ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Matteo Cremonesi e la metafora della vita

07/10/11

Espone dall'18 ottobre,all'18 novembre alla "Mc2 gallery" di Milano.

Espone opere fotografiche la cui lettura è affidata all'effetto della luce, chiaro-scuro tonale, volto metaforicamente all'esaltazione, a volte angosciante, del silenzio e della solitudine.
Il cielo, perturbato per lo più, è una costante indicativa, responsabile della penombra, del "notturno", del semi-nascosto, dell'allegoria della vita che asseconda lo straordinario Manuale di Retorica (arte della parola, vedi Cicerone)in campiture dove gli attori sono attoniti e di appendice.(Molto composta ed efficace la visione di sedie vuote in un teatro ideale, loquace nel suo silenzio e nel suo cielo; permane la quarta parete teatrale e psicologica anche se non è materialmente individuabile).
L'antichità fece buon uso della retorica esaltando i "labirindi" della metafora che lasciavano ad altri la ricerca d'ogni "celato" riferimento. Una possibilità diversificata dall'usuale per intendere e fraintendere il messaggio posto a proprio piacimento. Una libertà d'interpretazione che richiamava nel lettore la rievocazione d'un angolo della propria memoria e del proprio vissuto.

Esiodo, mentre si trovava sull'Elicona a pascolare il gregge paterno, le Muse lo avevano consacrato poeta e gli avevano annunciato: "Noi sappiamo dire numerose menzogne con l'apparenza di verità; ma quando lo vogliamo, sappiamo anche proclamare il vero". Le "verità" di Esiodo riguardano origine del mondo, mitologia, ecc., ma - oltre a ciò - indicano regole sacrali:
Non orinare stando in piedi, rivolto al sole;
e dall'ora in cui il sole tramonta, - rammenta, - fino all'alba
non dovrai orinare sulla strada né uscendo dalla strada,
e neppure levarti la veste: le Notti appartengono ai Beati;
l'uomo pio si siede, o s'accosta al muro del cortile.

Cremonesi, cosi', appartenendo ai "Beati", è un notturno dell'anima ed i suoi lavori non sono istanti della vita, ma la vita degli istanti, per lo più inavvertita.
Matteo Cremonesi insegue la bellezza nel senso greco finchè questa non lo dissuade nella rappresentazione esteriore e caduca; il contenitore (bello ed apparente) contrasta col proprio contenuto palesemente "nostalgico" e drammatico. Ecco perchè i significati dei suoi lavori inseguono violentemente la futilità apparente del significante, del "bello effetto d'affetto".
Matteo Cremonesi è nato a Milano nel 1986.

Michele Greco


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