“Le vette dell’abisso”: la paura e l’ignoto raccontati in 15 storie straordinarie

Dopo Il Freddo sul Lago Erie e Canto di Luna, torna Roberto Berenzin con una terrificante antologia di short stories che spaziano dalla fantascienza al mistero, dall’horror al thriller.

Pianeti dello spazio profondo che nascondono minacce capaci di distruggere il pianeta terra; casolari immersi nella campagna irlandese dimore di immondi vampiri; cripte in cui si consumano terribili sevizie perpetrate da chi detiene il potere; stragi scolastiche che rimandano al massacro di Columbine.
Non c’è che dire, i racconti che Roberto Berenzin ha raccolto nel suo Le vette dell’abisso toccano i generi più disparati, alternandosi senza soluzione di continuità.
Il thriller si fonde alla fantascienza più pura in L’ultimo Emendamento e Foglie cadute nel vento acido; con l’horror terrificante di Uisge Beatha e Sühneburg; con il grottesco e la commedia di Ritratto di famiglia, 1995; con i manifesti antinichilisti de La pestilenza e le campane e Il Paese senza secoli. E intanto deliranti incubi al cardiopalma, come quelli di Eleanor, o della mente, come in Nivosa, e agghiaccianti visioni come Il sogno dell’eresiarca dipingono l'atmosfera apparentemente senza via d’uscita - le vette dell’abisso di cui al titolo - in cui Berenzin intrappola i propri personaggi.
Una caleidoscopica antologia che strizzando l’occhio ai numi tutelari della paura su carta (Dick, Lovecraft, Poe, King, Faletti) e rifacendosi alla cultura cyberpunk e pop ci regala un profluvio di generi e stili narrativi che lascia stupefatti per inventiva, linguaggio, ambientazioni e temi trattati.
Come nei precedenti Il freddo sul lago Erie e Canto di luna (entrambi editi, come in questo caso, da Bibliotheka Edizioni), Roberto Berenzin dimostra un talento non comune nel descrivere la paura, l'orrore, la follia. Un abisso profondo, buio come la notte, in cui ogni appassionato di letteratura dark non potrà che amare.