SPETTACOLO
Comunicato Stampa

Gennaro Testa rivisita Novecento di Alessandro Baricco

27/09/11

In una suggestiva cornice dal sapore antico, circondata dalle mura di uno dei castelli napoletani più belli, Gennaro Testa ci ha regalato una versione rivisitata e nella struttura che nella messa in scena del celebre monologo di Alessandro Baricco.

Questa volta il piroscafo "Virginian" quello su cui Danny Boodman T.D. Lemon Novecento faceva con il pianoforte quello che voleva, è salpato dal cortile interno del Maschio Angioino di Napoli. Un viaggio come sempre pieno di fascino. Un viaggio durato due ore in cui abbiamo avuto il piacere di poter godere di un monologo intenso, dalla narrazione brillante e sopra tutto decisamente diverso dalle precedenti versioni di chi lo aveva già raccontato. Gennaro Testa ha curato anche la regia dello spettacolo coadiuvato dalla bravissima Laura Lisanti che egli ha voluto in scena con lui per "rompere" quel tradizionale campo gravitazionale" che da sempre isola il monologhista, scelta azzeccata considerato che lo spettacolo ne ha decisamente guadagnato risultando ancor più godibile e stuzzicante. Ma ciò che l'ha fatta da padrone è la indiscussa maestria con cui l'attore napoletano ha incantato la platea. Una interpretazione degna di nota e resa ancora più incisiva da quella particolare capacità di tenere la scena che Gennaro Testa ha sempre dimostrato di possedere.
Due ore intense di emozioni, di colpi di scena, in cui lo straordinario capolavoro di Baricco, da cui è stato tratto il film "La leggenda del pianista sull'oceano" diretto da Giuseppe Tornatore, sono letteralmente volate al punto da lasciare nella bocca dei tantissimi presenti una sorta di appetito insoddisfatto. Segno questo di un grande senso di equilbrio tra drammaturgia e orologio. Non sono mancati gli applausi a scena aperta con cui il pubblico ha più volte sottolineato l'ottima performance. Una presenza decisamente sobria e piacevole quella della giovane attrice Laura Lisanti, che nascosta dietro ad una vela animava con la sua silhouette alcuni personaggi del racconto,compreso lo stesso Novecento mentre discende la scaletta del Virginian, fino a tramutarsi poi nel pianoforte che lento scivola sul pavimento di legno del salone da ballo della prima classe per terminare in un valzer forse un po' troppo fugace. Molto riuscita anche l'idea scenica. Tre ambienti, una vela a simboleggiare il viaggio, uno spazio intimo in cui il narratore si rifugia, ed infine la sala macchine dove prende vita l'epilogo del racconto. Tre ambienti diversi tra loro ma evidentemente uniti da un sottile filo narrativo e psicologico. Anche le musiche scelte per sostenere alcuni momenti strutturali del racconto hanno saputo aiutarci a sognare.
Insomma si può affermare senza tema di smentita che venerdi sera il pubblico che ha avuto il privilegio di assistere alla performance abbia ben speso il proprio tempo.

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Gianfranco Torre (Giornalista)
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