AZIENDALI
Comunicato Stampa

Acquacoltura sostenibile: che cosa è?

29/01/21

Il sistema qualità nazionale per l’acquacoltura sostenibile è il sistema di certificazione del prodotto ittico proveniente dell’acquacoltura promosso dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Il progetto nasce con l’ottica di promuovere la qualità del prodotto ittico nazionale proveniente da allevamenti dell’acquacoltura sostenibile. La tracciabilità e i processi di etichettatura.

FotoIl sistema qualità nazionale per l’acquacoltura sostenibile è il sistema di certificazione del prodotto ittico proveniente dell’acquacoltura promosso dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Il progetto nasce con l’ottica di promuovere la qualità del prodotto ittico nazionale proveniente da allevamenti dell’acquacoltura sostenibile. La tracciabilità e i processi di etichettatura.

Le tematiche della sostenibilità sono oramai il centro gravitazionale di tutte le filiere. Soprattutto quelle relative all’alimentare. Ed ultimamente l’ambiente dell’itticoltura era finito nell’occhio del ciclone per comportamenti scorretti di taluni produttori.


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Sistema Acquacoltura sostenibile: quali sono i requisiti?
Il sistema qualità nazionale per l’acquacoltura sostenibile è trasversale. Come altri prodotti che certificano i produttori del settore. Per esempio la certificazione Global Gap Acquacolture e Friend Of The Sea. La certificazione può essere perseguita dalle realtà che si occupano dell’allevamento ittico di pesce e molluschi.

Vediamo i requisiti del sistema qualità nazionale per l’acquacoltura sostenibile:

Tipologia dei prodotti: applicabile a pesci e molluschi bivalvi allevati e ai relativi derivati e trasformati:
Pesci: freschi refrigerati.
Molluschi: freschi/vivi, confezionati in ATM, sottovuoto, prodotti pastorizzati, in retina o similari. Pesci Trasformati: ATM, sottovuoto, prodotti pastorizzati, affumicati.
Specie ittiche a cui si applica il disciplinare:
Specie ittiche: Trota iridea (Onchorhynichus mykis), Salmerino (Salvelinus fontinalis), Salmerino (Salvelinus alpinus), Storione bianco (Acipenser transmontanus), Storione siberiano (Acipenser baerii), Storione russo (Acipenser gueldenstaedtii), Storione ladano (Huso huso), Sterletto (Acipenser ruthenus), Storione stellato (Acipenser stellatus), Storione cobice (Acipenser naccarii), Spigola (Dicentrarchus labrax), Orata (Sparus aurata), Ombrina (Argirosomus regio), Sarago pizzuto (Puntazzo puntazzo);
Molluschi Bivalvi: Cozza o Mitilo (Mytilus galloprovincialis), Ostrica concava (Crassostrea gigas), Ostrica piatta (Ostrea edulis), Vongola verace (Ruditapes philippinarum), Vongola verace (Ruditapes decussatus).
Tipologia di imprese richiedenti:
Realtà singole;
Filiere, o gruppo di organizzazioni.
Descrizione dei prodotti:
Per ogni specie allevata ove venga richiesta l’adesione al disciplinare di acquacoltura sostenibile devono essere definite:
Denominazione commerciale della specie;
Denominazione scientifica;
Descrizione;
Caratteristiche organolettiche, merceologiche e igienico-sanitarie;
Sistema di allevamento;
Valori nutrizionali.
Requisiti di legge:
I requisiti del disciplinare definiscono qualità valorizzanti del prodotto e per l’acquacoltura sostenibile. Pertanto tali requisiti saranno da aggiungersi a quelli obbligatori di settore.
Requisiti valorizzanti:
origine degli animali;
pratiche e gestione dell’ allevamento (specie ittiche di acqua dolce ed acqua salata);
alimentazione;
sostenibilità;
pilastro ambientale (impronta ambientale);
gestione dei rifiuti;
pilastro sociale (salute e sicurezza, welfare, inserimento lavorativo, stage formativi);
pilastro economico (prezzo minimo garantito, prezzo equo);
Freschezza e conservazione
Tracciabilità ed autocontrollo
Etichettatura;
Controlli.
Acquacoltura sostenibile: tutto questo era necessario?
Sicuramente, e questo dopo aver migliorato gli aspetti di sostenibilità e benessere animale nel settore delle carni, il sistema qualità nazionale per l’acquacoltura sostenibile cercherà di dare uno buon strumento alle aziende ittiche. MA…

Come sempre, ne è prova la storia del bollino 100% Italia, chi legifera se da un lato spinge per tutelare la qualità dei prodotti, in questo caso ittici, dall’altro non inserisce requisiti fondamentali per uniformarli ai mercati.


Ovvero. Sempre la vecchia storia del mangia sano mangia italiano. Ci chiediamo perché, se veramente si volesse creare uno strumento a sostegno dell’acquacoltura sostenibile, non siano stati inseriti gli standard di settore. Riconosciuti a livello internazionale.

Questa per noi risulta una grave lacuna. In quanto non sarà di nessuna utilità, dare strumenti nazionali a tutela, o difesa, del prodotto ittico interno, quando, quest’ultimo, non si uniformerà agli standard internazionalmente riconosciuti. Richiesti dalla GDO!!

Altre due perplessità per quanto ci riguarda sono: da chi è riconosciuto il sistema qualità nazionale per l’acquacoltura sostenibile? Accredia e GFSI che cosa dicono? Ed anche, ma un allevamento che strumenti di marketing ha, se il suo prodotto rifornisce una cooperativa e magari dopo diventa prodotto a marchio?

Il consumatore come lo riconosce? Ci auguriamo che non diventi il solito bollino all’italiana. E che magari ci siano correlati fondi di investimento strutturale dei quali il comparto ittico ha estremamente bisogno nei confronti della concorrenza estera.



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