AZIENDALI
Comunicato Stampa

ALMAVIVA: proclamato lo stato di agitazione

18/02/15

Almaviva, SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL proclamano lo stato di agitazione. “Siamo preoccupati: i 4 mila esuberi annunciati colpiranno soprattutto la realtà siciliana” 

Palermo 18 febbraio 2015 – Cresce la preoccupazione tra i dipendenti di Almaviva Contact a Palermo, da ieri in stato di agitazione a fronte di circa 4000 esuberi paventati a livello nazionale che colpirebbero principalmente il territorio siciliano, dove operano circa 6mila operatori  del call center, di cui 1500 dipendenti e 1.500 a progetto.

“Domani nella sede di Confindustria a Roma l’azienda incontrerà i segretari nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil  e il coordinamento nazionale Rsu di Almaviva. Almaviva è la più grande realtà lavorativa del nostro territorio. Potrebbero essere prospettati tagli occupazionali di alto impatto, che ci spaventano. Sarebbe l’inizio di una deriva senza precedenti per la Sicilia e l’impoverimento di un territorio già martoriato dalla crisi e dalla fuga dei grandi gruppi”, dichiara Rosalba Vella, della segreteria Slc Cgil di Palermo.

Ieri le segreterie provinciali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno  presentato un ordine del giorno durante l’esecutivo regionale all’Nh Hotel di Cgil, Cisl e Uil in cui hanno chiesto  l’intervento delle istituzioni comunali e regionali   e annunciato azioni di lotta per impedire la chiusura del sito e a difesa del lavoro e del futuro delle migliaia di famiglie coinvolte da un possibile disastro occupazionale.
La vertenza Almaviva, sostengono i sindacati nel loro documento,  ha assunto ormai contorni sempre più preoccupanti. Nei prossimi giorni è atteso l’esito della gara per l’ assegnazione del traffico telefonico di Wind, che occupa circa 1500 lavoratori, impiegati principalmente nel territorio della Regione siciliana.
“La mancata assegnazione di tali volumi, comporterebbe, inevitabilmente, un ulteriore aggravio delle condizioni in cui versa l’azienda, con pesanti ricadute occupazionali per migliaia di famiglie siciliane. Almaviva Contact allo stato attuale – aggiungono le segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil - ha fatto ricorso ai contratti di solidarietà per fronteggiare circa 2000 esuberi, a causa della delocalizzazione del traffico telefonico, cha ha portato un sostanziale decremento dei volumi, sia per le attività inbound  che outbound. A ciò si aggiungono gare effettuate al massimo ribasso e senza regole che garantiscano la territorialità dei servizi erogati, con la conseguente perdita di commesse quali, ad esempio, 060606 Comune di Roma e 020202 Comune di Milano”.

Altro elemento di preoccupazione è la richiesta fatta il 6 febbraio dall’ad di Almaviva di liberare una delle due sedi palermitane, i locali di via Cordova, dove sono impiegati circa 1500 lavoratori. Si prospettano inoltre trasferimenti collettivi su altre sedi e una “societarizzazione” dell'azienda. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil accusano la Regione di inerzia: “Con  migliaia di lavoratori in questi mesi per ben due volte abbiamo invaso le strade della città e sfilato sotto le mura del governo regionale, che non è stato in grado di produrre nessuna iniziativa. E a nulla sono servite le liturgiche riunioni con le commissioni parlamentari dell’Assemblea regionale”. “Malgrado la crisi che stanno vivendo i call center per la mancanza di regole, tutte le stime indicano una crescita globale del settore: passerà nel 2016 da 38 a 46 miliardi di euro.  L’Italia – aggiunge Rosalba Vella - ha solo una piccola fetta di questo mercato ma  ha ancora potenzialmente un notevole margine di sviluppo che potrebbe  affrontare con adeguati investimenti e attraverso percorsi di formazione e riqualificazione del personale per creare una vera e propria industria di servizi in un comparto che in Sicilia vede impiegati circa 20.000 addetti, di cui circa la metà solo a Palermo”.

“Lo smantellando dell’attuale perimetro aziendale – concludono nell’ordine del giorno le segreterie territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil - che deriverebbe dalle ricadute sui singoli territori degli esuberi derivanti dalle circostanze su esposte, metterebbe definitivamente in ginocchio un intero tessuto sociale”.



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