Lombardia regina di cultura e creatività
Il capoluogo lombardo supera addirittura la Capitale, che su cultura e creatività non dovrebbe, almeno in linea di principio, temere alcuna concorrenza.
MILANO PRIMA PROVINCIA ITALIANA: CULTURA RAPPRESENTA IL 10% DELL’ECONOMIA
Il capoluogo lombardo supera addirittura la Capitale, che su cultura e creatività non dovrebbe, almeno in linea di principio, temere alcuna concorrenza. E invece il Rapporto 2016 Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere, indica che l’incidenza dell’Spcc (il Sistema produttivo culturale e creativo) milanese nei confronti dell’intera economia locale è pari al 10,4%: 14,5 miliardi di euro su un totale di 139,3. Un valore superiore a quello di Roma, che con 13,6 miliardi su 135,3 presenta una quota del 10%. Seguono Torino (9,1%), Siena (8,5%), Arezzo (7,8%), Firenze (7,5%), Modena (7,2%), Ancona (7,2%), Bologna (7,1%) e Trieste (6,7%).
AL TOP ANCHE PER PERCENTUALE DI OCCUPATI
Milano domina la classifica anche dal punto di vista dell’incidenza occupazionale di questo settore rispetto al totale. La percentuale è simile alla precedente, ben il 10,5%. Segue in questo caso Arezzo con il 9%. Solo terzo posto per Roma, con l’8,8%. Subito fuori dal podio Torino (8,5%), Firenze (8%), Modena (7,7%) e Bologna (7,6%). All’ottavo posto un’altra provincia lombarda: anche Monza-Brianza si inserisce tra i territori nazionali in cui è più elevata la concentrazione di forza lavoro dedicata al settore culturale, con una percentuale del 7,5%. Valore identico a Trieste. Chiude la top ten Aosta con il 7,3%.
IL SISTEMA CULTURALE LOMBARDO VALE UN QUARTO DI QUELLO NAZIONALE
Se si estende l’analisi a livello regionale, il Lazio sembrerebbe occupare il primo posto: mentre nella regione della Capitale l’Spcc occupa una percentuale dell’8,9% sull’intera economia (14,7 miliardi di euro su 164,8), la nostra regione si attesta infatti poco sotto, al 7,6% (23,4 miliardi di euro su 310,4). Tuttavia, come si evince chiaramente dai numeri presentati, va considerato che in Lombardia il valore del sistema culturale e creativo in termini assoluti è di gran lunga maggiore rispetto al Lazio, ma si inserisce in un sistema economico talmente florido, che ne viene ridotto l’impatto relativo. Se si considera infatti lo stesso parametro di riferimento, il valore dell’Spcc in Italia (che è pari quasi a 90 miliardi di euro), emerge chiaramente come la Lombardia contribuisca per il 26% al dato totale nazionale contro il 16,4% del Lazio. Tornando invece alle percentuali relative ai singoli territori, al terzo posto si inserisce il Piemonte (con una percentuale del 7%; 7,8 miliardi di euro su 109,5), seguito da Val d’Aosta (6,6%; 0,3 su 4,2) e Marche (6,2%, 2,2 su 35,2).
IN LOMBARDIA IL 70% DI OCCUPATI IN PIÙ RISPETTO AL LAZIO
Anche per quanto riguarda l’incidenza della forza lavoro dell’Spcc a livello regionale, in termini percentuali il Lazio supera la Lombardia, seppur di poco, 7,8% contro 7,6%. Ma mentre nella prima i lavoratori sono 202mila su 2,6 milioni, nel secondo caso sono 343mila su quasi 4,5 milioni. In termini assoluti in Lombardia sono dunque impegnati nel settore della cultura e della creatività il 70% di persone in più. Al terzo posto la Val d’Aosta con il 7,3% (ma solo poco più di 4mila occupati su 60mila), Piemonte (6,9%; 125mila su 1,8 milioni) e Marche (6,6%; 42mila su 640mila).
CON CULTURA E CREATIVITÀ SI FRONTEGGIA MEGLIO LA CRISI
Il rapporto elaborato da Symbola concentra l’attenzione su temi di particolare importanza: i Paesi che hanno saputo fronteggiare meglio la crisi sono infatti quelli che hanno continuato a puntare su cultura e creatività. Settori che, anche in Italia, sono stati in grado di fornire un contributo significativo allo sviluppo economico generale. Il sistema produttivo culturale e creativo composto da imprese, pubblica amministrazione e non profit, genera (come segnalato in precedenza) nel nostro Paese 89,7 miliardi di euro. Inoltre, ha la capacità di attivare altri settori dell’economia, arrivando a muovere nell’insieme 249,8 miliardi di euro, equivalenti al 17% del valore aggiunto nazionale.
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