GASTRONOMIA
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Esposizione vini doc della valle d'aosta - Intervista a Vincent Grosjean

09/04/09

Esposizione Vini Doc dell Valle D'Aosta: I viticoltori “eroici” dell’Associazione Viticulteurs Encaveurs e la forza di fare sistema del Consorzio di cooperative Conproval

Quella dell’Esposizione Vini Doc Valle D’Aosta è una storia indissolubilmente legata alla tenacia, alla volontà e alla passione dei viticoltori valdostani che hanno permesso di perpetuare nel tempo, da circa quarant’anni, questa manifestazione con lo scopo di far conoscere la qualità dei vini di questa Regione.
La forza è stata quella di saper fare davvero sistema e costituire una massa critica grazie alla nascita dell’Associazione Viticulteurs Encaveurs che, attualmente, riunisce circa 35 viticoltori “eroici”, che lavorano assecondando le asperità e le difficoltà della viticoltura di montagna, e di Conproval, il Consorzio che comprende 6 cooperative vitivinicole valdostane. Senza dimenticare il supporto costante e strategico della Regione Valle d’Aosta, che ha sempre dimostrato di credere fortemente in questo progetto.
Parlare di traguardo, oggi che questa rassegna biennale è diventata l’occasione per donare un quadro praticamente completo di quella che è l’offerta dei vini DOC della Valle D’Aosta, sarebbe un errore. Vorrebbe dire che non si aspira ad andare oltre, a crescere ancora e a migliorarsi. Un atteggiamento che non appartiene all’indole di questa gente, né tanto meno alle istituzioni.
Senz’altro, però, oggi l’Esposizione Vini Doc Valle D’Aosta si è affermata nel suo prestigio e nella sua importanza, diventando un punto di riferimento per esperti e semplici appassionati non solo in ambito locale, ma nazionale e internazionale.
Ancor prima di essere il Presidente dell’Associazione Viticulteurs Encaveurs, Vincent Grosjean è lui stesso un viticoltore “eroico”, come raccontano le sue mani, maestre nel lavoro nei vigneti, indurite dal mestiere, ma delicatissime con la vite. Vincent Grosjean, infatti, è titolare con i fratelli della Maison Vigneronne Frère Grosjean, azienda situata sul confine dei Comuni di Quart e Saint Christophe, che dal 1975 lega le sue tecniche colturali a un profondo rispetto dell’ambiente, rifiutando l’utilizzo di insetticidi e servendosi unicamente di concimi di origine organica.

D - Signor Grosjean, cominciamo con due parole sull’Associazione Viticulteurs Encaveurs che lei rappresenta in qualità di Presidente.
L’Associazione nasce con la volontà di raggruppare tutti i viticoltori che intendono sviluppare la filiera completa dalla vigna alla bottiglia. Accanto a ciò, siamo costantemente impegnati al fine di essere degli interlocutori competenti nei confronti delle istituzioni e, soprattutto, continuamente aggiornati nella ricerca della qualità, che per noi rappresenta l’unico vero obiettivo.

D - Cosa significa in concreto viticoltura di montagna? Quali sono i vantaggi e quali, invece, i problemi.
Potrei dire che “ viticoltura di montagna = viticoltura in Valle d’Aosta”. Per noi rappresenta la continuità di una tradizione secolare, i vantaggi sono il clima e la presenza storica di vitigni autoctoni. I problemi sono legati al
frazionamento dei beni e alla difficoltà di meccanizzazione. Il risultato è tanto lavoro manuale compensato però dalla qualità.

D - Come si pone il Cliente nei confronti di questi vini? È un profondo conoscitore o c’è da fare ancora molta cultura sulla viticoltura di montagna? Come si inserisce, in questo contesto, l’Esposizione Vini Doc della Valle D’Aosta?
Il consumatore dei nostri vini è sicuramente molto preparato, anche se la grande difficoltà, dovuta alla presenza di tanti vitigni autoctoni provenienti da microzone, rende difficile la conoscenza completa dei nostri vini. Una priorità fondamentale resta la necessità di far conoscere le condizioni climatiche e ambientali di una zona viticola conosciuta soprattutto per la presenza delle più alti vette d’Europa. Di conseguenza, il nostro impegno maggiore, anche in sede di Esposizione Vini Doc della Valle D’Aosta, sta nel comunicare e rappresentare l’eccellenza che deriva da questo binomio tra la montagna “fredda” e il clima “caldo” del vigneto.

D - Parliamo dei numeri del vino della Valle D’Aosta: in termine di ettari coltivati, vitigni, bottiglie prodotte.
L’antica superficie viticola (fine 1800) era di oltre 3.000 ettari. Attualmente la superficie coltivata è di poco superiore ai 600 ettari. La superficie destinata alla produzione di vini DOC è di circa 350 ettari per un totale di circa 2 milioni di bottiglie, ottenute per l’80% da vitigni autoctoni e tradizionali e per il 20% da vitigni internazionali. Mi sembra chiaro che stiamo puntando alla qualità e non alla quantità.

D - Qual è il vostro mercato di riferimento e, soprattutto, come risponde il mercato italiano.
Il primo mercato di riferimento è sicuramente la nostra Regione in quanto zona turistica. In questo senso l’offerta enologica è di importanza basilare in un momento dove il turismo enogastronomico rimane un settore importante. Il mercato italiano sta dimostrando sempre più interesse, come del resto anche il mercato internazionale. In particolare mi riferisco a Usa, Canada, Germania e Danimarca.

Alla guida di Conproval si trova il signor Dino Darensod che, come Grosjean, ha anni di esperienza “sul campo” alle spalle, in qualità di titolare della cooperativa Cave des Onze Communs, situata ad Aymavilles, che prende il nome dal fatto che la cantina raccoglie e trasforma uve provenienti da vigneti di 200 soci dislocati su undici comuni del centro Valle d’Aosta.
Da sempre attivo nella promozione dei vini della sua Regione, il signor Darensod è un forte sostenitore della forza derivante dal fare sistema.

D - È evidente che lei crede molto nell’associazionismo. Perché?
Il fare sistema è alla base di tutto. E’ la nostra vera forza. E’ la via attraverso la quale noi cooperative possiamo farci conoscere di più, incrementare la nostra comunicazione, abbattendo i costi. La conformazione geografica della Valle d’Aosta fa sì che i singoli produttori, in linea di massima, abbiano solo piccoli appezzamenti, molto difficili da lavorare e dove l’opera manuale ha ancora un ruolo predominante. Alla luce di questo quadro si può comprendere come la produzione di bottiglie contempli numeri contenuti: per dare un’idea dei numeri diciamo che la cooperativa che rappresento, ed è la più grande, produce circa 400.000 bottiglie all’anno e come Comproval ci attestiamo sul milione. Di conseguenza, si capisce bene quanto sarebbe controproducente che ogni viticoltore coltivasse il suo piccolo giardino senza fare squadra.

D - Secondo quest’ottica quali sono le concrete possibilità di sviluppo offerte dall’Esposizione Vini Doc Valle D’Aosta.
E’ l’occasione migliore, forse l’unica, in cui noi cooperative possiamo presentare le nostre produzioni ad albergatori, ristoratori e turisti italiani e stranieri. E, soprattutto, è l’occasione in cui raccontare il nostro lavoro, la nostra Doc regionale e la qualità dei nostri vini.
In realtà detto così è riduttivo: l’Esposizione Vini Doc Valle d’Aosta è e deve essere un’occasione per veicolare il grande prodotto “Valle d’Aosta”, fatto di vini, formaggi, prodotti enogastronomici unici nel loro genere, senza dimenticare il turismo, che qui si identifica in una formula di turismo d’eccellenza. Bisogna infatti partire dal presupposto che questi prodotti non sono a se stanti, ma sono legatissimi tra loro, nella tradizione e nella cultura del “saper fare”.

D - Quali sono i punti di forza dei vini valdostani.
Sicuramente il fortissimo legame con il territorio. Ciò che rende molto interessanti i nostri vini è la loro provenienza da vitigni autoctoni molto caratteristici. Basti dire che in Valle d’Aosta, la più piccola regione d’Italia, si annoverano i più alti vitigni d’Europa, da cui si ottengono i Vini Doc Valle d’Aosta - Vallée d’Aoste. Inoltre, negli ultimi anni, ci siamo concentrati su produzioni da uve biologiche.

D – Un’ultima domanda. In questa viticoltura difficile, tanto da essere denominata “eroica”, qual è il ruolo delle donna.
Per rispondere a questa domanda mi basta fornire un dato. Il 40% dei soci delle nostre cooperative sono donne. Mi sembra che sia chiaro quanto il ruolo femminile sia determinante nell’economia della viticoltura della Valle D’Aosta.

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