ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Carcere di Rossano-Eventi artistico culturali per il mese di maggio 2013

02/05/13

Il mese di maggio si apre con una serie di notevoli iniziative di carattere culturale e di spettacolo al carcere di Rossano indirizzate ai giovani che si collocano nel solco, ormai quinquennale, tracciato dal Direttore Carrà sulla necessità di fare incontrare studenti e detenuti in un reciproco scambio di esperienze a mò di vasi comunicanti.

Manifestazione di grande rilevanza è la partecipazione della Istituzione penitenziaria di Rossano alla Festa dei Giovani organizzata, per il 12 maggio, dal Vescovo Santo Marcianò in cui saranno offerte testimonianze di vita, vera, vissuta dietro le sbarre di una cella al fine di stimolare i giovani ad una crescita morale e spirituale sentendo la viva voce di coloro che hanno sbagliato e stanno pagando sulla propria pelle un prezzo elevatissimo. Il vescovo Marcianò, in una visita al carcere, ha ricordato la speranza di ritrovare la libertà morale prima che fisica. “Perché dal carcere reale, ha detto SE, si può uscire”. “Più difficile sciogliere le catene, ha continuato Monsignor Marcianò, del carcere morale”. Dunque, un foglio di carta bianco, per ri-scrivere la nostra vita, insieme al Signore.
Giorno 13 maggio si inaugura ufficialmente l’anno dedicato al progetto “Note di libertà” con il concerto del noto cantautore Peppe Voltarelli, all’interno del Teatro della Casa di Reclusione, a cui è stimata una partecipazione di circa 350 studenti delle suole superiori del circondario e una corposa rappresentanza di detenuti.
Ricordiamo come la prima fase di questo progetto abbia portato la Casa di reclusione di Rossano a Casa Sanremo grazie alla sensibilità dell’assessore provinciale Bevacqua, che ha finanziato l’iniziativa, e alla positiva collaborazione con l’Istituto Musicale Donizetti .
L’obiettivo primario del progetto “ Note di Libertà” tende, nella sua operatività, all’attenzione alla persona e crede nella possibilità di modifica di ogni persona, nessuna esclusa, che in qualsiasi contesto ha diritto a condizioni di vita che promuovano le sue possibilità di riscattarsi, pensato come occasione per unire simbolicamente chi sta «dentro» e chi sta «fuori». Dunque il 13 maggio, non solo contribuirà a valorizzare tale progetto ma costituirà l’occasione per parlare delle radici della nostra terra, del nostro Sud con la particolarità tipica di Voltarelli.
Ancora, il 20 maggio sarà proiettato nella sala polivalente del carcere il film “ Cesare deve morire “dei fratelli Taviani che hanno vinto l’Orso d’Oro a Berlino. Un trionfo dedicato ai carcerati protagonisti dell’opera che muove da un concetto sottolineato con forza dagli autori in occasione della proclamazione: “anche un detenuto e’ e resta un uomo”. La particolarità della proiezione al carcere di Rossano consiste nel fatto che - da un lato – la scuola IAS ITC di Rossano ne ha promosso la condivisione con il carcere,tanto che ha invitato lo stesso Direttore Carrà a spiegare il carcere ai propri alunni prima della rappresentazione, e - dall’altro – sarà presente la sorella dei due registi, che intratterrà il pubblico con un dibattito approfondito e, ancor più, per la prima volta, vi è il coinvolgimento del mondo imprenditoriale che, con diversi sponsor privati, interagirà con l’Istituto penitenziario e che è foriero di una nuova forma di visione del carcere da parte della società civile.
Dichiarazione del Direttore Carrà
“ Tutte queste iniziative che saranno poste in essere nel mese di maggio dimostrano come l’Amministrazione penitenziaria e, in questo caso l’Istituto penitenziario di Rossano, stiano attraversando una profonda rivoluzione culturale in cui si disegna un modello di detenzione all’avanguardia dove la cultura, che significa valori condivisi, recupero di valori sociali accettati, è una delle precondizioni perché le persone possano uscire migliorate dal carcere.
E’ la caratteristica della gestione di questa Direzione in cui si coniuga sicurezza, severità laddove necessaria, ma anche trattamento individualizzato al fine di favorire un percorso sincero di cambiamento molto partecipato anche dal personale di Polizia Penitenziaria e dal Comandante di Reparto Elisabetta Ciambriello, estremamente preparato. Arte, spiritualità e cultura, ma anche lavoro - nel carcere e fuori -, palestra, amicizia, percorso psicologico, preparazione dei pasti, pulizia: in questo modo i detenuti vengono preparati a reinserirsi nella società in modo da non tornare a delinquere o a drogarsi. Chi sconta la pena qui è sereno, tranquillo e non inasprito per la condizione di cattività; ha delle speranze: in tal modo si abbatte anche il rischio suicidario o di gesti autolesionistici.
Si tratta di contrapporre la cultura della legalità, anche tramite spettacoli artistici, alla cultura della criminalità che è in grado di fagocitare la parte sana della società se non viene contrastata efficacemente per cui, ogni spezzone della società e delle Istituzioni, è chiamato a dare il proprio contributo. L’aspirazione è quella di regalare argomenti di riflessione ai giovani in modo da lasciare un segno indelebile dentro il loro intimo più profondo di modo che, nel momento in cui – inevitabilmente – si troveranno ad un bivio, di fronte ad una scelta radicale, possa riemergere come un campanello d’allarme per ricordare loro - in un flash – i volti, le facce, il dolore, la sofferenza che hanno visto e vissuto attraverso questi eventi a loro dedicati.



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