ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Def, D'Anna (ALA): "Documento è ennesimo 'pannicello caldo', ma non è colpa del governo. Serve svolta liberale"

28/04/16

Siamo qui ad approvare l'ennesimo pannicello caldo. Ma non è colpa del viceministro Morando. E' colpa di una mentalità che stenta a morire e che ci impone una svolta che non possiamo più rinviare. Bisogna sciogliere le briglie all'economia ed al libero mercato". Lo ha detto, in aula, il senatore del gruppo ALA, Vincenzo D'Anna, intervenendo nella discussione sul Def 2016.

FotoROMA. "Siamo qui ad approvare l'ennesimo pannicello caldo. Ma non è colpa del viceministro Morando. E' colpa di una mentalità che stenta a morire e che ci impone una svolta che non possiamo più rinviare. Bisogna sciogliere le briglie all'economia ed al libero mercato". Lo ha detto, in aula, il senatore del gruppo ALA (Alleanza Liberalpopolare Autonomie), Vincenzo D'Anna, intervenendo nella discussione sul Def 2016.
"Siamo un paese in braghe di tela - ha proseguito D'Anna -, nel quale le prime quattro voci di spesa sono rappresentate da pensioni, stipendi agli statali, sanità e 80 miliardi di interessi passivi. Sono questi i limiti e gli ambiti all'interno dei quali qualunque governo è chiamato a muoversi". "Finora - ha aggiunto il senatore di ALA - abbiamo avuto un governo che si è timidamente affacciato alla stagione del riformismo, un governo che ha ereditato 50 anni di gestione dello Stato attraverso la leva della spesa e del debito crescente. Mi chiedo, allora, quando daremo corso alla svolta liberale nelle istituzioni, dando al libero mercato di concorrenza la possibilità di permeare economia ed ambiti di intervento dello Stato?".
Se, ha detto D'Anna "alle precedenti generazioni è stato facile accontentare i contemporanei che votano e protestano, addebitando il conto ai posteri che non votano e non protestano, questo a noi non è più consentito farlo. Non ce lo consente l'Europa. Non ce lo consentono 2.200 miliardi di debito". Tuttavia, ha concluso D'Anna, "una via esiste. Ed è obbligata: inserire all'interno di ogni contesto statale il criterio della misurazione terza della produttività, dell'efficienza e del rapporto costo-benefici anche se questo dovesse portare ad uno scadimento dei consensi".

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