Truffe immobiliari . ora basta !!!! Brindisi ancora lottizzazioni abusive. RTA imbrogli e cementificazione selvaggia
Chiesta la confisca di A.C.il villaggio turistico dei vip di Brindisi .Abusi edilizi nel residence sotto sequestro da tre anni e mezzo: una beffa per i 180 acquirenti costretti a pagare mutui, Abusi edilizi nel residence sotto sequestro da tre anni e mezzo: una beffa per i 180 acquirenti.
"Confiscate quel villaggio", è questa la richiesta del pubblico ministero A.C.formulata al termine della requisitoria sul processo per la presunta lottizzazione abusiva del maxi-residence Acque chiare. Il cosiddetto villaggio dei vip in contrada A...., sulla costa brindisina, finì sotto sequestro tre anni e mezzo fa, da allora i circa 180 proprietari delle villette ai quali non è mai stata concessa la facoltà d'uso degli immobili, non possono più mettere piede nelle loro case, per le quali hanno continuato a pagare mutui, bollette e guardiania.
Al termine della requisitoria il sostituto procuratore ha chiesto anche la condanna dei quattro imputati: un anno e tre mesi a testa per il costruttore VR e per il notaio B.C. che stipulò i contratti di compravendita, per entrambi è stata chiesta anche la condanna al pagamento di una multa di 40mila euro ciascuno. Il pm ha chiesto anche la condanna alla pena di un anno di detenzione tanto per il direttore dei lavori S.O. quanto per l'allora dirigente dell'ufficio Urbanistica del Comune di Brindisi, l'architetto C.C. (oltre al pagamento di una multa da 25mila euro a testa). Nel processo i 180 proprietari delle villette sono parte civile e hanno chiesto al Comune di Brindisi un maxi-risarcimento da 50 milioni di euro.
Per inciso: in un altro processo che ha preso il via qualche settimana fa, gli stessi proprietari sono imputati per lottizzazione abusiva, in quanto consapevoli secondo l'accusa dei magheggi a monte della realizzazione e della vendita delle ville, mentre C. e R. sono imputati per truffa proprio ai danni degli acquirenti. Sotto confisca rischiano di finire tutte le opere sequestrate precisamente il 29 maggio del 2008, oltre 200 ville, piscine, bar, impianti sportivi e il maxi-albergo che avrebbero dovuto restituire alla costa brindisina una seconda perla residenziale, che aspirava ai ranghi di Rosa Marina ad Ostuni e invece da allora è un villaggio fantasma.
Le prime indagini su Acque chiare risalgono al 2006. Nel corso degli accertamenti per presunte speculazioni edilizie, la finanza scopre che l'imprenditore R. per ottenere dal Comune le autorizzazioni del caso aveva versato al sindaco G.V. Antonino una mazzetta diluita in cinque anni di 150mila euro, utile a finanziare campagne elettorali ma anche a modificare l'accordo di programma per la riqualificazione e lo sviluppo turistico della costa siglata dalla Regione e dal Comune di Brindisi negli anni 1999-2000.
I punti cardine dell'accordo prevedevano una destinazione d' uso esclusivamente turistico-alberghiera della zona, l'assunzione di 77 dipendenti e soprattutto il divieto della vendita frazionata degli immobili.
Nel 2001 invece, in barba all'accordo sottoscritto con l'ente regionale, il Comune di Brindisi e l'imprenditore edile di A.C. chiare, siglano una convenzione attuativa che prevede la vendita frazionata delle singole villette a partire dal 2006.
E' a partire dal 2002 che il complesso alberghiero prossimo ad essere realizzato e sponsorizzato come la chiave di volta per lo sviluppo turistico della città, ammalia i brindisini. Sono in tanti, quasi tutti facoltosi professionisti provenienti dal Barese e dal capoluogo messapico, quelli che si recano dall'imprenditore prima, dal notaio poi, per siglare scritture private tramite cui conquistarsi il diritto di prelazione per l'acquisto.
Per il reato di corruzione l'ex sindaco di Brindisi G.A. ha patteggiato la pena a due mesi di reclusione nel 2009. Della stessa ipotesi accusatoria rispondeva R., che scelse invece la via del processo ordinario: l'8 marzo dello scorso anno il procedimento giudiziario a carico del costruttore è terminato per effetto della prescrizione del reato.
I quattro imputati per i quali il pm Costantini ha chiesto la condanna erano secondo l'accusa perfettamente consapevoli di avere trasgredito gli accordi aventi forza di legge. I proprietari, dal canto loro, che rischiano di vedersi sottrarre per sempre le case da sogno nelle quali non possono mettere piede da anni, si sono sempre dichiarati "colpevoli di buona fede". A caldo della richiesta del pm, molti di loro erano presenti in aula, fra rabbia e lacrime hanno dichiarato di essere le vittime sacrificali di colpe altrui.
nel link sotto vedi problematiche inerenti le RTA ,Residente Turistico Alberghiere
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