Santo Versace: la politica è distante dai problemi quotidiani del Paese

Santo Versace, intervistato da Massimo Lucidi, parla della crisi politica del nostro paese, ed esorta i giovani ad ispirarsi ai principi del Made in Italy per rilanciare il Paese.

Santo Versace è da sempre molto attento ai temi sociali del paese. Dello sviluppo economico. Del Sud e dei giovani. Quando il Pdl e il suo leader Silvio Berlusconi chiesero di candidarlo, agli amici veri e disinteressati sembrò che si realizzasse un sogno... che questa legge elettorale aveva ispirato. Dare un riconoscimento ai migliori, ai capaci, ai probi. Ma poi, ben presto, la delusione. La squadra, il raccordo col territorio ben presto è saltato. Il collegamento sui problemi, con le categorie professionali è mancato e la cronaca politica ha ceduto il passo a quella rosa se non giudiziaria; in una legislatura all’insegna delle emergenze e della crisi. E di certo Santo Versace non poteva reggere ancora più. Il 24 ottobre abbiamo deciso di chiedergli un’intervista su alcune questioni di attualità. Anche l’Amico Santo ha voluto così testimoniare l’attenzione e l’interesse per noi e in particolare per l’EMA e il suo presidente Ciro Visone. (m.m.l)

Ci è parso di capire che il messaggio che ha provato a dare da politico sia lo stesso che ha dato da imprenditore: lavorare per l’eccellenza, al massimo livello, secondo le capacità professionali di ciascuno... Cosa ha trovato nella politica?
“Un generalizzato distacco tra l’agenda quotidiana dei problemi del paese e l’agenda del Palazzo, una crisi di leadership comune alle diverse forze politiche che si contrappongono e non mettono al primo posto l’interesse nazionale. Nonostante tutto, ho potuto constatare che in questo Parlamento vi sono straordinarie competenze nella classe politica, vi sono persone libere che rappresentano al meglio la società italiana. Insomma, non credo che tutto il marcio della società italiana sia in politica”.

E cosa c’è nel Partito di maggioranza che l’ha candidata, il Pdl, che oggi non va?
“Nel Pdl c'è molta gente che comincia a pensare che non si possa più restare legati mani e piedi a Berlusconi e al suo destino se non si vuole che il centra destra sia travolto. Molti parlamentari, e tra loro anche personaggi autorevoli, si sono ormai convinti che sia necessario andare a un governo di responsabilità nazionale, di solidarietà nazionale, perché lo richiede il paese e perché continuare stancamente a galleggiare non serve a nessuno. Con i tanti giornalisti che in questi giorni mi hanno chiesto della decisione di lasciare il Pdl, sono stato lapidario “Mi sono stancato di stare nel gruppo parlamentare del Pdl a non fare niente. Io ho atteso, anche troppo, che si avviassero quei provvedimenti che l’Italia attende da anni e su cui vi era l’impegno della coalizione ma poi ho dovuto prendere atto che quel Pdl che mi aveva candidato aveva subito una inesorabile mutazione genetica... Ora mi sento più motivato di prima e voglio dare un contributo a questa nuova fase politica. ''.

E a Berlusconi cosa si sente di dire senza mezzi termini?
“Caro Silvio, se riesci a fare le riforme strutturali di cui l’Italia ha bisogno, resta a capo del Governo. Se, come penso, questo non è più possibile per l’indebolimento della maggioranza e tuo, allora è giunto il momento di passare la mano. Ho anche aggiunto a caldo che Berlusconi è un imprenditore straordinario ed ha tentato una operazione di rigenerazione della politica che ha creato molte aspettative. Purtroppo quella rivoluzione liberale è fallita, per le ragioni che tutti conoscono ed oggi lui stesso dovrebbe capire che e' il momento di farsi da parte per agevolare il centrodestra a rigenerarsi. La realtà è che spero vivamente che, a partire dalla mia uscita e con quello che accade in queste ore sui mercati internazionali e nella Unione Europea, egli riesca a capire che il partito gli si sta sbriciolando tra le mani ma , ancora più, che è il Paese ha rischiare”.

Nel Paese non è il solo imprenditore a guardare oltre le divisioni dei partiti. Cosa pensa del messaggio di Della Valle?
Da anni ripeto che la società civile e gli imprenditori possono dare un contributo enorme al cambiamento della politica. Mi fa piacere che Della Valle se ne sia accorto. Appoggio il suo personale appello perchè è un mio convincimento da tempo.

Cosa dice ai giovani riguardo al futuro dell’Italia?
Di avere fiducia nel nostro Paese che è culla di una grande civiltà capace di rigenerarsi, se punta all’essenza più vera quella del rinascimento, con i suoi ideali di bellezza e di buon gusto. Il made in Italy, con la continua ricerca della perfezione, del bello, richiede conoscenza e le nuove generazioni, con orgoglio, devono impegnarsi nello studio e nel lavoro se vogliono essere all’altezza delle sfide globali che questi anni pongono. E sottolineo due aspetti della formazione che sono necessari per la crescita di una persona e della società nel complesso: non soffocare le proprie capacità manuali, artigianali, artistiche per chi sente di esserne capace; e poi praticare sport di squadra perchè dobbiamo imparare ancora a camminare insieme. In questi giorni sono tanti i giovani che rendono omaggio a Steve Jobs. Ebbene, Jobs in una celebre campagna pubblicitaria a San Francisco fece manifesti in Italiano per rendere immediata la percezione di ricreare con le tecnologie un vero e proprio “rinascimento”. Se gli altri, i lontani, ammirano la nostra storia, noi non possiamo dimenticarla nell’ affrontare il futuro . Nella nostra storia e nel nostro presente stanno le fondamenta del futuro. Se qualche eurocrate nutre dubbi sulla tenuta dell’Italia bisogna ricordargli e ricordarci che questo è un paese dalle straordinarie risorse. L’Italia, deve guardare avanti con la sicurezza di farcela.

Massimo Lucidi

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