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Intervista a Andrea Paolucci

01/08/16

Ai trentenni consiglio questo, tenete duro, perché quello che avete in testa è il suggerimento giusto per la vita che vi si prospetta davanti

FotoBolabooks pubblica la sua ennesima intervista ad autori italiani. Ques'oggi ci presenterà un giovane autore romano che ha trovato la sua storia, o meglio le sue storie, nel mondo della discoteca e ne scrive in modo originale facendo incontrare lo slang da strada con un linguaggio più ricercato.
Come Bolabooks è già stato recensito il suo ultimo libro WHU!, lui è Andrea Paolucci e in attesa del suo prossimo lavoro ci godiamo l'intervista che ci ha rilasciato dove ci racconterà qualcosa su di lui e conosceremo il suo punto di vista sul mondo.

1) Che cosa significa per te scrivere?

Per me scrivere significa estraniarmi dalla realtà che mi circonda ed entrare nella mia realtà. Non esattamente nel mondo che vorrei, perché le utopie le lasciamo ai filosofi, ma in un mondo che mi fa divertire e che mi rende completo per la mia coscienza, per il mio intelletto e per la voglia di stare dentro a un racconto che sia esattamente come lo voglio io. Perché, prima del pubblico, delle vendite e di tutto il resto, bisogna divertirsi e ricordarsi di scrivere il miglior racconto che vorresti leggere in quel momento e che chiaramente nessuno meglio di te, può scriverti. Poi il riscontro del pubblico è una gratificazione incommensurabile, una qualità incredibile di questa vita. Non c’è emozione più grande di qualcuno che ti arriva, ti stringe la mano e ti fa: “ammazza che bel racconto che hai scritto.” Ecco questa possibilità, è gioia pura.

2) In WUH! ci racconti due mondi opposti: il giorno e la notte. Il giorno fatto di lavoro e progetti e la notte fatta di evasione e mondi alternativi. Quanto c'è della tua esperienza di vita?

E’ chiaro che gli spunti vengono presi dalla vita quotidiana, ma per esempio nello stesso racconto omonimo alla raccolta, ovvero WUH!, c’è una descrizione del business discografico che mi sono inventato di sana pianta, così, perché per me il personaggio doveva scalare quel mondo e in quell'ambiente poi subire l’ambizione e la concorrenza di qualcun altro. Certo, è sempre collegato alla musica e questo aspetto conviene che te lo espongo in una domanda specifica.

3) Che ruolo ha nella tua vita la musica?

Ma guarda che casualità? Quindi mi chiedi che ruolo ha nella mia vita, la musica? Non sarà perché te l’ho invocata nella domanda precedente? Dici di no, eh? Tutto già preparato? Ok, contento tu, contenti tutti. Me compreso. Comunque, per me la musica è il cuore che batte. Incessante, preciso. Un treno di battiti sempre presente. Che se ci fai caso, non è simile, se pur di un’altra velocità, alla cassa dritta della musica techno? Che poi a vederla in grande, la cassa dritta, mica se l’è inventata la musica elettronica. Naaa, c’è da decenni, il cuore che batte incessante che libera gli arti che fa chiudere gli occhi e che permette al corpo di esprimersi in ogni sua parte. A volte un ballo ben riuscito è meglio del sesso.

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