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Figlia di N.N. 'Nulla, niente, se non la fortuna di essere femmine'

17/12/09

Dalla voce di Gabriella Amelia Pieroni e la penna di Giuseppe Verriotto è nato "Figlia di N.N." Romanzo di una vita... a chi dovrei conoscere e invece non conosco, agli uomini che m'appartengono comunque, a mio padre, i miei fratelli e... a coloro che non sanno amare.

Credo che ogni essere abbia una storia da raccontare, al punto che anche chi pensa di non aver nulla da dire, in realtà già quello potrebbe essere un buon argomento per scrivere una storia, poiché chi pensa di non aver nulla da dire, in realtà sta mentendo senza saper di mentire!
Ho conosciuto Gabriella per caso, non molto tempo fa, in realtà essa faceva da tramite con La Nuova Rosa Editrice (di cui sono il critico letterario in Toscana) e suo marito il Professor Luciano Santarelli, che si apprestava a pubblicare un’opera del genere culinario appunto con noi.
La vedevo spesso nella sede di Forte dei Marmi, tant’è che in uno di questi incontri notai che tra lei e Rosa mia compagna e collaboratrice dell’azienda, c’era molto feeling, ma soprattutto notai che Rosa era molto attratta dalle parole di Gabriella, udii anche il mio nome in un loro incontro, ma lasciai correre.
Dopo pochissimo tempo Rosa iniziò a parlarmi di Gabriella e della sua storia, in realtà aveva già pensato a una possibile pubblicazione, scegliendo me come curatore dell’opera. Me ne riparlò e non subito, ebbi un incontro con Gabriella ascoltandola con molta attenzione: confesso che ne rimasi subito colpito e affascinato, accettai con piacere la stesura di quest’opera che sta nascendo, sono fiero di aver accettato poiché sono anche certo che quello che andrete a leggere non è la solita e comune storia di guerra e d’amore romanzata, quest’opera è un tutt’uno dove s’intrecciano mille motivi che avrebbero potuto demolire una montagna, mentre, esalta e fa vincere la femminilità.
Femminilità colma della sua fede e dell’indiscusso coraggio dell’essere partoriente che Dio ha scelto quale quercia umana.
Sono certo che in questa storia si nasconde il messaggio di forza Divina e quella giusta dose di eros che, invece di farne un peccato, lo rendono squisitamente femmina sino all’esaltazione, sino a diventarne messaggio d’amore, di forza, ma soprattutto un aiuto, una mano tesa a tutte quelle donne che si credono deboli, spero, infatti, che tutti riescano come me a trovare in essa e ad assaggiare la parte spirituale e umana contenuta.
Confesso che per una persona come me che ama inesorabilmente la donna, non poteva rimanere indifferente alla storia di Gabriella.
Il secolo appena trascorso è stato un secolo di opportunità, infatti, le tante calamità, le guerre, la modernità che chiamava, la corsa verso le rivoluzioni lavorative e le grida per la liberazione femminile, tutto questo e ancora altro sono state opportunità per partorire eroi invisibili o vigliacchi rumorosi, questo al di là di ogni disegno geografico, tutto è avvenuto lungo l’intero stivale. Amo la bella Italia: quando dico la bella Italia, non mi riferisco ai soli monumenti, alle tante riviere e altre bellezze italiane che pur ci onorano. Mi riferisco all’altra bella Italia, quella che meno si nota, che meno se ne parla, ma eppure c’è stata e c’è, quella che ci rende unici al mondo, quella che ci fa amare e odiare da tanti: all’Italia culturale, a quella femminile, a quella del volontariato, quella libertina, quella musicale, quella combattiva e quella della fede. Credetemi, se l’Italia può vantarsi di tutto questo e non solo, lo deve soprattutto alle sue donne, le nostre femmine che hanno saputo e sanno primeggiare in ogni ruolo! Sono onorato di essere nato in questo secolo, non potevo dunque non innamorarmi di una storia che di questo passato secolo ne è stata parte integrante. Ecco perché dico a tutte le Gabrielle del mondo, leggete e siate onorate e orgogliose di questa storia che comprende altre mille storie, trovatevi e se non vi trovate traetene spunto per le vostre vicissitudini, per i vostri momenti difficili! Che sia per voi ogni pagina un dissetante, un aiuto, un urlo di orgoglio femminile.
La bella Italia di oggi, ma soprattutto quella di ieri, quella delle femmine che ogni dieci spalate di fango si permettevano una veloce spazzolata o una furtiva passata di rossetto, quelle che trasportavano per chilometri di sentieri, a piedi scalzi, chili e chili di “mappate” ai loro uomini in guerra, nelle cave o nei campi e che prima di arrivare alla meta, era normale fermarsi a dare una spolverata e una sistemata, perché la donna è bella anche di più nella sua forza, nella sua vanità, nella sua femminilità!
Pensiamo alle nostre nonne, analfabete per forza e sagge per natura, che senza parlare ci hanno lasciato tanto!
Che quest’opera possa essere un film da raccontare ai nostri giovani, giovani che pur per quelle donne oggi contano e ne sanno qualcosa in più.
L’inno di Mameli? Ha un solo difetto, si è dimenticato delle donne italiane che pur ne hanno scritto una buona parte.
Mi limito a dire grazie a tutte le Gabrielle che riescono a darmi ragione e auguro a ogni uomo del mondo di trovare nelle donne tutto ciò che vi ho trovato io…e non ho dovuto sudare neppure tanto!

Giuseppe Verriotto

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