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Comunicato Stampa

A Forlì dal 26 giugno parte la Scuola di filosofia Praxis, quest'anno in streaming

17/06/20

“Coscienza/autocoscienza” è il tema della 7^ edizione della Scuola di filosofia PRAXIS di Forlì, che quest’anno si svolge in streaming. Si parte venerdì 26 giugno con Massimo Recalcati e si continua con altri cinque appuntamenti fino al 24 luglio. Le iscrizioni sono aperte fino al 20 giugno.

Giunta alla settima edizione Praxis quest’anno sceglie il tema: Coscienza/autocoscienza e si articola in cinque appuntamenti visibili in streaming a partire da venerdì 26 giugno sino a venerdì 24 luglio sulla piattaforma zoom, riservata agli iscritti (le iscrizioni sono aperte fino al 20 giugno).

Venerdì 26 giugno Massimo Recalcati è il protagonista della prima lezione della Scuola di filosofia Praxis di Forlì diretta dal filosofo Rocco Ronchi e organizzata dall’Associazione Culturale Praxis in collaborazione con Masque teatro.
Con “coscienza” si intende il fatto elementarissimo dell’esperienza. Con “autocoscienza” si intende la coscienza di sé. Il nesso tra queste due “coscienze” è questione intorno alla quale la filosofia non ha mai cessato di interrogarsi, non solo in Occidente. La domanda che accomuna tradizioni di pensiero tra loro diversissime, dal buddismo alla psicoanalisi, dall’idealismo assoluto alla fenomenologia, concerne la natura del Sé, la sua identificazione o meno con l’Io, la sua possibile estensione ad ogni vivente.

“Coscienza/autocoscienza” è il tema su cui si interroga la settima edizione della scuola di filosofia Praxis che quest’anno si sposta sulla piattaforma zoom (online dalle 10 alle 13), a partire da venerdì 26 giugno sino a venerdì 24 luglio. Cinque lezioni con la direzione del filosofo Rocco Ronchi e l’organizzazione di Masque Teatro.

L’apertura delle iscrizioni ha registrato subito una nutrita affluenza, fatto che dimostra il forte radicamento della scuola di filosofia Praxis nata da un gruppo di studiosi proveniente dall'ambito universitario (Carlo Sini, Rocco Ronchi, Florinda Cambria, Federico Leoni), insieme a ricercatori impegnati nelle arti performative ma con fortissimi interessi filosofici (Masque teatro), che hanno voluto «un luogo in cui la filosofia tornasse ad essere quello che è sempre stata e che non dovrebbe mai smettere di essere: l'ambito nel quale sperimentare e creare nuovi concetti in grado di illuminare il presente e nel quale formulare ipotesi razionalmente fondate sul futuro possibile».

Si parte venerdì 26 giugno con la lezione di Massimo Recalcati uno degli psicoanalisti più noti in Italia, dal titolo: “La teoria freudiano-lacaniana della coscienza: Coscienza, inconscio e soggettivazione”. L’inconscio freudiano si è rivelato un trauma nella concezione della coscienza propria della ragione filosofica classica. In che cosa consiste questo trauma? In modi diversi Sartre e Lacan lo rileggono vincolando ad esso il problema della soggettivazione. L’inconscio emerge come discorso dell’Altro che impone al soggetto la necessità di divenire, come scrive Sartre ne L’universale singolare, “l’evento che mi giunge dal di fuori”. Massimo Recalcati è scrittore e fondatore di Jonas Onlus: Centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi. Insegna come Professore a contratto presso le Università di Pavia e IULM. È direttore scientifico della Scuola di specializzazione in psicoterapia IRPA (riconosciuta dal MIUR per la formazione di psicoterapeuti) di Milano. Svolge attività di Supervisore clinico presso diverse istituzioni sanitarie. Collabora per le pagine culturali di Repubblica.

La lezione successiva “Splendori e miserie della coscienza. Un itinerario dall'idealismo ai giorni nostri” in calendario il 3 luglio vede in cattedra il professor ordinario di Storia della filosofia presso l'Università degli Studi di Padova Gaetano Rametta.

L'intervento si propone di sviluppare un percorso, al tempo stesso teoretico e storico-filosofico, dalla svolta copernicana di Kant, passando per la filosofia trascendentale di Fichte e l'idealismo di Hegel, sino alle bordate che a partire da Marx e Nietzsche hanno preso di mira il presunto "primato della coscienza". Quest'ultima è risorta dalle sue ceneri in molteplici forme nel pensiero del Novecento, dalla fenomenologia di Husserl all'esistenzialismo di Sartre; ma è crollata anche qui sotto i colpi della psicoanalisi e delle "scienze umane" da una parte, delle filosofie del post-strutturalismo dall'altra. Potrà riscattarsi dalla sua miseria ritrovando l'antico splendore? E in fondo, fu mai la sua vera gloria?

Il 10 luglio le lezioni di Giovanni Leghissa e Emanuela Magno. La prima ha titolo: “Coscienza autocoscienza e infondatezza: l’atto posizionale come atto ricorsivo”. A partire dalla teoria dei sistemi di Luhmann, si tratterà di mostrare come la coscienza sia un sistema autopoietico operativamente chiuso, capace di atti di autoriflessione analizzabili in termini di ricorsività – ovvero facendo rientrare in se stesso, al fine di permettere un’interazione con ciò che è altro da sé, le osservazioni compiute sui propri stati interni. Giovanni Leghissa (Trieste, 1964) è Professore Associato presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’Università di Torino. Redattore di “aut aut”, direttore della rivista online di filosofia “Philosophy Kitchen”. Tra le sue pubblicazioni: Per la critica della ragione europea. Riflessioni sulla spiritualità illuminista (Mimesis, Milano 2019); (con G. Becchio) The Origins of Neoliberalism (Routledge, London 2016); Postumani per scelta. Verso un’ecosofia dei collettivi (Mimesis, Milano 2015). Per la critica della ragione europea. Riflessioni sulla spiritualità europea (Mimesis, Milano 2019).

Segue Emanuela Magno con la lezione: “Pensiero, coscienza e realtà tra Nagarjuna e Vasubandhu. Lo sguardo critico del buddhismo”. La nozione buddhista del “non sé” sintetizza eminentemente la natura di un insegnamento che decostruisce la compattezza e la consistenza ontologica della soggettività e di ogni suo presidio oggettuale. Entro questa cornice va compresa, da una parte, la critica nāgārjuniana alle dinamiche del pensiero discorsivo, produttore di “cose in sé” e, dall’altra, l’analisi fenomenologica cui Vasubandhu sottopone l’evento pluri-stratificato della coscienza, matrice della “duplicità della percezione” che oppone all’Io il mondo.

Emanuela Magno insegna Storia della Filosofia buddhista presso l’Università degli Studi di Padova. Studiosa delle tradizioni intellettuali sudasiatiche e dei rapporti tra le filosofie occidentali e quelle indiane, è autrice di monografie e saggi critici sull’opera di Nāgārjuna e di lavori di filosofia interculturale. Tra le sue monografie: Pensare l’India (2012); Nāgārjuna. Logica, dialettica e soteriologia (2012); Introduzione all’estetica indiana. Arte e liberazione del sé (2009).

Venerdì 17 luglio Marcello Ghilardi dedicherà la sua lezione “La coscienza senza io” al filosofo giapponese K. Nishida (1870-1945). Nella fase matura del proprio itinerario speculativo, Nishida ha elaborato il termine jikaku,un neologismo con cui intende tradurre la nozione occidentale di "autocoscienza" o "autoconsapevolezza". Il termine si lega anche alla nozione di "coscienza" (ishiki), ma la eccede nella misura in cui supera l'attaccamento a un io. A partire dal pensiero di Nishida, e sulla scorta dell'esperienza dello Zen e delle nozioni emerse in quella tradizione, verranno delucidate e approfondite la possibilità e il senso di una coscienza "desoggettivata".

Marcello Ghilardi è professore associato di Estetica all'università di Padova. Tra i suoi ambiti di ricerca vi sono alcuni snodi del pensiero giapponese contemporaneo, l'estetica cinese e giapponese, il pensiero francese post-strutturalista, in una prospettiva filosofica interculturale. Tra i suoi libri più recenti: Filosofia dell'interculturalità (2012), Il vuoto, le forme, l'altro (2014), La filosofia giapponese (2018), La radice del sole (2019).

Conclude il ciclo di lezioni il filosofo Rocco Ronchi il 24 luglio sul: “Trauma, riflessione, intuizione: genesi e struttura della coscienza”. La coscienza riflessiva, «l'io che dice io», si innesta su di una coscienza già da sempre in atto che la precede e la fonda. Se il trauma è il sentimento dell'attualità della coscienza (genesi), l'intuizione (intellettuale) ne è la struttura. Si proverà a verificare questa ipotesi con particolare riferimento all'idealismo gentiliano e alla fenomenologia husserliana.

Rocco Ronchi è ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi dell’Aquila. Tiene corsi e seminari in varie università italiane e straniere. Insegna filosofia presso l’IRPA (Istituto di ricerca di psicanalisi applicata) di Milano. Dirige la collana “Filosofia al presente” della Textus edizioni di L’Aquila e la scuola di filosofia Praxis (Forlì). Tra le sue più recenti pubblicazioni: Come fare. Per una resistenza filosofica Feltrinelli, MIlano, 2012; Gilles Deleuze, Feltrinelli, Milano 2015; Il canone minore. Verso una filosofia della natura, Feltrinelli, Milano 2017; Bertolt Brecht, Orthotes, Napoli-Salerno 2017.


Partecipano i seguenti gruppi di ricerca: Prospettive italiane (Bologna), Officine filosofiche (Bologna), Tiresia. Filosofia e psicoanalisi (Verona), Philosophy Kitchen (Torino), Après coup. Filosofia e psicoanalisi (L’Aquila), IRPA. Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata (Milano).



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