SPETTACOLO
Comunicato Stampa

Fair Play - Sei disposto a fermare il gioco?

21/03/13

Da stasera visibile in rete a questo indirizzo http://fairplaymovie.org

Un film che nasce dalla vita vera, per tornare alla vita vera sotto forma di community.
La solidarietà è trasparenza e dobbiamo re-imparare a dire: voglio “essere umano”.
Il progetto si divide in tre parti: quello che è, cosa succederebbe se fosse troppo tardi e cosa possiamo fare affinché non succeda. Le prime due parti sono nel film, la terza è in tutti noi.

Visibile gratuitamente da stasera ore 21
http://fairplaymovie.org

Fair Play “Nasce dalla necessità. Credo che, molto spesso, gli italiani siano fermi al lamentarsi e basta, anzi, in certe occasioni, credo che l’italiano abbia bisogno di lamentarsi, demandando tutto a qualcun altro. Lo stavo facendo anch’io. Nel mio piccolo forse non interessava, né intaccava nessuno, ma lo stavo facendo. Mi stavo lamentando di come la gente fosse superficiale ma non stavo facendo niente. Quando me ne sono reso conto, è stato parecchio doloroso. Ho cominciato davvero a leggere le notizie sul giornale. Sono ritornato a vederle con gli occhi e non dietro un vetro, come se stessi guardando un film in tv. Ricordo un periodo della mia vita in cui guardare scene di guerra al telegiornale era meno emozionante che seguire un film d’azione e mi domandavo cosa ci fosse di così terribile in quelle immagini. Ora lo so: ci sono le emozioni delle persone, la sofferenza, il dolore. E poi ho scoperto che il dolore può essere più terribile della morte. Rendersi conto di quello che hai intorno, signore anziane che pagano quelle due cose di spesa che si possono permettere, con monete, perché non hanno altro e non possono permettersi altro. Ho pianto non so quanto nel leggere di più di una signora anziana, persone che potrebbero essere mia nonna, con la stessa faccia raggrinzita, con le stesse rughe intorno al sorriso, con gli stessi occhi trasparenti e persi chissà dove, con le stesse mani tremanti, rubare qualcosa, una sciocchezza, fare un gesto che mai si sarebbero sognate e che, come nei migliori copioni cinematografici, vengono beccate sul fatto. Oltre il danno, la beffa. L’umiliazione. Riuscivo a vederle anche dalle parole scritte nero su bianco, ne percepivo la sofferenza, la mancanza di dignità indotta. Non potevo stare ancora fermo a lamentarmi, così ho chiuso la bocca e aperto il cuore.
Ed ecco l’idea del progetto: nasce con il bisogno di comunicare un messaggio. Volevo far vedere alle persone qual è la situazione in Italia. La situazione della gente comune, quella che combatte ogni giorno con le mille ingiustizie che trova sulla propria strada, non tralasciando anche le ingiustizie proprie. Volevo andare oltre il giusto o sbagliato, volevo far vedere che le persone sono fragili, hanno paura, si chiudono dietro una corazza. Insomma, volevo parlare delle persone comuni, in modo vero. Da lì è iniziato, come una frana, tutto il resto: il film diventa lo spunto per far vedere una realtà che conosciamo tutti in cuor nostro, ma che evitiamo di vedere; il film vuole anche farci capire che non abbiamo molto tempo e che le cose possono peggiorare; poi è nata l’idea del sito e della sua natura: essere un punto di incontro per aiutarsi e far sì che quella brutta possibilità di peggioramento, non accada. Sono estremamente convinto che la solidarietà ci possa salvare. Lo ha già fatto nel dopoguerra e può farlo ancora, stavolta definitivamente. C’è un grosso cambiamento nell’aria. C’è da parecchi mesi. Un cambiamento che è maturato negli anni e che finalmente è qui, non possiamo ignorarlo.” Marco Reale regista del film.



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