SPETTACOLO
Comunicato Stampa

'L’officina del Cuore' con Luciana Savignano

24/05/11

“L’officina del Cuore” Con Luciana Savignano giovedì 26 maggio, ore 21 Cremona, cortile del Museo Civico Ala Ponzone

L’officina del Cuore
Liberamente ispirato al romanzo “Cuore” di De Amicis
con la partecipazione straordinaria dell’Etoile Luciana Savignano
Messa in scena di Susanna Beltrami
Coreografie di Matteo Bittante e Lara Guidetti
con i Giovani danzatori dell’ Accademia Susanna Beltrami
Il celebre “libro cuore”, nome con cui generazioni intere di italiani hanno denominato l’opera più conosciuta di Edmondo De Amicis, è un romanzo che rappresenta il diario di un bambino di nove anni, Enrico, incentrato sulla sua principale occupazione, ovvero la scuola. È il racconto delle semplici avventure vissute dal protagonista e dai suoi compagni di classe, che solo apparentemente hanno come teatro le mura della scuola e di casa entro cui concretamente si svolgono: in realtà ogni racconto, ogni vicenda narrata ha come fine un profondo intento pedagogico indirizzato appunto “al cuore” dei personaggi, ma inevitabilmente al “cuore” del pubblico di lettori. “Il libro s’intitola così proprio per le connotazioni, i significati secondari del termine “cuore” che (meno banalmente di quanto non suoni oggi) implica amore, amicizia, emozione, passione. E non soltanto nel linguaggio romantico: il cuore è “sede dei sentimenti” secondo ogni buona tradizione classica, almeno fino ai Futuristi”. G. Ginzi, Introduzione all’edizione degli Oscar Mondadori. Una nota su tutte appare dominare l’alternanza tra racconti riportati da lezioni tenute in classe, alle vicende redatte dal giovane Enrico, alle lettere affettuose dei genitori: la semplicità. Quella semplicità propria dei bambini, e che è andata inevitabilmente a sfiorire in tutta la critica che ha soverchiato di polemiche, interventi satirici e facili sarcasmi il contenuto di un’opera edita, non va dimenticato, all’indomani dell’Unità italiana. Si tratta di quella schiera di intellettuali che taccia il testo deamicisiano di moralismo, di lacrimoso sentimentalismo, di futile patriottismo quando non di pericoloso fanatismo post-risorgimentale, che avrà i suoi peggiori esiti nell’educazione al nazionalismo del ventennio fascista… accuse legittime, in un certo senso, ma che in fondo hanno rinunciato a scendere veramente a patti con l’autore, di entrare nel testo, hanno “evitato il colpo”, mascherandosi con un pregiudizio ideologico. Ai fautori di tali accuse verrebbe da chiedere: ma siete mai stati bambini? Avete mai provato un sincero affetto per un luogo, un contesto, una città, un paese, un parente, un amico, un maestro? Perché di questo “Cuore” parla, con la semplicità che questi affetti esprime. La dimensione della scuola, luogo deputato all’educazione di uomini futuri, è vista nell’ottica originale della desiderosa sequela che un allievo manifesta per il maestro, fuor di moda e ormai rara, ma non per questo meno vera. La dimensione familiare viene ritratta con discrezione e rispetto nei suoi aspetti più teneri ma anche drammatici. E quel contesto storico così vivo e acceso che ha condotto, che dir si voglia, all’unificazione nazionale, si intromette nei “racconti mensili” dettati dal maestro ai piccoli studenti: non vicende di “giovane patriottismo” ma storie che ritraggono la semplicità di quell’affetto profondo in grado di legare un soldato come un insegnante come un bambino al proprio paese. “Perché amo l’Italia? Perché è italiana la terra dove son sepolti i morti che mia madre piange e che mio padre venera, perché la città dove son nato, la lingua che parlo, i libri che m’educano, perché mio fratello, mia sorella, i miei compagni e il grande popolo in mezzo a cui vivo, e la bella natura che mi circonda, e tutto ciò che vedo, che amo, che studio, che ammiro è italiano! Oh tu non puoi sentirlo intero quest’affetto!” Il padre del piccolo Enrico, “autore” della lettera da cui sono estratte queste frasi, sembra rivolgersi ai bambini, agli uomini, agli italiani di oggi: “non lo sentiamo intero quest’affetto”, troppo occupati a districarci nelle polemiche, a smarrirci nella percezione di un’evidente “dis-unità”, a crogiolarci nei dibattiti politici, a non chiederci più se siamo un popolo, se lo siamo veramente. “Lo sentirai quando ritornando da un viaggio lungo, dopo una lunga assenza e affacciandoti dalla finestra, vedrai le grandi montagne azzurre del tuo paese;lo sentirai allora nell’onda impetuosa di tenerezza che t’empirà gli occhi e ti strapperà un grido dal cuore.” Una Italia semplice da amare, bella e grande traspare dalle pagine dei racconti, talvolta tragici, che hanno sempre per protagonisti dei bambini, quasi fosse necessario tornare come loro per poter imparare ad amare di nuovo. “Bella Italia, grande e gloriosa da molti secoli, unita e libera da pochi anni; che spargesti tanta luce d’intelletti divini sul mondo e per cui tanti valorosi moriron sui campi e tanti sui patiboli; io fanciullo che ancora non ti comprendo e non ti conosco intera, ti amo e sono fiero di chiamarmi figliuol tuo. Amo i tuoi mari splendidi e le tue Alpi sublimi, amo i tuoi monumenti solenni e le tue memorie immortali, amo la tua gloria e la tua bellezza. V’amo tutte di un solo affetto e con pari gratitudine, Torino valorosa, Genova superba, dotta Bologna, Venezia incantevole, Milano possente, t’amo d’egual referenza di figlio Firenze gentile e Palermo terribile, Napoli immensa e bella, Roma meravigliosa ed eterna.” Una Italia viva prima nella coscienza di artisti e poeti che sulle carte costituenti, nell’animo di bambini del popolo prima che tra i banchi del Parlamento. Un Italia ideale, forse, utopica, ma mai rinnegata e accusata d’inesistenza. I fanciulli e in generale gli italiani del nuovo millennio forse “non la comprendono e non la conoscono”, proprio come allora, nel lontano, eppure vicino, 1886 (anno di pubblicazione del libro “Cuore”), eppure, come allora, non manca chi torni a indicare quella povertà di spirito per cui è inevitabile volerle bene, come fa un bambino.
________________________________________

Con preghiera di diffusione


Ufficio Stampa Nazionale
Antonella Marautti
WellDone Promotion
Viale Tunisia 13
20124 Milano
tel. 02/20241000
fax 02/89426876
cell. 339/7497551

Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
WellDone Promotion
Responsabile account:
Antonella Marautti (Titolare)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
RSS di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere