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Perché il gaming sul PC è meglio che giocare con le console?

Il dibattito è tanto acceso che potremmo facilmente chiamarlo derby. Di cosa parliamo? Ma di videogiochi!
del 14/02/22 -

Il dibattito è tanto acceso che potremmo facilmente chiamarlo derby. Di cosa parliamo? Ma di videogiochi! È meglio utilizzare una console, come la x-box o la playstation, o giocare con il computer? In passato, in verità, il risultato era così scontato che si tratterebbe di un derby non così divertente da seguire. Oggi però, man mano che le aziende producono console sempre più performanti sotto diversi punti di vista, può essere interessante verificare lo stato dell’arte e capire se la differenza è ancora così netta. È proprio quello che abbiamo voluto fare in questo articolo, analizzando tutti quegli aspetti che, negli anni, hanno segnato la differenza tra le due opzioni. Pronti? Cominciamo!

Grafica e disponibilità dei giochi: i punti focali del dibattito

Da sempre, cioè sin da quando si è cominciato a discutere se sia meglio acquistare un PC fisso da gaming o una console per videogiochi, la discussione si è concentrata principalmente su due aspetti. Il primo in assoluto è la grafica. I PC da gaming, infatti, presentano una grafica che è sempre stata superiore a quella offerta dalle console, e che per di più può essere ulteriormente implementata dall’inserimento di schede grafiche altamente performanti nel computer. Quanto alle console, anche se gli ultimi modelli non presentano affatto una brutta grafica, questa rimane tuttora inferiore a quella dei computer, e in più non può essere migliorata con l’inserimento di componenti aggiuntive. Un punto per il PC.

E il fattore disponibilità? Il risultato è simile: una volta c’era un divario notevole tra il numero di videogiochi per PC e quello di giochi per console. Oggi questa differenza si è un po’ attenuata, ma gli amanti del gaming su PC restano comunque quelli che accedono a una maggiore varietà di giochi.

Portatile

Personalizzazione e (retro)compatibilità

Il risultato è un po’ scontato, dal momento che abbiamo già detto che i PC possono essere implementati, e quindi personalizzati, con la sostituzione delle schede video. Ovviamente non c’è solo questo: possono cambiare gli schermi, i programmi di grafica, la memoria, e in generale tutto ciò che riguarda l’hardware. Quando si parla di pc fissi, poi, dobbiamo dire che questi si possono letteralmente assemblare scegliendo ogni singola componente. Insomma, non c’è gara con le console, che invece non ammettono personalizzazioni.

E veniamo al fattore retrocompatibilità: che cos’è? Si tratta della possibilità di utilizzare, sul nuovo dispositivo, i giochi con cui si giocava sul vecchio. Un esempio: chi possiede diversi giochi per PS4 e acquista una PS5, può continuare a giocare? La risposta è sì, ma va detto che solo ultimamente i produttori di console hanno ceduto, mentre prima c’era quasi una sorta di obsolescenza programmata, con i nuovi modelli che richiedevano un ricambio completo di tutto, giochi inclusi. Esattamente il contrario di quanto avviene con il PC gaming, in cui si può giocare con videogames di qualsiasi “epoca”.

Per concludere: consideriamo l’investimento a lungo termine

Il fattore retrocompatibilità ci porta facilmente a parlare di vil denaro. Se, acquistando una nuova console, è spesso necessario buttare – o, più spesso, rivendere – tutti i giochi che si sono acquistati per il vecchio modello, considerare che non si tratta dell’investimento migliore in assoluto viene automatico. Una valutazione che resiste anche oggi che le aziende produttrici di console si sono finalmente accorte del problema e hanno cominciato a lavorare su questo fattore. In poche parole, anche se i pc da gaming presentano un prezzo iniziale che può sembrare meno conveniente delle console, nel lungo periodo si andrà a risparmiare proprio sul fatto che non sarà necessario cambiare costantemente modello e giochi. Una scelta che non solo incide sul portafogli, ma anche sul rispetto dell’ambiente.

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