ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Pensioni: retributivo e contributivo, siamo alla resa dei conti?

21/08/14

Nei corridoi di Palazzo Chigi circola insistente la voce secondo la quale Matteo Renzi starebbe facendo più di un pensierino circa il prelievo fiscale del 10% sulle pensioni - il famigerato “contributo di solidarietà” - e di stabilire un blocco della indicizzazione biennale a coloro i quali percepiscono una pensione con il sistema retributivo superiore ai 3.500 euro al mese. La ratio della proposta è semplice e condivisibile: questi pensionati ricevono una pensione ben più alta di quella percepita da chi è stato collocato a riposo dopo la riforma Dini del 1996, che ha progressivamente eliminato il sistema retributivo.

Il governo - con tutti gli indicatori economici negativi ed un debito pubblico che nello stesso istante in cui scriviamo continua a cresce di migliaia di euro al secondo - è alla disperata ricerca di soldi, tanto per cambiare! Il fatto è che ha già raschiato il barile e adesso non sa più dove andare a mettere le mani, anche se poi come sempre accade, non è difficile intuire che indirizzerà le attenzioni del fisco sempre sui “soliti noti”! Comunque, nei corridoi di Palazzo Chigi circola insistente la voce secondo la quale Matteo Renzi starebbe facendo più di un pensierino circa il prelievo fiscale del 10% sulle pensioni - il famigerato “contributo di solidarietà” - e di stabilire un blocco della indicizzazione biennale a coloro i quali percepiscono una pensione con il sistema retributivo superiore ai 3.500 euro al mese.
La ratio della proposta è semplice e condivisibile: questi pensionati ricevono una pensione ben più alta di quella percepita da chi è stato collocato a riposo dopo la riforma Dini del 1996, che ha progressivamente eliminato il sistema retributivo. Si tratta di un'ipotesi che finalmente porterebbe un po’ di equità tra coloro che sono andati in pensione col retributivo e quindi con un assegno previdenziale addirittura maggiore dell’ultimo stipendio, perchè al netto delle ritenute previdenziali, rispetto ai moderni pensionati che invece essendo a pieno regime contributivo andranno in pensione con un assegno di gran lunga inferiore all’ultima retribuzione percepita in servizio. Giustizia sociale, appunto. A patto che i tagli finiscano nella giusta direzione e che i limiti fino ai quali l’asticella può scendere siano congrui! Il limite pensato da Matteo Renzi di 3.500 euro sembra più che ragionevole.
E allora cosa si spetta d intervenire? Basta indugi. Ci vuole coraggio per tagliare stipendi e pensioni d’oro, anche a rischio di perdere qualche voto!



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