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Condominio: tutti i numeri dell'anammi

23/10/14

A distanza di ventuno anni dai primi corsi per amministratori d'immobili, l'Associazione ha effettuato un monitoraggio interno sulle attività di formazione e consulenza, che racconta la storia ed i risultati dell'organizzazione.

Autunno 1993: partono i primi corsi dell'ANAMMI per la formazione di amministratori condominiali professionisti. A distanza di ventuno anni da quella prima serie di lezioni, l'Associazione Nazional-europea festeggia la particolare ricorrenza con un monitoraggio interno sulle sue attività di consulenza, studio e formazione. Un modo per raccontare com'è cambiata la professione dell'amministratore e, al tempo stesso, per quantificare la crescita dell'Associazione. Oggi, infatti, l'ANAMMI conta su oltre 13mila soci attivi.

“Fin dai primi iscritti, abbiamo cercato di essere un'Associazione vera, non una lobby – commenta Giuseppe Bica, presidente dell'ANAMMI –. Oggi, possiamo ben dire che siamo davvero cresciuti: nell'ultimo triennio abbiamo registrato un trend in aumento, pari al 35%”. In più di vent'anni di attività, l'Associazione ha promosso 507 corsi di formazione, impiegando 192 docenti. Inoltre, ha organizzato 114 seminari di aggiornamento, fornendo 18.400 consulenze agli iscritti su problemi condominiali e 1685 pareri focalizzati su questioni interne ai condominii amministrati dai soci. Oggi, i professionisti associati amministrano quasi 2 milioni di unità immobiliari, pari ad un totale di 7.562mila italiani, mentre l'associazione conta su 35 sedi provinciali.

“Queste statistiche – spiega il presidente Bica – spiegano bene come una professione di cui si parla spesso male, in realtà, sia stata capace di creare reddito e occupazione. Del resto, qualcosa come 14 milioni di famiglie in Italia vivono in condominio, alimentando così un settore in continua evoluzione”.

In questi 21 anni di attività, la categoria ha registrato numerose novità legislative, che hanno riguardato le competenze dell'amministratore ed il condominio stesso. “Nel 93, siamo nati con l'idea di puntare sulla figura del professionista condominiale – sottolinea il numero uno dell'ANAMMI - abbandonando l'idea dell'improvvisatore che gestisce gli immobili facendo i conti a mano”. Oggi, il mondo del condominio è molto cambiato. “Sulla base della L.4 del 2014 – afferma il presidente dell'associazione – siamo in grado di certificare la professionalità del socio, garantendo all'utente finale, cioè il condomino, gli standard qualitativi dell'amministratore iscritto. Inoltre, abbiamo adeguato tutti i nostri corsi al recente Decreto ministeriale 140, che regolamenta le modalità di erogazione dei corsi stessi e le competenze dei formatori”.

Accanto alle nozioni tradizionali di contabilità e diritto, ora il professionista del condominio è chiamato a orientarsi in materia di contratti, risoluzione dei conflitti, informatica, relazioni istituzionali e urbanistica. “Negli anni, l'amministratore è stato chiamato a occuparsi delle problematiche più disparate – conclude il presidente Bica – dall'aiuto concreto in caso di calamità naturali alla gestione delle liti di pianerottolo, il professionista deve mostrare capacità da avvocato, fiscalista, ingegnere e, in qualche caso, psicologo. I luoghi comuni sono duri a morire, ma oggi, anche in virtù delle responsabilità che le autorità ci hanno attribuito, non c'è davvero più spazio per l'amministratore fai-da-te”.

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