ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Il mistero delle Pietre dell'Incavallicata

13/04/21

Reggio Calabria: nuovo incontro da remoto con il Circolo Culturale “L’Agorà” sui giganti di pietra di Campana, località della pre-Sila cosentina, la Stonehenge della Calabria. I Giganti di Pietra di Campana, conosciuti anche come Pietre della Incavallicata, sono due sculture megalitiche create il risultato di eventi atmosferici, oppure opera di uomini vissuti migliaia di anni fa?

FotoI Giganti di Pietra di Campana sono conosciuti sin dal XVII secolo, come divulgato in un documento a cura del Vescovo di Isola Francesco Marino che ne individua uno come Ciclope: "Il gran colosso caduto al suolo a causa dei terremoti". In un’antica carta geografica della Calabria, realizzata da Giovanni Antonio Magini nel 1603, il luogo dove sono ubicate le due sculture, venne riportato come il “Cozzo dei giganti”. La prima statua, chiamata “Elefante“, è alta 5,5 metri e potrebbe rappresentare un elefante da guerra oppure un Palaeoloxodon antiquus, una specie estinta di elefante, vissuta nel Pleistocene medio e superiore. La seconda statua, conosciuta come “Ciclope” e “Guerriero seduto” è più alta: 7.5 metri e sembrerebbe rappresentare le gambe di un essere umano. Un fitto mistero circonda anche la datazione delle due sculture, a tal proposito ci sono alcune scuole di pensiero inerenti alla realizzazione delle stesse. Una la farebbe risalire alla missione militare di Pirro, nel primo periodo del III secolo a.C., una seconda ipotesi supporta invece il contesto storico della seconda guerra punica condotta da Annibale, il noto condottiero cartaginese, una terza invece fa riferimento ad un’antica civiltà, una quarta rivolge la sua chiave di lettura alla erosione dovuta a cause naturali, quali piogge, vento. L’area megalitica in argomento è ubicata su una zona collinare, poco distante dal centro abitato di Campana, piccolo comune della provincia di Cosenza. In un primo momento si pensò che tali strutture, raffiguranti un elefante e gli arti inferiori di una figura umana seduta su di un trono, fossero il risultato di eventi atmosferici, che nel corso dei secoli andarono a modellare tali figure. Grazie ad un incontro casuale si inizia un nuovo interessante capitolo a riguardo tali sculture. Diversi archeologi e studiosi si sono confrontati sull’origine dei due monoliti ed una nuova lettura, a tal riguardo, viene fornita da Domenico Canino, architetto e storico, appassionato di storia e di archeologia, che a far data dal 2002 ha iniziato approfondite ed elaborate ricerche su tali presenze sul territorio, dopo un incontro con le stesse in modo del tutto casuale. «Mi sono subito convinto fossero sculture preistoriche. – afferma lo studioso– Le fattezze dimostrano che non c’è possibilità di erosione casuale. Inoltre, a tre metri dall’elefante c’è un’altra statua che rappresenta chiaramente un gigante». Questi alcuni dei dati che saranno oggetto di analisi da parte del gradito ospite del Circolo Culturale “L’Agorà” che relazionerà sul tema “Le pietre della Incavallicata”.. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 9 aprile.



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