ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

La Logistica a Parma, resi noti i dati della ricerca

26/11/19

Mercoledì 20 novembre si è svolta la conferenza finale del progetto finanziato da Fondirigenti, promosso nel territorio di Parma da Unione Parmense degli Industriali e Federmanager e realizzato da Cisita Parma e da Fondazione ITL

FotoMercoledì 20 novembre 2019 si è svolta presso la sede dell’Unione Parmense degli Industriali la conferenza finale relativa al progetto di ricerca “Servizi di analisi dei flussi logistici, modellizzazione delle soluzioni di integrazione tra imprese e identificazione delle esigenze di adeguamento infrastrutturale e delle competenze manageriali per le imprese del territorio di Parma”, promosso da Unione Parmense degli Industriali e Federmanager e realizzato da Cisita Parma con la Fondazione ITL, grazie al finanziamento di Fondirigenti.
Come ha evidenziato nella sua introduzione Cesare Azzali, direttore dell’Unione Parmense degli Industriali, «in città e provincia è presente il 7% delle aziende attive in regione nella logistica. Queste aziende sono capaci di sviluppare il 18% del fatturato regionale del settore. La logistica non si riduce però a mera attività di trasporto via camion o treno, ma è un mondo molto vitale e dinamico che svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'economia di un intero territorio. Per continuare ad avere questo ruolo da protagonista occorre migliorare le infrastrutture, perché da questo aspetto dipende l'abbattimento dei costi di trasporto, e potenziare la formazione del personale».
In questo quadro, nell'analisi condotta da Cisita in collaborazione con la Fondazione ITL emerge che il numero degli occupati nella logistica cresce più che in altri settori: «negli ultimi sette anni, dal 2011 al 2018, siamo cresciuti del 20% e per questo siamo il settore più dinamico in Emilia Romagna in ambito occupazionale», sottolinea Leonardo Lanzi, capo consulta Autotrasporti e Logistica dell'Unione Parmense degli Industriali.
Sono 749 le aziende attive nel parmense, con un fatturato complessivo pari a 2,3 miliardi di euro e lo scorso anno hanno movimentato 24,3 milioni di tonnellate di merci. Il 78% di questi prodotti è stato destinato all’Italia (soprattutto alla Lombardia e le altre aree della regione), mentre il 22% destinato all'estero ha viaggiato soprattutto verso la Francia, la Germania e la Polonia (per le destinazioni europee), arrivando anche sui mercati americani e cinesi per quanto riguarda l'export extra Ue. La nostra provincia è terza in regione per quantità di merci trasportate su ferro e l'attenzione alla sostenibilità ambientale è alta, come evidenzia Lanzi: «l'autotrasporto è responsabile di circa il 5% dell'inquinamento, ma negli ultimi anni siamo stati in grado di ridurre del 29% le nostre fonti inquinanti; noi trasportiamo merci e se riusciamo a circolare meglio, è l'intera economia italiana ad avvantaggiarsene», spiega ancora Lanzi, sostenendo per questo la necessità di un dialogo fra chi è in strada per lavoro e chi le strade le progetta.
A proposito di infrastrutture, il vice presidente, e assessore regionale ai Trasporti Raffaele Donini si è detto «consapevole del fatto che autostrade e ferrovie sono fondamentali per muovere bene e velocemente le merci. A Parma e provincia particolare attenzione è concentrata sull'autostrada Tirreno-Brennero, sulla Pontremolese, sull'aeroporto e sulla Cispadana autostradale, nonostante i sempre presenti problemi burocratici».
A illustrare i dati e le modalità di sviluppo dello studio presentato sono stati chiamati Claudio Biasetti, responsabile progettazione di Cisita, e Andrea Bardi, direttore della Fondazione ITL. «Queste imprese hanno grande capacità nel trasferire competenze e far crescere i giovani al loro interno», sostiene il primo, mentre il secondo ha elencato fatturati, destinazioni e tipologie delle merci che entrano ed escono dal parmense. Per riuscire però a trasportare le merci in maniera efficace ed efficiente occorrono anche competenze specifiche. «Siamo la seconda manifattura d'Europa, mentre come logistica siamo al decimo posto. Perché c'è questo gap? Dipende dalla mancanza di infrastrutture ma anche dalla carenza nella formazione. Le competenze di cui dispongono le piccole aziende spesso non sono in grado di cogliere le opportunità messe a disposizione della tecnologia», ricorda Carlo Poledrini, presidente di Fondirigenti. Sulla base di questa consapevolezza, sono già in atto azioni per colmare queste lacune, come evidenzia Silvio Grimaldeschi, presidente di Federmanager Parma: «a livello nazionale, tra il 2017 e il 2018 abbiamo certificato 150 innovation manager, mentre al momento stiamo certificando cento manager nel campo della sostenibilità».
I dettagli e i materiali relativi alla ricerca finanziata da Fondirigenti sono disponibili sul sito www.cisita.parma.it.
Per informazioni e approfondimenti: Claudio Biasetti, biasetti@cisita.parma.it 0521.226500, ufficiostampa@fondirigenti.it, 06.5903941.




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