SPETTACOLO
Comunicato Stampa

Intervista all'attore ANWAR KALANDER, coprotagonista nel prossimo film scritto e diretto da Gualtiero Serafini

07/06/18

ANWAR KALANDER: a breve un ruolo da coprotagonista nel prossimo film scritto e diretto da Gualtiero Serafini. L'attore Kuwaitiano ha di recente interpretato un bellissimo monologo presso l'Ambasciata Bulgara in Roma in occasione del Freetime Award 2018 scritto dallo stesso regista.

FotoAnche una piccola partecipazione nel film ALL THE MONEY IN THE WORLD di Ridley Scott del 2017 oltre a stage e presenze in molteplici contesti quali:

2017 HT STUDIO DE SANTIS
2016 ACCADEMIA ARTISTI
2009 YD'ACTORS DI YVONNE D'ABBRACCIO
2016 IL GIORNO DI SAN CRISPINO Gianluca Testa
2015 UTOPIA Emanuele Ajello
2013 BANZA KIRI Gianluca Testa
2013 LE TRE ROSE DI EVA 2 Raffaele Mertes
2012 IL COMMISSARIO REX 5 Andrea Costantini
2017 I MEDICI 2 (MASTERS OF FLORENCE) Jon Cassar

Ho incontrato Anwar Kalander, attore e musicista kuwaitiano a poche settimane dal ciack del suo prossimo impegno cinematografico.

- La Sua attività di attore è molto recente, puo' raccontare come è nata?

• E’ nata per un capriccio. Nasco musicista ed all'epoca suonavo con un trio (ONE SHOT DEAL). Mi stavo annoiando per la mancanza di concerti. Avevo bisogno di esibirmi, cosa che facevo regolarmente in Kuwait (sono 16 anni che vivo a Roma ma sono nato e cresciuto in Kuwait). Mi sono quindi “buttato” nella recitazione iniziando a fare provini per poter entrare nell’Accademia di Yvonne D’Abbraccio al Testaccio, la YD’Actors, nell’autunno del 2009.

- Lei è un cittadino kuwaitiano che vive da molti anni in Italia, quali sono le differenze tra il "modo" italiano di vivere la recitazione e quello del Suo paese?

• Il divario tra le due culture è enorme e questo si riflette, naturalmente, nel cinema e nella televisione e nel modo di viverlo. Ritengo necessario, al riguardo, fare una riflessione: - i tempi sono cambiati, pur se con i dovuti distinguo, per entrambi i paesi. Una volta c’erano meno canali a supporto della diffusione dei prodotti cinematografici e televisivi.
• Per cio’ che riguarda la TV, sono cresciuto in Kuwait con soli 2 canali, KTV1 e KTV2 (il secondo mirato a prodotti in lingua inglese di cui, per altro, mio padre ne faceva parte in veste di cronista televisivo). Cio’ che sta accadendo oggi con la TV e’ straordinario in quanto a volume dei prodotti disponibili sul mercato e non posso negare che l’effetto mi provoca un po di fastidio. Cè troppo di tutto, in continuazione, ed e’ interrotto da tutto, in continuazione….

- I Suoi monologhi sono molto introspettivi e sembrano in alcuni passaggi "terapeutici", è solo interpretazione oppure nell'interpretazione racconta un Anwar che altrimenti potremmo non conoscere?

• Naturalmente, il testo è un pretesto. Si racconta sempre se stessi (in continuazione). L’attore che studia con impegno impara ad usare il proprio vissuto ma anche il proprio “non-vissuto”. Nella Tecnica Chubbuck che sto studiando attualmente con la mia insegnante (ed agente) Patrizia de Santis, si impara metodicamente – step by step – ad usare il proprio vissuto, qualunque esso sia. L’effetto e’ catartico e terapeutico ma ci vuole anche il coraggio di mettersi in gioco. Ammetto che a volte mi manca questo coraggio.

- Pur avendo iniziato da poco, per quanto già nel 2009 si sia impegnato per ben 4 anni presso la YD'ACTORS DI YVONNE D'ABBRACCIO, ha avuto occasione di sperimentarsi in variegate occasioni di recitazione in ambito cinematografico e televisivo avendo avuto anche una partecipazione, se pur piccola, nell'ultimo film di Ridley Scott, ALL THE MONEY IN THE WORLD, ma da cio' che risulta nel Suo curriculum ufficiale sembrerebbe non aver ancora calcato i palchi di un teatro. E' una precisa scelta oppure soltanto la mancanza di occasioni meritevoli di attenzione?

• In realtà ho calcato numerosi palchi nell’arco della mia vita (dall’età di 15 anni) suonando uno strumento. Nasco musicista e quindi conosco – e capisco bene - la sacralita’ del palcoscenico. E’ proprio per questo motivo che non vedo l’ora di calcare un palcoscenico nelle vesti di attore.
• Quando studi nelle Accademie ogni volta che vai in scena stai facendo teatro. Hai il tuo pubblico li, davanti a te. L’unica differenza è che pagano un biglietto un po più caro ma questa particolare platea è li per tutto l’anno ed alcuni diventeranno cari amici o piccoli maestri. Si impara molto dai compagni di studio.

- Lei oltre ad essere un attore è anche un musicista ed alcuni suoi lavori sono stati oggetto di incisione, in che modo la Sua musica potrebbe aver influenzato la Sua recitazione?

• Temo che questo aspetto rappresenti un’arma a doppio taglio. Ci sono naturalmente dei vantaggi per cio’ che riguarda il ritmo, l’orecchio (per cio’ che funziona) ma anche l’occasione per imparare ad usare i vuoti – il silenzio tra le note (battute).
• Il pericolo sta nel tendere verso la performance piuttosto che recitare davvero. Questo puo risultare molto efficace quando si è soli in scena e quindi, in particolare, nella interpretazione dei monologhi. Per recitare davvero non basta ascoltarsi. Ci vuole il coraggio di lasciarsi andare.

- Il prossimo mese di Agosto inizierà a girare un lungometraggio con l'attrice protagonista Margherita Lamesta Krebel, scritto e diretto dallo scrittore e regista Gualtiero Serafini, cosa ci puo' dire su questo lavoro e nello specifico sul ruolo che la vedrà impegnato?

• Ammetto che non ho completato per intero la lettura del copione ma lo sto facendo. Sono innanzitutto lusingato di essere stato scelto per il ruolo e ringrazio la produzione ed il Regista per avermelo proposto. Inizialmente il ruolo e’ stato scritto per la “madre” della protagonista successivamente cambiato in “padre” e cio’ al fine di coinvolgermi nel progetto. Questo fatto mi onora e gratifica ampiamente. Spero di essere all’ altezza, anzi, prendo come un dovere l’impegno assunto. Interpretare un padre.. che dire..! E’ un sogno per me. Un sogno che temo non avvera’ in questa mia vita. Almeno questa è la mia sensazione anche se… mai dire mai, giusto..?!? D’altronde, questo e’ il bello dell’attore ed è cio’ a cui mi riferivo in apertura citando il “non-vissuto” dell’attore..!

Domenico Razzovaglia

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