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Deputato EU Michl Ebner: la caccia puo’ farci uscire dalla crisi

05/02/09

Intervista esclusiva su ‘Il Cacciatore italiano' a Michl Ebner deputato europeo e massimo riferimento nella Ue per Caccia e Ambiente.

Il contributo della caccia come occasione per uscire dalla crisi economica, creare decine di migliaia di posti di lavoro e rilanciare il ruolo del cacciatore nella gestione dell’ambiente: sono questi i temi che affronta in un’ intervista esclusiva su ‘Il Cacciatore italiano‘, uno fra i più importanti e diffusi periodici in Europa con 420.000 copie, l’on. Michl Ebner, 56 anni, deputato europeo e massimo riferimento nella Ue per Caccia e Ambiente.
Ebner dice fra l’altro che il fatturato annuale della caccia viene calcolato in circa 15 miliardi l’anno, il costo di 2 tunnel di 60 km sotto il Brennero o, se si preferisce, il compenso annuale di 25.000 euro per 600 mila persone.Per il deputato è necessario “collegare il cacciatore al territorio dandogli maggior responsabilità”. “Farlo gestore diretto e quindi artefice di un destino sul territorio che non può essere affidato solo alla passione ma deve avere solidi fondamenti scientifici. Dove viene fatta razionalmente, - afferma - la gestione dà ottimi frutti in selvaggina e responsabilizzazione. Oggi ancor più la caccia è consapevolezza, è un prodotto della coltivazione della risorsa selvaggina”.

E’ fermamente convinto che la caccia può contribuire al rilancio:
“Sono sicuro che possa e debba continuare ad avere un ruolo importante, e in certe zone addirittura determinante, nell’economia.”

Sulla situazione della caccia in Italia: “Da alcuni indicatori penso stia migliorando. In paragone al passato, e mi riferisco in questo a quanto accadeva prima dell’approvazione della legge nazionale, si sta camminando sulla via di un progresso. I primi passi sono stati difficili, tormentati anche, ma credo proprio che si sia avviati verso un recupero di capacità, di volontà e anche di entusiasmi che per nostra fortuna erano sopiti, non spenti”.

“Ritengo che quanto fanno i cacciatori sia poco pubblicizzato.
Recuperano ambienti, ripristinano territori, conservano specie, si dedicano a ripopolamenti e sorveglianza, in tempi di particolari necessità climatiche portano cibo agli animali. Inoltre partecipano alla Protezione civile, alla salvaguardia dei boschi, eppure direi faccia più strepito sulla stampa un uccellino salvato da un naturalista che decine di migliaia di selvatici mantenuti in vita proprio dai cacciatori con i loro interventi di emergenza. Sì, occorre proprio ripensare il modo di comunicare la caccia che ha solo brevi momenti col fucile e tanti altri invece con attrezzi da lavoro…”.

Ogni anno si discute di deroghe: “Il cacciatore deve avere le certezze sui tempi di caccia e delle specie. Viste dall’Europa le deroghe paiono lontane, ma questo non significa ci siano estranee.
Ecco, immagini un’autostrada e subito dopo le vie statali e regionali di collegamenti nel territorio. Queste le chiami pure deroghe”.

Ufficio Stampa Federcaccia



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