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Diario di guerra, morire in trincea

14/01/15

Nel centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, la sconvolgente testimonianza di un giovane poco più che ventenne, cronista di sofferenze sovrumane, tra notti insonni e assalti alla baionetta.

FotoIl soldato di leva Giuseppe Iannuzzi, classe 1895, distretto militare di Potenza, chiamato alle armi per mobilitazione col R. D. del 22 Maggio 1915, giunge in territorio dichiarato in stato di guerra a metà ottobre dello stesso anno. L’impatto fu terribile, neppure un istante per poter pensare ai morti, ai feriti, alle proprie ferite, bisognava resistere, attaccare e trovare l’attimo per guardare l’orologio, per seguire i tempi della guerra e trasformarsi in un cronista, creando una memoria con un distacco che in quelle situazioni pareva inverosimile.

Il libro “DIARIO DI GUERRA - Il primo conflitto mondiale con gli occhi di un ventenne”, curato nella sua edizione da Nicola M. Vitola, con la presentazione del giornalista e scrittore Mario Trufelli e dello storico Piero Sorrentino, narra la vicenda personale dell’autore e dei suoi compagni, sempre in bilico tra la vita e la morte.

Il ricordo delle ore di fuoco descritte riesce umanamente insopportabile. Si gioca continuamente con la morte, si lancia un grido di aiuto, si affrontano scene apocalittiche. Il fucile arroventato fra le mani, il rimbombo nelle valli, la montagna che si illumina e trema e le buche che si formano intorno dopo le cannonate del nemico e in cui entrerebbe una intera compagnia di soldati. Tutto questo gli fa esclamare: “ma dove mi trovo?”.

I suoi vent’anni, nei momenti di paura, lo portano anche a sognare, a scrivere e a riportare sonetti, canzoni e poesie, pensando alle donne belle, a quelle che sanno amare e a quelle che sanno tradire. Lui si rifugiava nella poesia, pensava alla vita anche se la morte gli stava accanto, perché voleva vivere, voleva tornare alla normalità, considerando la realtà che lo circondava come un incubo. “Io parto, ma non torno più – aveva confidato tra le lacrime ad alcuni amici prima di ripartire dopo l’ultima breve licenza goduta – dove vado è l’inferno. Voi non potete neanche immaginarlo”.

Il volume è distribuito da “laFeltrinelli”.

Per ulteriori informazioni:
Nicola M. Vitola
nimavin@libero.it



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