ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Incontri Danteschi a Reggio Calabria: secondo appuntamento dedicato alla Sicilia

10/03/21

Reggio Calabria: secondo incontro da remoto con il Circolo Culturale “L’Agorà” sulla figura di Dante Alighieri nel settecentesimo anniversario della morte. La nuova tappa riguarda l’isola di Trinacria. La Sicilia viene celebrata, nel canto VIII del Purgatorio e ricordata dal Prof. Carmelo Lupini che sarà il nuovo gradito ospite del sodalizio culturale reggino.

Foto[…] o s’elli stanchi li altri a muta a muta in Mongibello a la focina negra, chiamando "Buon Vulcano, aiuta, aiuta!" […] Questi sono alcuni dei passaggi letterari, tratti dal XIV canto dell’Inferno, che il Sommo Poeta dedica alla Terra di Trinacria. La Sicilia rappresenta per Dante Alighieri, quel meraviglioso terri-torio con le sue bellezze naturali, i suoi miti quali quelle inerenti alle gorgoni, creature facenti parte della letteratura mitologica dell’antica Grecia. Esse avevano particolari sembianze, le cui caratteristiche erano quelle di ali dorate, e serpenti al posto delle lunghe chiome. Erano tre mostri che raffiguravano la perversione sessuale: STENO la perversione morale, EURIALE la perversione sessuale e MEDUSA la perversione intellettuale. L’acronimo di Trinacria trae origine dalla configurazione geografica della Sicilia che è costituita da tre promontori, Lilibeo, Passero e Peloro, che sono ubicati nell’isola del fuoco, che il somma poeta menziona la leggenda secondo cui l'Etna ebbe origine dalla punizione inferta da Zeus contro l'impudenza di due Titani, Encelado e Tifeo, contro i quali il re degli dei scagliò un pesante macigno, condannandoli a sbuffare in eterno la loro collera. Mito, letteratura, storia, tradizioni orali, aspetti geografici che sono ospitati nella creatività culturale di Dante Alighieri. Il vulcano viene citato come casa dei ciclopi che stanno “in Mongibello a la focina negra”; e anche nel canto XIX del Paradiso, dove sono visibili le influenze di Ovidio e Stazio: “Vedrassi l’avarizia e la viltate / di quei che guarda l’isola del foco, / ove Anchise finì la lunga etate”. La Sicilia riveste una fondamentale importanza per il grande fiorentino non solo per i numerosi riferimenti culturali, mitologici e paesaggistici contenuti nella Commedia ed in altre opere quanto perché essa è stata la sede delle corti di Federico II e di Manfredi che hanno dato inizio alla “scuola siciliana”. Una scuola che ha tracciato il primo solco nella formazione della lingua e della poesia italiana. Questi alcuni aspetti della seconda conversazione delle passeggiate dantesche organizzate dal Circolo Culturale “L’Agorà” che saranno descritte dal Prof. Carmelo Lupini è dottore di ricerca in Filologia di testi scientifici, tecnici e documentari latini e greci (Università di Messina) e collabora alle attività della cattedra di Filologia classica, sotto la guida di P. Radici Colace. Ha studiato argomenti di glottologia, dialettologia e antropologia culturale. Si occupa di scritture e lingue antiche, antichi sistemi di numerazione e di calcolo, nonché di dottrine esoteriche, religioni orientali (con particolare riguardo allo Gnosticismo), archeologia e storia antica del bacino del Mediterraneo, delle civiltà del Vicino Oriente e dell’Asia. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 11 marzo.



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