ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

La Grande Guerra in mostra a Viareggio

05/02/15

La Grande Guerra di Lorenzo Viani. Viareggio (Lucca) - Villa Argentina. Dal 06 Dicembre 2014 al 01 Marzo 2015

FotoI primi giorni di gennaio ho visitato la mostra La grande Guerra di Lorenzo Viani (Viareggio - Parigi - il Carso) allestita nelle sale di Villa Argentina a Viareggio.

Tra la Pineta di Ponente, il mare a poche centinaia di metri, il giallo intenso dell’intonaco, l’architetturaLiberty e l’aspetto un po’ retrò del lungomare, tutto era adeguato e armonico.
La struttura di Villa Argentina è estremamente articolata ed estesa e si avvolge attorno ad un reticolo di scaloni di rappresentanza e di piccole scale seminascoste per il personale di servizio. Il suo restauro appena concluso (che ha richiesto un investimento di quasi otto milioni di euro) ha permesso il recupero dei dipinti e degli stucchi di gesso e foglia d’oro, delle specchiere, delle vetrate a mosaico e dei pavimenti in “marmo nero del Belgio, rarissimo, lucidato a specchio”, e ha restituito la bellezza delle maioliche di Galileo Chini, realizzate nel 1926 per le decorazioni esterne della villa.

In queste sale, fino al primo marzo, è visibile la mostra sulla Grande Guerra. Sono esposte 60 opere di Lorenzo Viani, tra cui dipinti ad olio, xilografie, disegni a matita, china e carboncino e altrettante fotografie scattate al fronte dal Capitano medico Guido Zeppini, oltre a lettere, pubblicazioni, oggetti personali e strumenti di lavoro di entrambi.

Tutto ciò che di doloroso e di straziante si associa alla devastazione della guerra è espresso, descritto e classificato in quel corpus massiccio di fotografie. Ogni dettaglio che si voglia cercare, dal racconto del singolo istante alla catalogazione delle espressioni dei soldati nelle trincee o accanto ai ricoveri della linea sul Carso, riporta indietro alle letture e alle descrizioni così precise dell’odore del ferro e dell’olio dei cannoni ingrassati, della luce azzurra della neve riflessa sui tronchi delle betulle o delle albe viola, come in Rigoni Stern, anche se la guerra non è la stessa.

Nelle fotografie qualche ferito leggero sorride, altri scrivono lettere a casa o si spidocchiano durante una sosta. Ogni scatto, non solo quelli che ritraggono Cesare Battisti o l’impiccagione di Fabio Filzi, racconta il mondo e la storia, e ripete quello che l’arte descrive all’infinito: il dolore, la perdita, la pietà, la lontanaza, la bellezza e la lotta.

Negli alpini sull’Adamello, di vedetta in mezzo alla neve con i camicioni mimetici, si legge lo stesso contrasto diTurner e di Friedrich, della bellezza e del timore, del fascino e dell’ incontrollabilità della natura.
In questo confronto mi sembra che alcune opere di Lorenzo Viani, soprattutto quelle più vicine al simbolismo come Il mietitore o di All’ombra della bandiera, siano meno coinvolgenti, e che si debba fare uno sforzo per accettarne il carattere a tratti enfatico (al quale non siamo più abituati) e ricollocarle nel loro preciso contesto storico prima di poterle apprezzare.

Credo che questa mostra trovi la sua forza ed esprima il suo carattere più significativo nella documentazione più che nel sentimento cupo e angosciante dei lineamenti deformati di tanti personaggi dipinti da Lorenzo Viani.
In linea con il resto della mostra, più delicati e diretti delle pitture di stampo simbolista o espressionista sono i carboncini, le chine o le matite come Trinca sul Carso, Cimitero della montagna o di Soldato italiano, dove Viani, lontano dai suoi vari repertori, risulta più sobrio e pregnante.

Molte notizie interessanti si ricavano dal catalogo: in particolare il saggio di Marco Lenci descrive la situazione degli ospedali militari di Viareggio in quegli anni, e riporta “la lista di tutti coloro che morirono nelle strutture ospedaliere militari operanti a Viareggio”. La notizia inaspettata, almeno dopo aver guardato così tante foto di guerra, è che la causa principale di morte fosse la malattia. “La cosiddetta Spagnola o Grande Influenza […] tra il 1918 e il 1920 portò a morte in tutto il mondo un’infinità di persone.[…] Pure i dieci milioni di vittime causate dal primo conflitto mondiale furono poca cosa rispetto ai morti prodotti dalla Spagnola che - secondo alcune stime - assommarono, su scala planetaria tra i venti e i quaranta milioni di morti”.

Paola.



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