ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Il FAI promuove villa torretta con visite guidate tra arte, storia e “delizie”

12/03/15

Il FAI – Fondo Ambiente Italiano, in occasione delle Giornate FAI di Primavera, apre al pubblico la residenza nobiliare restaurata di Sesto S.G., tra le più affascinanti ville gentilizie lombarde La struttura seicentesca, il prezioso oratorio barocco caro al Card. Borromeo, affreschi fiamminghi e di scuola lombarda, marmi, stucchi, dipinti, medaglioni e stemmi dei casati delle nobili famiglie milanesi

Fondo Ambiente Italiano ha selezionato Villa Torretta di Sesto San Giovanni tra le nuove località da promuovere con visite gratuite e guidate nelle Giornate FAI di Primavera. Accurati restauri hanno ridato splendore alla villa di “delizie e piaceri” del Seicento posseduta e vissuta dalle nobili famiglie milanesi che l’hanno resa tra le più affascinanti ville della Lombardia e la cui storia è oggi ripercorribile tra arte e cultura.
Posta poco oltre il confine nord-est di Milano, a Sesto San Giovanni, nel Parco Nord, Villa Torretta è una monumentale residenza gentilizia suburbana, riedificata sull’area di una precedente costruzione fortificata, di epoca medioevale le cui tracce sono ancora visibili. La sua pianta architettonica a U produce due corti: l’una rurale, l’altra signorile; accostamento che riflette una duplice funzione sociale, secondo un uso tipico delle ville suburbane milanesi.
La contessa Delia Spinola Anguissola, agli inizi del 600, la fece diventare “centro di bel vivere e raffinate beatitudini, villa di piaceri e delizie”. La villa si riempì di marmi, di affreschi, di saloni riccamente decorati; si impreziosisce con soffitti e bellissimi giardini di fiori e piante rare. Le più ricche e blasonate famiglie nobiliari milanesi (Spinola, Marino, D’Este, Serbelloni, Grimaldi, Busca, Arconati, Visconti ecc) si alternano nella proprietà e gestione della residenza, sempre in evoluzione, aperta all’economia e alla cultura del territorio sino ai primi del 900, quando la struttura degrada a cascina e dormitorio per le maestranze della Breda.
Abbandonata sino agli anni Settanta, oggi la Villa è stata recuperata attraverso un meticoloso e appassionato restauro rilanciando la sua antica vocazione all’ospitalità di prestigio e di relax con l’operatività del Grand Hotel Villa Torretta. E’ stata recuperata tutta la parte pittorica prima sconosciuta e sono stati ricollocati affreschi che erano stati precedentemente strappati e conservati alla Certosa di Pavia.
I percorsi prendono avvio dall’imponente portale barocco che introduce alla chiesetta dell’Oratorio gentilizio di Santa Margherita, voluto dal nobile Marino – che diede il nome anche al Palazzo Municipale di Milano – e caro al Card. Borromeo. Gli affreschi di pregevole qualità e ben conservati sono attribuiti alla scuola dei fratelli Procaccini. La visita prosegue scorrendo la raffinata originalità del portico e dei loggiati, nel susseguirsi di maestosi saloni: il Salone delle Rondini, uno spettacolo di affreschi e di ariose architetture dipinte sempre giocati sulla trasparenza con l’ambiente esterno e paesaggi agresti di scuola fiamminga; il Salone degli Stemmi che rassegna le insegne delle famiglie nobiliari che hanno abitato e arricchito la struttura. Di particolare fattura i soffitti lignei decorati e affrescati e le numerose grottesche simili a quella delle coeve Villa d’Este e Villa Litta di Lainate.
L’importante riconoscimento del FAI apre al pubblico uno dei più interessanti luoghi della storia e della cultura lombarda, residenza delle più prestigiose casate nobiliari milanesi che dal Seicento sino all’Unità d’Italia si sono alternate nella conduzione della villa dando consistenza ad un patrimonio di suggestioni artistiche e di strutture funzionali che costituiscono un’importante testimonianza delle radici e dell’identità milanese.
Le visite sono gratuite, guidate da esperti volontari del FAI, dedicate a tutta la famiglia.
Ritrovo presso Grand Hotel Villa Torretta, via Milanese 3 a Sesto San Giovanni. Linea metropolitana M5 (linea Lilla, fermata Bignami).

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Simonetta Gerra (Ufficio Stampa)
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