PRODOTTI
Comunicato Stampa

FERRO colloidale puro, il miglior modo di assimilare ferro senza effetti collaterali

Il ferro è un elemento indispensabile al nostro organismo. La sua funzione principale riguarda la produzione dell'emoglobina, la proteina presente nei globuli rossi che permette il trasporto dell'ossigeno a tutti i tessuti, e della mioglobina, un'altra proteina deputata a fissare l'ossigeno all'interno dei muscoli. È inoltre essenziale per il buon funzionamento di diversi altri enzimi e proteine.

FotoCirca il 70 per cento del ferro presente nel corpo umano è contenuto nei globuli rossi, legato all'emoglobina e un altro 10 per cento si trova all'interno della mioglobina. Il restante 20 per cento circa va a formare (nel fegato, nella milza, nel midollo osseo e nei muscoli scheletrici) una riserva. Questa riserva è necessaria ogni volta che ci sia un improvviso aumento del fabbisogno di ferro, come avviene per esempio in seguito a una emorragia, quando l'organismo deve provvedere a produrre una gran quantità di nuovi globuli rossi.

FUNZIONI DEL FERRO
Il ferro è un componente essenziale di centinaia di proteine ed enzimi che supportano funzioni biologiche essenziali, come:

• il trasporto di ossigeno (affidato ad emoglobina e mioglobina);
• la produzione di energia;
• la sintesi del DNA.

La carenza di ferro è la carenza nutrizionale più comune al mondo. Colpisce principalmente i bambini, le donne in età fertile, le donne incinte, i donatori di sangue frequenti e le persone con determinate condizioni mediche.

Tra le cause comuni di carenza di ferro ricordiamo:

• l’assunzione inadeguata di ferro a causa di una dieta povera o restrittiva;
• le malattie intestinali;
• un aumentato fabbisogno di ferro durante la gravidanza o l’attività fisica di durata;
• le perdite di sangue durante i periodi mestruali;
• le varie cause di sanguinamento interno.

Qualunque sia la causa, la carenza grave di ferro può provocare spiacevoli sintomi, che possono influire negativamente sulla qualità della vita. Questi sintomi includono scarsa concentrazione e produttività lavorativa, facile affaticamento e palpitazioni. L’anemia da carenza di ferro si verifica quando le riserve di ferro nel corpo sono così basse che la sintesi dell’emoglobina e la formazione dei globuli rossi sono gravemente compromesse.

La carenza di ferro si manifesta anche con stanchezza, facile affaticamento e, se è notevole e protratta, con anemia. Altri sintomi comuni sono cefalea, palpitazioni, nevralgie, maggiore suscettibilità alle infezioni. Anche diverse manifestazioni a carico della cute e delle mucose può essere dovuta a un deficit di ferro: bruciori alla lingua, piccole fessurazioni (ragadi) agli angoli della bocca e delle unghie. E i capelli ne risentono diventando secchi e fragili.

SINTOMI CUTANEI E OCULARI
Il pallore della pelle e la colorazione pallida all’interno delle palpebre inferiori sono segni comuni della carenza di ferro. L’emoglobina nei globuli rossi conferisce al sangue il suo colore rosso, quindi livelli bassi di emoglobina rendono il sangue meno rosso. Ecco perché nei casi di carenza di ferro la pelle può perdere il suo colore sano e rosato. Questo pallore può comparire su tutto il corpo, oppure può essere limitato a un’area, come il viso, le gengive, l’interno delle labbra, le palpebre inferiori e persino le unghie.

RICONOSCERE LA CARENZA DI FERRO DAGLI OCCHI
Abbassando la palpebra inferiore, lo strato interno dovrebbe mostrarsi di un rosso vivace. Se si nota un colore rosa o giallo molto pallido, questo segno potrebbe indicare una carenza di ferro.

CI SONO MOLTE POSSIBILI CAUSE DELLA CARENZA DI FERRO
Assumere poco ferro con la dieta per lunghi periodi di tempo può causare una carenza di questo minerale.

CARENZE DI FERRO NEI VEGANI
Sebbene vegetariani e vegani tendano ad assumere quantità di ferro simili o addirittura più elevate dei non-vegetariani, sono esposti a un maggior rischio di carenza di ferro, . Tale rischio deriva dal fatto che la dieta vegetariana e quella vegana apportano principalmente ferro non EME, che viene assorbito in misura nettamente inferiore rispetto al ferro presente nei prodotti animali (2).

Per questo motivo, i vegetariani hanno maggiori probabilità di avere basse riserve di ferro. Inoltre, una percentuale maggiore di questi soggetti presenta anemia da carenza di ferro, soprattutto le donne in premenopausa (3).

INCAPACITÀ DI ASSORBIRE IL FERRO
Alcuni disturbi o interventi chirurgici che interessano lo stomaco e l’intestino possono diminuire la capacità di assorbire il ferro alimentare. In questi casi, anche se la dieta è abbastanza ricca, può comunque svilupparsi una carenza di ferro.

Tra gli individui più esposti al rischio di uno scarso assorbimento di ferro rientrano quelli che soffrono di:

• Celiachia: malattia autoimmune che interessa circa l’1% della popolazione.
Quando le persone celiache consumano cibo o prodotti contenenti glutine, la risposta del sistema immunitario danneggia la mucosa intestinale; questo danno può causare malassorbimento di ferro e altri nutrienti, provocando anemia sideropenica.

• Gastrite atrofica: questa condizione è associata alla presenza di anticorpi diretti verso le cellule dello stomaco ed è implicata nell’anemia perniciosa. La gastrite atrofica compromette simultaneamente l’assorbimento della vitamina B12 e del ferro.

• Infezione da Helicobacter pylori: è associata ad anemia da carenza di ferro, specialmente nei bambini, anche in assenza di sanguinamento gastrointestinale.

Inoltre, l’infezione da Helicobacter pylori può avere un ruolo nella patogenesi della gastrite atrofica.
• Malattie infiammatorie intestinali (IBD): l’anemia da carenza di ferro è comunemente riportata tra i pazienti con IBD (es. Colite ulcerosa, morbo di Crohn), probabilmente a causa dell’assorbimento intestinale alterato e della perdita di sangue dalla mucosa ulcerata.

• Chirurgia bariatrica (es. bypass gastrico): alcuni tipi di bypass gastrico aumentano il rischio di carenza di ferro causando malassorbimento generalizzato.

• Malattie Croniche: l’infiammazione acuta e cronica può portare a concentrazioni circolanti anormalmente basse di ferro e allo sviluppo di anemia.

Questo tipo di anemia infiammatoria, noto anche come anemia di malattia cronica, è comunemente osservata nei casi di:

• disturbi infiammatori,
• cancro,
• malattie critiche,
• traumi,
• infezioni croniche,
• infestazioni parassitarie.
• Obesità: un’associazione inversa tra peso corporeo e stato del ferro è stata riportata in diversi studi osservazionali su bambini e adulti. Anche in questo caso, la maggiore espressione di epcidina nelle persone obese compromette l’assorbimento del ferro.

La perdita di peso potrebbe quindi ridurre la concentrazione sierica di epcidina e migliorare lo stato del ferro negli individui obesi.

Si pensa che l’anemia si sviluppi perché l’assorbimento del ferro da parte della dieta e la mobilizzazione del ferro dalle riserve corporee sono inibiti dall’up-regolazione dell’epcidina indotta dall’infiammazione.
L’epcidina è un ormone che regola il metabolismo del ferro.

In particolare, l’epcidina:

• blocca l’assorbimento di ferro nell’intestino;
• promuove il sequestro del ferro cellulare;
• riduce la biodisponibilità del ferro.

L’espressione di epcidina aumenta quando le riserve di ferro corporeo sono sufficienti e si riduce nella carenza di ferro. Tuttavia l’epicidina aumenta anche in presenza di condizioni infiammatorie, favorendo la carenza di ferro.

RIASSUMENDO, I GRUPPI DI PERSONE A PIÙ ALTO RISCHIO DI CARENZA DI FERRO INCLUDONO:

• Neonati e bambini piccoli;
• Bambini obesi;
• Donne in età fertile e donne in gravidanza;
• Atleti di resistenza;
• Donatori di sangue frequenti;
• Persone che hanno un disturbo intestinale (celiachia, malattie infiammatorie intestinali e infezioni intestinali);
• Pazienti che hanno subìto un intervento chirurgico all’intestino (gastrectomia, resezione intestinale, chirurgia bariatrica);
• Persone con insufficienza cardiaca;
• Pazienti con malattia renale cronica;
• Pazienti con cancro (colon, retto, stomaco; chemioterapia).

INTEGRATORI DI FERRO
L’integrazione di ferro è utile e talvolta necessaria per colmare le carenze alimentari di ferro. La carenza di ferro può infatti avere gravi conseguenze sulla salute e la dieta potrebbe non essere in grado di correggere rapidamente questa condizione. Pertanto, un integratore di ferro risulta spesso necessario quando la carenza di ferro è diventata sintomatica. L’integrazione di ferro generalmente prevede apporti quotidiani da 15 a 200 mg di ferro elementare. Tuttavia, ricerche recenti suggeriscono che assumere il ferro a giorni alterni sarebbe altrettanto efficace, grazie a un assorbimento migliore (4).

L’assunzione di alte dosi di ferro per bocca presenta note criticità legate ai problemi di malassorbimento intestinale. Questo inconveniente si associa alla comparsa di fastidiosi effetti collaterali a livello gastrointestinale (dolori addominali, nausea, costipazione, diarrea, colorazione scura delle feci).

Il problema è legato all’assorbimento duodenale che rappresenta solo una percentuale, circa 10-15%, del ferro introdotto. L’inconveniente è sempre stato superato somministrando dosi elevate di ferro. In letteratura si consigliano 100-200 mg di ferro elementare per somministrazione orale al dì da proseguire per alcuni mesi con l’obiettivo di reintegrare i depositi esauriti (Camaschella C. et al, 2015; Lopez A. et al, 2015). Recenti reviews segnalano che il ferro non assorbito date le sue capacità ossidanti non sia innocuo ma anzi possa danneggiare la mucosa intestinale con numerosi effetti collaterali. La presenza di un elevato valore di ferro nelle feci è associato ad un cambiamento della flora microbica intestinale con proliferazione delle specie patogene e diminuzione di quelle eubiotiche (Zimmermann MB et al, 2010).

LATTOFERRINA
La lattoferrina, somministrata per via orale, contrasta la carenza di ferro (5):

• facilitando l’assorbimento del ferro nell’intestino,
• inibendo i processi infiammatori responsabili di anemia delle malattie croniche.

Secondo una meta-analisi di 4 studi clinici su 600 donne gravide, la lattoferrina bovina orale è efficace quanto il solfato ferroso (un comune integratore di ferro) nel migliorare i parametri ematologici, ma presenta meno effetti collaterali a livello gastrointestinale.

La lattoferrina ha inoltre mostrato effetti migliori sui livelli di emoglobina nelle donne in gravidanza con anemia moderata, rispetto al solfato ferroso.

In uno studio su 16 podiste di lunga distanza, l’integrazione di lattoferrina e ferro per 8 settimane è risultata più efficace del ferro isolato nell’aumentare la conta dei globuli rossi e nel ridurre i livelli di acido lattico dopo una corsa di 3.000 metri (6).

FERRO COLLOIDALE PURO, UN MODO NUOVO DI ASSIMILARE FERRO SENZA EFFETTI COLLATERALI PERCHÉ VIENE ASSORBITO DIRETTAMENTE DALLE MUCOSE E NON IMPEGNA IL TRANSITO INTESTINALE.
La biodisponibilità di Ferro Colloidale permette l’apporto ottimale di ferro elementare con soli 20 spruzzi giornalieri, vantando appunto una biodisponibilità di circa 5 volte superiore alla media dei più comuni sali ferrosi. Infatti con 20 spruzzi giornalieri per gli adulti (15 per i ragazzi) si soddisfa ottimamente il fabbisogno di ferro giornaliero oltre a quello che si assorbe mediamente attraverso il cibo.

La formulazione in nanotecnologia oltre che a favorire l’assorbimento riduce al minimo gli effetti collaterali gastrointestinali dei normali integratori ferrosi come diarrea, stitichezza, nausea, vomito, dolori addominali e colorazione nera delle feci.

Fonte: https://magazine.x115.it/

BIBLIOGRAFIA
1. Biodisponibilità di ferro, zinco e altri oligoelementi dalle diete vegetariane (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12936958/)
2. Biodisponibilità del ferro e valori dietetici di riferimento (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20200263/)
3. L'effetto delle diete vegetariane sullo stato del ferro negli adulti: una revisione sistematica e una meta-analisi (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27880062/)
4. Assorbimento del ferro da integratori orali di ferro somministrati a giorni consecutivi rispetto a giorni alterni e come dosi singole mattutine rispetto a dosi frazionate due volte al giorno in donne con deplezione di ferro: due studi randomizzati controllati in aperto (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29032957/)
5. Lattoferrina per la prevenzione e il trattamento dell'anemia e dell'infiammazione nelle donne in gravidanza: una revisione completa (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34440102/)
6. Effetto preventivo dell'assunzione di lattoferrina sull'anemia nelle corridori di lunga distanza (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18391460/)



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Erboristeria Arcobaleno
Responsabile account:
Gentilin Maria Cristina (Titolare)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
RSS di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere