ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Rolando Rivi, seme per Dio, finalmente beato

12/10/13

Sabato 5 ottobre finalmente c'è stata la beatificazione del santo bambino Rolano Rivi, seminarista martire di San Valentino di Castellarano (Re), trucidato in odium fidei il 13 aprile del 1945 in un bosco di Piane di Monchio a Palagano (Mo) dai partigiani.

Ero tra i 7.000 che al PalaPanini che sabato 5 ottobre hanno partecipato alla beatificazione del santo bambino Rolano Rivi, seminarista martire di San Valentino di Castellarano (Re), trucidato in odium fidei il 13 aprile del 1945 in un bosco di Piane di Monchio a Palagano (Mo) dai partigiani. Avendo lavorato per anni nel luogo, che ha segnato il dies natalis di Rolando e facendo parte del “Comitato Amici di Rolando Rivi”, che ha sostenuto la postulatrice della causa di beatificazione dr.Francesca Consolini dopo 70 anni di oblio della vicenda, ho vissuto con molta emozione quest'evento. E questo anche domenica 6 ottobre, quando papa Francesco dopo l'Angelus ha ricordato la beatificazione e ha additato il beato Rolando come esempio per i giovani:”Ieri, a Modena, è stato proclamato beato Rolando Rivi, - ha affermato papa Francesco -un seminarista di quella terra, l'Emilia, ucciso nel 1945, quando aveva 14 anni, in odio alla sua fede, colpevole solo di indossare la veste talare in quel periodo di violenza scatenata contro il clero, che alzava la voce a condannare in nome di Dio gli eccidi dell'immediato dopoguerra". "Ma la fede in Gesù vince lo spirito del mondo! - ha aggiunto il Pontefice - Rendiamo grazie a Dio per questo giovane martire, eroico testimone del Vangelo". "Quanti giovani di 14 anni oggi hanno davanti agli occhi questo esempio - ha proseguito poi il Papa -: un giovane coraggioso che sapeva dove doveva andare, conosceva l'amore di Gesù nel suo cuore e ha dato la vita per lui. Un bell'esempio per i giovani, che sapeva cos'era importante, pieno di coraggio”.Rolando Rivi è stato proclamato beato appunto al PalaPanini, noto tempio del volley trasformato per l'occasione in cattedrale, sabato alle ore 16 e 20, da parte del cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione della Cause dei Santi e rappresentante del pontefice. Il cardinale officiando la messa assieme a 188 sacerdoti, 5 vescovi tra i quali mons. Antonio Lanfranchi di Modena Nonantola, 80 diaconi e 325 chirichetti, ha dato lettura della missiva apostolica del pontefice, il quale afferma che si può celebrare la festa del venerabile servo di Dio Rolando Rivi il 29 maggio di ogni anno, di seguito c'è stato lo svelamento della gigantografia di Rolando,quella dove veste l’abito talare dei seminaristi, lo stesso che portava anche il giorno della sua uccisione, e la benedizione della reliquia.Sarà lui il protettore dei chirichetti, dei seminaristi e dei giovani, per volontà del vescovo Lanfranchi, il quale ha aggiunto:”Sono quattro le parole che il beato Rolando Rivi ci consegna: perdono, fortezza, servizio e pace.Gesù, nel Vangelo odierno di Giovanni, ci ricorda che il chicco di grano se non muore non produce frutto, ma se muore produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”. Rivi è stato proclamato beato in quanto martire, ma ha fatto anche un miracolo approvato dalla Congregazione delle Cause dei Santi: un bimbo inglese James di 6 anni è guarito dal cancro, perchè un amico aveva posto una ciocca di capelli di Rolando, intriso del suo sangue.

LA STORIA

Nato il 7 gennaio 1931 a San Valentino di Castellarano, Rolando è stato il primo allievo di un seminario minore diocesano a essere proclamato beato perchè martire, caduto di un periodo storico tra i più controversi, quello guerra civile e della Resistenza. Era un bambino vivace con tanti amici. Ma a un certo punto, attraverso il suo parroco don Olimpo Mazzucchi, ha scoperto l’esistenza di un Amico più grande, che gli voleva bene più di chiunque altro: Gesù. Rolando si era proposto di seguire il suo esempio, disposto a pagare lo stesso prezzo: vestendo sempre l’abito talare, come segno della sua appartenenza a Gesù, sapeva che correva un pericolo, ma non si tirò indietro. Pochi mesi prima, infatti, anche don Olimpo era stato brutalmente picchiato per le stesse ragioni.”Sono di Gesù - amava ripetere Rolando - perchè mi devo togliere la talare?” Il 10 aprile 1945, Rolando giorno non tornò a casa. E quando, non vedendolo arrivare, i genitori andarono a cercarlo, trovarono a terra i libri e un biglietto sibillino e sprezzante: “Non cercatelo, viene un momento con noi partigiani”. Quattro giorni dopo un partigiano che aveva assistito alle ultime ore di vita del ragazzo, tentando di opporsi alla sua fine confessò che cosa era accaduto: Rolando era stato sequestrato, torturato, mutilato e ucciso a Piana di Monchio, sull’Appennino modenese. Era stato assassinato il 13 aprile 1945, fu ritrovato il giorno dopo da suo padre, su indicazione del carnefice pentito, e da quel momento divenne il simbolo dell’amore per Dio. Papà Roberto disse soltanto: “Perdono”. Da l 26 giugno 1997 Rolando riposa nel sacrario dei parroci dell’antica Pieve di San Valentino, a Castellarano, in diocesi di Reggio Emilia, e la sua tomba è meta di pellegrinaggi senza sosta. Ecco Rolando è un seme per Dio...
Marilena Buganza

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