ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Aiuti statali alle imprese in crisi

30/05/12

Revisione della legge fallimentare, nuovi strumenti di finanziamento per l’impresa per dare respiro al credito, politiche per l’internazionalizzazione con il rafforzamento dell’ ICE. Si amplia il decreto di riassetto degli aiuti alle imprese che con il titolo di “misure urgenti per il riordino degli incentivi, la crescita e lo sviluppo sostenibile” dovrebbe approdare al Consiglio dei Ministri la prossima settimana.

Il testo, che è comunque ancora al vaglio della Ragioneria dello Stato, prevede procedure più rapide per la risoluzione delle crisi di impresa. L’obiettivo è consentire alle aziende di accedere in via più veloce alle protezioni garantite dalla procedura di concordato con il semplice ricorso per concordato preventivo, senza la necessità di depositare contestualmente la vera e propria proposta di concordato e gli altri documenti di supporto. Soprattutto, si garantisce al debitore di proseguire l’attività d’impresa durante la fase preliminare della proposta di concordato e poi durante tutta la procedura mediante la possibilità di ottenere nuova finanza interinale.

Potrà scattare un regime speciale per il caso di concordato con continuità aziendale, al fine di preservare la gestione operativa dell’impresa e facilitarne l’emersione dalla crisi, evitando la risoluzione dei contratti pendenti e consentendo una moratoria di un anno per il pagamento dei crediti privilegiati o garantiti. Nel decreto, coordinato da Stefano Firpo, capo della segretaria tecnica del ministero dello Sviluppo economico, c’ è un ampio capitolo per ampliare le opportunità di investimento degli operatori istituzionali nell’economia nazionale, consentendo l’accesso a emittenti finora esclusi, come le imprese non quotate, medie e piccole.

Confermata la riforma degli incentivi, con il credito di imposta automatico per le imprese che effettuano investimenti in ricerca e sviluppo di almeno 50mila euro annui di spesa ammissibile. Sull’ammontare delle spese ammissibili, si applica un beneficio fiscale del 30%, con un credito d’imposta massimo pari a 600mila euro.

Il ricorso alla leva fiscale per sostenere le imprese passa anche per altre due misure di particolare rilievo ma su cui sarà comunque determinante il via libera del Tesoro e soprattutto della Ragioneria: l’aumento delle compensazioni dei crediti Iva da 500mila a 1 milione di euro e il passaggio dai versamenti annuali dell’Iva a quelli trimestrali.

Una misura quest’ultima ritenuta par- ticolarmente utile per far fronte alla crisi di liquidità che stanno affrontando in questo periodo le imprese e gli autonomi. Le ipotesi sul tappeto sono più di una. La prima, particolarmente onerosa per i flussi finanziari dell’Erario, prevede che il versamento dell’Iva nel prossimo biennio sia solo trimestrale, escludendo dunque versamenti mensili. La seconda strada ipotizzata, per altro già sperimentata con la legge di stabilità, prevede una modifica delle quote di applicazione del regime di contabilità semplificata cercando di aumentare il numero delle imprese che potrebbero accedere al versamento dell’Iva con cadenza trimestrale.

La terza ipotesi allo studio, infine, prevede una modifica solo delle quote di volume di affari delle imprese al di sotto delle quali consentire l’accesso ai versamenti trimestrali dell’Iva. In ogni caso, sia la modifica del regime di contabilità sia quella dei volumi d’affari avrebbero valenza biennale.



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