Anna Cantagallo – Psicologia e quarto potere

Anna Cantagallo spiega perché e come i mass-media influenzano l’opinione pubblica Come diceva Napoleone, bisogna avere più paura di tre giornali ostili che di mille baionette.

Anna Cantagallo spiega perché e come i mass-media influenzano l’opinione pubblica
Come diceva Napoleone, bisogna avere più paura di tre giornali ostili che di mille baionette.
Questo piccolo detto, molto significativo, spiega in maniera chiara la motivazione per cui le informazioni ricevute attraverso i mass media,

ovvero la stampa, le televisioni e i social network, vengano chiamate quarto potere.

Cosa si intende per quarto potere?:
“Negli Stati Democratici esistono tre poteri fondamentali” spiega Anna Cantagallo “quello legislativo, che riguarda il promulgamento di leggi ed è assegnato al Parlamento, quello esecutivo,

che si occupa di applicare invece le leggi ed è assegnato al Governo e quello giudiziario, che concerne l’amministrazione della Giustizia ed è affidato alla Magistratura.

Ed ecco il quarto, che non è un potere ufficiale ma lo si vuole comunque definire potere in quanto provoca un’influenza molto importante tra le persone”.

In che senso il quarto potere può essere considerato un potere psicologico?
“Si tratta di un potere che funziona grazie alle caratteristiche cognitive dei cittadini e ne influenza i giudizi e le valutazioni”.

“I mass-media suggeriscono al pubblico non solo i temi chiave, ma anche il modo in cui interpretarli” spiega ancora Anna Cantagallo

“Questo fattore è stato dimostrato in diverse ricerche, la più importante prevedeva due gruppi di persone.

Il primo fu sottoposto alla visione di notiziari modificati per l’occasione, in cui erano inserite notizie che riguardavano un tema specifico; al secondo venivano fatti visionare notiziari originali.

L’esito dell’esperimento fu che nella schiacciante maggioranza dei casi il gruppo sottoposto a notizie modificate, rispetto al gruppo di controllo,

riteneva alla fine dell’esperimento i temi sottolineati artificiosamente dal notiziario come più importanti”.

E l’interpretazione?
“Ad esempio, tra il 1993 e il 1994, in Texas, ci fu un aumento della preoccupazione nei riguardi della criminalità.

Prima dell’autunno del 1993 soltanto il 2% degli intervistati indicava la criminalità come un problema importante.

Successivamente a quella data invece la percentuale salì al 15%, quando invece le statistiche indicavano che la criminalità fosse in calo.

L’aumento di servizi giornalistici su un certo tema influenzava l’andamento dell’opinione pubblica.

Esattamente come succede sottolineando una notizia piuttosto che un’altra, anche sottolineandone alcuni aspetti della stessa piuttosto che altri si può condizionare il punto di vista di una persona.

Un altro esempio sono le due linee mantenute dai mass-media dopo l’accaduto dell’11 Settembre alle Torri Gemelle:

chi lo proponeva secondo l’approccio della guerra, considerando giusto il supporto all’azione militare in Afghanistan, e chi lo proponeva secondo l’approccio del crimine e quindi ribadiva l’importanza di condurre i colpevoli in tribunale perché fossero processati.

Questo è solo un esempio di come un modo di vedere possa influenzare anche politicamente chi legge”

Come superare quindi l’influenza di questo enorme potere?
“è necessario essere il più possibile consapevoli dell’esistenza di questo fattore che potrebbe condizionare il nostro pensiero, leggere e ascoltare le notizie sempre con una certa attenzione e interrogandosi sulle diverse interpretazioni.

Bisognerebbe anche non fermarsi mai alla prima notizia letta, ma aprirsi ai diversi modi di interpretare e solo successivamente giudicare secondo la nostra idea e la nostra morale,

quale interpretazione possa essere più appropriata”.

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