La capra che campa anche sotto la panca: quando il rap incontra gli scioglilingua

Esce in formato eBook per Bibliotehka Edizioni il nuovo romanzo di Pasquale Aversano che dopo L’odissea sui binari e Illusion - 01 continua a radiografare impietosamente il nuovo millennio.

Come ogni umorista che si rispetti, Pasquale Universale è anche un moralizzatore. Le storie che racconta, venate di un ironia sulfurea e di situazioni grottesche, ci parlano di situazioni assurde, di disavventure al limite del reale che però nascondano una critica sferzante ai miti dell’oggi, alle piccole e grandi meschinità che caratterizzano l’uomo del nuovo millennio (e che forse lo hanno sempre caratterizzato). Se L’odissea sui binari raccontava in maniera tragicomica l’universo del precariato e Illusion - 01 adombrava di pessimistica fantascienza il grigio tran tran di un borghese piccolo piccolo e i suoi sogni di rivincita, La capra che campa anche sotto la panca prende di mira il mito del successo effimero, quei famosi 15 minuti di notorietà profetizzati da Andy Warhol, l’inevitabile parabola (vertiginosa ascesa e rovinosa caduta) di chi insegue il successo, senza avere la capacità e l’arte di mantenerlo. E la storia di Benny Yeah (questo il nome del protagonista della vicenda) è quella classica del classico signor nessun che, per una serie di fortuite circostanze, si ritrova catapultato ai vertici delle classifiche discografiche grazie ad un brano rap (lo stesso che dà il titolo al romanzo) inspiegabilmente osannato dalla critica di settore e dal pubblico. Naturalmente bisogna battere il ferro finché è caldo e il successo dell’opera prima si rivelerà un boomerang per il giovane rapper. Ricco di trovate geniali, di battute al fulmicotone, di paradossi linguistici e calembour lessicali, il lavoro di Pasquale Aversano è una corrosiva parabola morale che si scaglia contro mass media e tuttologi, contro la cultura dell’effimero e la vacuità del successo. Dietro l’umorismo si cela un’amara constatazione dei tempi che corrono e una lucida ed impietosa analisi di un mondo (quello dello show business, ma il discorso potrebbe allargarsi anche ad altri settori) che esalta il trash, lo porta agli onori delle prime pagine ed, improvvisamente, lo scaraventa alla gogna mediatica e al pubblico ludibrio. La capra che campa anche sotto la panca è un’opera che riuscirà a far ridere il lettore dalla prima all’ultima pagina, ma si tratterà sempre di un sorriso venato di angoscia esistenziale e malinconico spleen.

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