ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Il Giudizio Universale - Visual Show di Paolo Miccichè

Mosca, Kremlin State Palace - 30 settembre 2012 - Un evento straordinario, nel prestigioso Kremlin State Palace di Mosca: la musica di Giuseppe Verdi si fonde con l’arte visiva del Giudizio Universale di Michelangelo nella regia visionaria ideata dal “poeta della luce” Paolo Micciché

Verdi e Michelangelo insieme al Cremlino per una rappresentazione universale.
Nata su commissione del Palais des Festivals di Cannes nel 2010, “Il Giudizio Universale” - opera di Paolo Micciché, visual director apprezzatissimo in Italia e all’estero - approda ora, rinnovata per l’occasione dell’Anniversario verdiano, in uno degli spazi teatrali più grandi al mondo a beneficio dei suoi 6mila spettatori: il Kremlin State Palace di Mosca, la sede storica del PCUS dove i delegati si sono riuniti per 30 anni, oggi trasformata in un gigantesco teatro.

Musica, arte e virtualità sono riuniti in uno spettacolo in cui l’arte visuale dell’eclettico regista italiano - fatta di luce e immagini proiettate - incontra la musica di Giuseppe Verdi, la cui Messa da Requiem viene visualizzata attraverso le immagini degli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo.

Con “Il Giudizio Universale” Micciché fa così incontrare l’opera dei due grandi artisti italiani sfruttando la profonda affinità che esiste tra i loro linguaggi espressivi: la stessa tensione verso la centralità dell’uomo, la ritmica compositiva e il comune rilievo plastico delle masse sonore e visive. In questo modo, nel concepire Il Giudizio Universale, Micciché ha inteso aggiungere un valore aggiunto al capolavoro verdiano, rinnovando il senso della consueta esecuzione in forma di concerto, ormai minata da un’alterata percezione dovuta alla accelerazione della vita moderna e alla sempre più sofisticata e viziata fruizione audiovisiva domestica.

Le affermate tecnologie visive - che Micciché sperimenta ormai da quindici anni - trasportano lo spettatore nelle suggestioni visive degli affreschi michelangioleschi, fino all’immersione completa nel Giudizio Universale, suggellato dall’arrivo degli angeli con le trombe a coinvolgere direttamente tutto il pubblico in sala; pubblico che viene portato virtualmente all’interno della Cappella Sistina, conducendolo in una narrazione per immagini che rappresenta in modo personale e suggestivo la mirabile opera michelangiolesca che Goethe definì “una visione straordinaria e un’esplorazione umana al di sopra di ogni attrazione della natura”.

Il Requiem verdiano è stato ripensato da Micciché con questa prospettiva, in una nuova sequenza dei numeri musicali, in questo modo diventando più spettacolo teatrale e meno liturgia. L’Oratorio inizia infatti con il Libera me domine che Verdi aveva scritto anni prima come isolato contributo a un progetto di Requiem collettivo, trasformato in una Petit Messe Solenelle in onore di Verdi stesso, così come lui intendeva fare rispetto a Rossini. Con il Sanctus inizia il Giudizio Universale vero e proprio, che termina con la sequenza del Dies Irae e con il Lacrymosa in cui tutti - solisti, coro, pubblico in sala - condivideranno la condizione umana di fronte alla morte. Attraverso una diversa drammaturgia, quindi una diversa sequenza, insieme al valore aggiunto dell’arte visiva di Michelangelo, il capolavoro di Verdi appare ancora più straordinario e va diritto a quel nucleo “fisicamente emozionale” che è uno degli aspetti più importanti della poetica verdiana.
L'esecuzione musicale è affidata alla prestigiosa orchestra sinfonica di Mosca e al Coro dell’Accademia di Stato diretti da Dmitri Jurowski.(circa 400 persone).

In passato Micciché aveva già portato sulle scene di tutto il mondo opere realizzate esclusivamente da suggestioni visive immateriali; tra le altre, le verdiane Macbeth e Aida - quest’ultima al fianco di Placido Domingo direttore d’orchestra, in una celebrata edizione alle Terme di Caracalla - oltre al debutto italiano di questo linguaggio visivo con la Madama Butterfly di Giacomo Puccini per l’Arena di Verona, realizzata solo con grandi proiezioni dinamiche ad esaltare il mondo immaginifico della protagonista nell'enorme spazio visivo areniano.


Biografia di Paolo Micciché – Regista e Visual director

Laureato in Storia della Musica all'Università di Milano, insegna Arte scenica a Siena. Debutta come regista a Santiago del Cile nel 1985, con un Così fan tutte con le scene e i costumi del suo Maestro Beni Montresor. Dal sodalizio con Montresor nasce anche una fortunata edizione high-tech di Hansel e Gretel di Humperdink al Grand Opera di Houston. I suoi allestimenti fanno uso di avanzate tecnologie per la proiezione della luce e delle immagini; queste ultime traggono spunto dall’arte figurativa classica così come da quella moderna del cinema. Ha portato negli Stati Uniti e in tutto il mondo le grandi opere dei compositori italiani, dai Vespri Siciliani a Macbeth, da Norma ad Aida. Da segnalare la sua versione della Madama Butterfly allestita nel 1999 all’Arena di Verona e, più recentemente, la scenografia fatta di luci e immagini per il musical Divina Commedia al Teatro Tenda di Roma nel 2008. Sul versante architetturale, il grande successo popolare della Cavalleria Rusticana realizzata per il Teatro Lirico di Cagliari sulle facciate delle chiese della Sardegna e delle due edizioni di Romagnificat ai Mercati di Traiano e in Piazza del Popolo.
Nel 2010 presenta Il Giudizio Universale in prima mondiale al Palais des Festivals di Cannes.

Info e contatti:
www.paolomicciche.it
http://kremlinpalace.org/en/events/view/1427/

Ufficio stampa
Rossana Tosto
mail: rossanatosto@gmail.com
phone: 333.4044306



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