di assenza. È tormentata dal senso di colpa per non aver saputo decifrare il male di cui soffre la madre da anni e che l’ha portata a chiudersi in un isolamento doloroso. In una lunga lettera, riposta tra foto sbiadite e ricordi di famiglia, scritta prima che le sue condizioni si aggravassero, Anna racconta a Elisa la sua vita, che ha inizio nella Napoli dei primi del Novecento e attraversa ottant’anni di storia della città, dall’epoca fascista agli anni della ricostruzione, fino ai nostri giorni.
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