AZIENDALI
Articolo

Essere interessanti. 8 passaggi, 7 consigli, 21 giorni.

02/10/15

Gli scaffali delle librerie, i blog e siti internet sono pieni zeppi di questi titoli che promettono di renderti un genio, di avviare una start up, di essere felice ecc. in soli 21 Giorni. Qualsiasi cosa tu voglia fare /essere bastano solo 21 giorni. Articolo della Dott.ssa Annalisa Messinese psicologa del lavoro e psicoterapeuta

Di solito c’è sempre un numero, un rassicurante numero che indica il tempo che vi servirà per diventare dei fenomeni in ogni dove: brillanti oratori, conquistadores, piccoli geni da un punto di vista intellettuale e relazionale, creativi che non si spiega, grandi uomini di successo!
E tutto in un tempo limitato e definito perché si sa noi qui si ha bisogno di certezze e di pochi sforzi! C’è già la crisi, la politica, gli sbarchi degli immigrati a creare un senso di incertezza, confusione e smarrimento, e c’è già il lavoro (quando c’è) ad assorbire energie e fatiche!
Quello che ci serve è proprio questo: un life coach con il suo libro che abbia in copertina quel rassicurante titolo capace di galvanizzare anche i più sfiduciati, mettendo insieme una duplice promessa: riuscirai e riuscirai in poco tempo.
Poi si sa le vacanze sono servite a questo: a capire fuori dalla solita routine che ci sono delle cose che non vanno, che si può fare meglio, che si può essere migliori. E i primi mesi dopo la ripresa servono proprio a questo: un piano di attacco infallibile alla conquista dello status desiderato. Ma si sa, imprese ardue richiedono alleati fedeli e affidabili. Niente paura, non c’è da preoccuparsi perché in soccorso arrivano i life coach, i loro libri che sembrano sorridere sugli scaffali delle librerie e dirti: Scegli: vuoi restare così, frustrato, con la sensazione di essere un capo, impiegato, studente, casalinga mediocre o vuoi essere anche tu… Interessante?

Ovviamente internet non è da meno: blog e siti ti insegnano come attrarre la persona giusta per te, come credere in te stesso/a e ottenere tutto ciò che vuoi e persino come e quando essere felici (o sembrarlo)! E già perché non essere felici è un indicatore che c’è qualche falla da qualche parte nel tuo piano di persona interessante e questo non è concesso! Ho letto ovviamente alcuni di questi provvidenziali vademecum cercando di guardare più con gli occhi della persona che con quelli della psicologa, per capire cosa potesse smuovere in me. Ho capito che queste guide dovrebbero prevedere un ulteriore fase o step o 22esimo giorno da dedicare alla gestione dell’ansia, quella che ti genera il pensiero di dover saper fare e saper essere un sacco di cose!

Questa consapevolezza mi appartiene già da tempo, ma qualche giorno fa l’incontro in treno con una ragazzina 12 anni mi ha aiutato a dare nome a questo dover saper essere un sacco di cose. Dopo le consuete domande di rito (che lavoro fai) mi ha chiesto se uno psicologo può avere l’ansia. Io con la massima naturalezza le ho detto: certo che si, qualche volta può capitare! A quel punto con un misto di stupore e sollievo- quasi come se le avessi svelato il terzo segreto di Fatima- prosegue con le sue domande: “ma perché gli adulti hanno l’ansia? E’ perché non riescono ad essere abbastanza interessanti?” Ora ero io ad essere stupita! E così insieme tra il serio e il faceto, abbiamo provato a vedere quali sono le fatiche moderne degli adulti, per cui si riempiono pagine e pagine di libri e per cui nascono guru come funghi!

Ne è venuto fuori un lungo elenco, che risulterà troppo lungo per qualcuno, poco esaustivo per qualcun altro:
1. Essere brutti non è concesso.
2 se fino ad una certa età non puoi essere troppo secchione, da un certo momento in poi non puoi non sapere.
3. Devi saperne di musica, se non ne sai di musica dove pensi di andare?
4. Devi saperne di cinema e di arte: se fino al liceo conta più la matematica, ad un certo punto l’arte non solo devi conoscerla ma devi anche farla.
5. Capitolo contraddizioni: vedere masterchef in tv ma non avere la tv perché non è più di moda.
6. sul lavoro non solo essere capace, ma essere brillante
7. Il capitolo centrale dell’essere interessante: pensare e dire cose interessanti, leggere e scrivere cose interessanti, avere amici interessanti, fare viaggi (i più) interessanti, fare foto interessanti (se no gli I like su facebook come li prendi?).
Ma non demoralizziamoci! C’è sempre l’insegnamento dello strabiliante libro o l’incontro con il mitico guru del momento che ti dirà che c’è soluzione a tutto! È semplice basta seguire le indicazioni come se fare tutte queste belle cose sia alla stregua del montaggio dei mobili dell’ikea o ancora meglio della sorpresa dell’uovo kinder! Indicazioni standard, taglie uniche di abiti che vanno bene un po’ per tutti: in fin dei conti di solito l’ultimo passaggio -che ricorda un po’ il salvifico tana libera tutti- si ricorda delle differenze individuali e dice “sii te stesso” (che sarebbe come dire scemo mettiti una cintura non vedi che non è la tua misura!). Tra parentesi vorrei che me lo spiegassero per bene questo meccanismo del “fai cosi per cambiare ma poi resta pure come sei!”
Ed è vero a stare fermi non succede niente e io non sono ostile al cambiamento in sé, al coraggio di chi vuole cambiare le cose e in meglio, uscendo dalla ruota del criceto che ti porta a rincorrere abitudini e circoli viziosi involutivi. La cosa che mi fa pensare- e che mi lascia (ancora) tra l’allibito e l’incazzato- è il vedere queste Vanna Marchi della psicologia o meglio della crescita personale travestiti da salvatori. C è infatti distinzione tra chi usa la psicologia per le persone e chi usa la psicologia delle persone, ovviamente con la collaborazione del marketing, per vendere un libro, il proprio mestiere e anche un pò se stessi, nel senso più spregevole del termine. Mettere dei titoli che suggeriscono come essere superman in 21 giorni significa due cose: o uno è convinto di essere un fenomeno in primis o non ha onestà intellettuale, merce rara oramai. Propendo per quest’ultima opzione. Essere pagati per il proprio lavoro è infatti cosa diversa da vendersi facendo leva sui bisogni illusori e talvolta disperati della gente. Spesso questi libri o corsi contengono spunti interessanti, tecniche utili, informazioni scientificamente corrette ma utilizzando certi titoli allusivi si asservono alle logiche del business che ben risponde a facili soluzioni innanzi a grandi richieste di cambiamento. La verità (la mia ovviamente) è che il cambiamento è possibile ma faticoso, che le persone non ti vorranno più bene e non ti stimeranno di più se ti metti a fare il fenomeno, che non tutto (compresa la “felicità”) può dipendere da te- molto ma non tutto- e che essere “grandi” significa essere autentici, avere il coraggio di essere felici così come di essere tristi, capaci in qualcosa come incapaci in altro, curiosi come noiosi, decisi come insicuri. Cosa c’è di più “interessante” di essere uno, nessuno, centomila? Anzi –scusate- 1, 0, 100.000.



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