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Comunicato Stampa

“Gli Aragonesi di Napoli. Una grande dinastia del Sud nell’Italia delle Signorie” - presentazione del volume del docente universitario Giuseppe Caridi

22/02/21

Reggio Calabria: incontro da remoto con il Circolo Culturale “L’Agorà” sul periodo degli Aragonesi di Napoli. Nel corso della giornata di studi viene presentato il saggio storico di Giuseppe Caridi, professore ordinario di Storia moderna nell’Università di Messina.

FotoIl Circolo Culturale “L’Agorà” organizza un nuovo incontro da remoto , presentando il saggio storico del prof. Giuseppe Caridi “Gli Aragonesi di Napoli. Una grande dinastia del Sud nell’Italia delle Signorie”. Alla morte di Giovanna II scoppiò una guerra di successione tra i pretendenti al trono vinta da Alfonso d’Aragona (1442), che fece di Napoli, dove trasferì la corte e la Cancelleria di tutti i suoi domini, il centro della politica aragonese di egemonia nel Mediterraneo. Il nuovo sovrano mise in atto una serie di riforme, come quella della Sommaria, istituì le Udienze provinciali che andarono a sostituire i Giustizierati angioini. Un’altra riforma, che riguardò le Universitas, fu quella tributaria che abolì le “collette” e quella inerente alla regolamentazione della funzione del notaio . Alfonso I di Napoli, detto il Magnanimo per la prodigalità verso gli uomini di cultura che facevano parte della sua corte , dove risiedevano umanisti di notevole livello come Porcellio dei Pandoni, il Panormita e Lorenzo Valla, mentre altri, tra cui Bartolomeo Facio, Giovanni Gioviano Pontano, Pier Candido Decembrio, Gregorio da Tiferno, Lorenzo Buonincontri, Poggio Bracciolini e Giannozzo Manetti lo raggiungeranno nel corso della lunga dimora napoletana. Alla morte di Alfonso I , il Regno venne investito da forti conflittualità interne contro il successore si aprì un conflitto interno (1459-1464) contro il figlio Ferrante, guidato dalla feudalità anti-aragonese, durante il quale i feudatari ba-roni ribelli attaccarono frontalmente il re ponendo forti rivendicazioni. Per un lungo periodo, con lo stesso fondatore e con il suo secondo esponente, Ferdinando I, comunemente chiamato Ferrante - per i suoi natali illegittimi subentrato al padre solo in quel Regno e divenuto quindi un sovrano nazionale – gli Aragonesi ricoprirono una posizione preminente nell’ambito dei Potentati italiani. Con la scomparsa di Ferrante nel 1494 si entrò in una fase di declino, caratterizzata sul fronte interno dall’avvicendamento di tre sovrani in poco più di un biennio e a livello internazionale dall’intenzione delle grandi monarchie nazionali della Francia, prima, e della Spagna, poi, di conquistare il Mezzogiorno d’Italia. Dopo il breve regno del fratello maggiore Alfonso II, succeduto al padre nel gennaio 1494, e del nipote Ferdinando II, più noto come Ferrandino - a favore del quale incalzato dall’avanzata del Re di Francia, Carlo VIII, il padre Alfonso II abdicò dopo un anno di regno – fu Federico, secondogenito di Ferrante, asceso al trono nell’ottobre 1496, impotente a resistere al simultaneo attacco francese e spagnolo, a concludere nel 1501 con l’esilio in Francia l’epopea degli Aragonesi di Napoli. Nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 21 febbraio. 



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