ARTE E CULTURA
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Al MART di Rovereto (TN) dal 19 ottobre al 1 marzo 2020, "Danzare la rivoluzione. Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardia"

09/12/19

Molti furono gli artisti in tutto il mondo che elessero Isadora Duncan musa ispiratrice: tra questi Auguste Rodin e Jean Giono (1895-1970), l'artista francese al quale, in occasione dei 50 anni dalla morte il MuCEM di Marsiglia dedica una retrospettiva ed il Regards de Provence di Marsiglia la mostra "Lucien Jacques, il rabdomante di Giono" .

Al MART di Rovereto (TN) dal 19 ottobre al 1 marzo 2020, aperta al pubblico "Danzare la rivoluzione. Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardia", a cura diMaria Flora Giubilei e Carlo Sisi con Rossella Campana, Eleonora Barbara Nomellini, Patrizia Verolia.

Centrali nel percorso espositivo il tema della liberazione del corpo femminile, l’influenza esercitata da Duncan nel contesto culturale del primo Novecento e il suo legame con l’Italia.

La mostra esplora il culto della “danzatrice scalza” americana, personalità carismatica e ribelle che seppe influenzare generazioni di intellettuali e artisti, per i riferimenti culturali:

„...Il massimo poeta del nostro paese è Walt Whitman. Io ho scoperto la danza degna della lirica di Whitman. Io sono realmente la figlia spirituale di Whitman....“ (Isadora Duncan).

La mostra del Mart illustra anche il rapporto tra Isadora Duncan e Filippo Tommaso Marinetti, fondatore e anima del gruppo futurista.

Colpito inizialmente dalle performance dell’americana, dal suo anticonformismo e dalla sua propensione a superare gli schemi precostituiti, Marinetti successivamente si ricrederà e, nel Manifesto della danza futurista del 1917, la accuserà di essere portatrice di una danza colpevole di sentimentalismi passatisti.

Molti furono gli artisti in tutto il mondo che, affascinati dalla sua personalità prorompente e da una danza senza paragoni, elessero Isadora Duncan musa ispiratrice: tra questi Auguste Rodin che la evoca con lo splendido marmo Ève au rocher, in mostra al Mart e proveniente da una prestigiosa collezione privata di Hong Kong.

E poi Jean Giono (1895-1970), l'artista francese al quale, in occasione dei 50 anni dalla morte il MuCEM di Marsiglia dedica una retrospettiva ed il Regards de Provence di Marsiglia la mostra "Lucien Jacques, il rabdomante di Giono" .


Al MuCEM -Museo della Civilta' Mediterranea sono esposti per la prima volta i manoscritti di uno dei più prolifici artisti del XX ° secolo. I film realizzati o prodotto e sceneggiato, gli adattamenti cinematografici delle opere di Marcel Pagnol e Jean-Paul Rappeneau, i dipinti del misterioso Charles-Frédéric Brun che ha ispirato Il disertore, e i dipinti dei suoi amici pittori, in primo luogo Bernard Buffet.



Lontana dall'immagine semplificata dello scrittore provenzale, questa mostra segue il percorso del suo lavoro scritto e filmato, rendendo tutta la sua oscurità, il suo nervo e la sua universalità. Poeta tornato dalle fosse comuni della prima guerra mondiale, Giono era tanto impegnato a descrivere la profondità del male che a trovare gli antidoti: creazione, lavoro, pacifismo, amicizia dei pittori, rifugio nella natura, fuga nella immaginario.

Facendo eco a queste tracce materiali di vita e creazione, la mostra esplora il simbolismo nascosto nelle profondità del lavoro dello scrittore attraverso quattro installazioni di arte contemporanea, create appositamente per questo progetto.

Il Catalogo della Mostra:
Emmanuelle Lambert, scrittrice, autrice di Giono, furioso (Stock, settembre 2019) , Curatrice della mostra
- Consulenza scientifica di Jacques Mény, presidente dell'Associazione degli amici di Giono
-Scenografia: Pascal Rodriguez
-Catalogo in co-edizione con Gallimard Editions.

In parallelo con la Mostra al MuCEM, l'Esposizione al Museo Regards de Provence, a Marsiglia.
"Lucien Jacques, il rabdomante di Giono".

In evidenza la figura di Isadora Duncan che Lucien Jacques raffigura come Musa di Giono.


La mostra è coprodotta dal museo Regards de Provence e Mucem, con l'assistenza dell'Associazione degli amici di Lucien Jacques e il sostegno di Durance Lubéron Verdon Agglomération (DLVA).
Dal 30 ottobre 2019 al 16 febbraio 2020.

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Maura Capanni (Corrispondente settore cultura)
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