Ricerca e sviluppo: a cosa serve il credito d’imposta

La ricerca e sviluppo, anche in outsourcing, viene rimborsata come credito d'imposta, un credito che può raggiungere anche il 150%. Vediamo a chi spetta.
del 04/10/21 -

La legge di riferimento per quello che riguarda ricerca e sviluppo, credito d'imposta, innovazione e design, è la Legge di bilancio del 2021. La transizione digitale ed ecologica sono solo alcuni degli obiettivi di questo strumento. Ma vediamo un po' più in dettaglio come funziona.

- A chi è indirizzata questa opportunità?

Semplicemente tutte le imprese residenti in Italia.

- Ricerca e sviluppo: credito d'imposta per quali tipi di attività?
1 - Ricerca fondamentale, industriale e sviluppo sperimentale;
2 - Innovazione tecnologica indirizzata al miglioramento di realizzazione di prodotti o processi. Un extra bonus se tale innovazione è indirizzata alla transizione ecologica e all'innovazione digitale 4.0;
3 - Design e ideazione di prodotti o campioni nei seguenti settori: tessile, moda, calzaturiero, orafo, arredamento, occhialeria e ceramica.

- Spese ammissibili

Le spese ammissibili sono molteplici (personale, ammortamenti, beni strumentali, ecc).
La parte per noi e per voi più interessante è questa: anche le spese per contratti di ricerca in outsourcing (extra muros) producono un credito d'imposta. Per contratti stipulati con università, istituti e con start-up innovative il credito d'imposta ammonta al 150% delle spese sostenute.

Sviluppare i vostri processi e prodotti non è mai stato così conveniente e, grazie a Indivenire, non avete bisogno di un vostro reparto di R&S.



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