ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Se il femminismo fa funzionare l’amore…

03/02/15

Cosa accade in noi quando le cose in amore funzionano? Esistono strategie? O solo ipotesi? Il femminismo ha portato a una presa di coscienza radicale nelle donne che ha portato a un guadagno di libertà molto forte. Ma non solo di libertà…il guadagno sta anche nelle relazioni con il mondo e…in amore… DOMENICA 15 FEBBRAIO ALLE ORE 18,30 ALL'ALVEARE MILANO via della Ferrera 8

Se il femminismo fa funzionare l’amore…

Di Serena Fuart

Non ci sono consigli giusti, ne vie da seguire uguali per tutti.

Ci sono solo spunti di riflessione e ipotesi possibili che ognuna e ognuno di noi può fare suoi ed elaborare personalmente.

Il femminismo mi ha dato tanto anche per le mie relazioni sentimentali. Da quando ho incontrato il pensiero delle donne le mie relazioni sono più appaganti rispetto quelle di prima.

Cosa ho capito cosa è successo?

Ecco quello che posso proporre come spunto di riflessione dal mio personale percorso.

E’ abbastanza chiaro intanto che, quando la relazione funziona, c’è un buona armonia di coppia, ì reciproco amore e rispetto e che il funzionamento di una buona relazione è nella relazione stessa.

Tuttavia anche le singole, i singoli possono fare un lavoro su di sé per migliore le cose.

La relazione d’amore è più della somma dei due singoli singole ma se la singola il singolo cambiano cambia anche la relazione.

Inizio con il dire che l’amore più grande verso l’altro parte dall’amore per noi stesse stessi.

E come dice Paola Leonardi, sociologa, psicoterapeuta e autrice del bellissimo libro Saperi e sapori delle donne si parte dal conoscere intimamente i propri desideri. Sapere quindi bene chi siamo e dove vogliamo andare è necessario a una relazione che voglia essere autentica.

Ma non basta. Occorre legittimarsi a desiderare, lavoro che si faceva negli incontri di autocoscienza quando le donne prendevano consapevolezza di sé e all’interno di relazioni forti e trasformative ci si legittimavano a desiderare, a metter forza e amore in ciò che volevano, e non sacrificarsi totalmente a mariti, figli ecc.

Vivere quindi le proprie passioni seppur con la necessaria mediazione che un legame richiede.

Io ad esempio in una delle mie precedenti relazioni tendevo a metter da parte i miei desideri a favore dell’altra persona. E il legame non ha resistito. La mia frustrazione è emersa forte. Non è stato solo quello la causa della rottura ma ha certo contribuito.

Nell’autocoscienza le donne hanno imparato a dirsi e a non farsi dire, sono passate, come ha detto Luisa Muraro nell’incontro Femminismo tremendamente vivo, alla Libreria delle donne, sabato 31 gennaio, sono passate da essere soggetti pensati (dagli uomini) a soggetti pensanti.

Ma consapevolezza di sé non riguarda solo i desideri ma anche, come fa notare Paola Leonardi, i sentimenti che alle donne è stato impedito spesso di esprimere, come rabbia, rancore e altro. Questi stati d’animo vanno espressi e vissuti con autenticità, come è necessario viversi nelle eccellenze e nei propri limiti, come si è insomma.

E poi c’è l’ambivalenza. Una cosa che a me è sempre stata difficile fino a un certo punto della mia vita è imparare a tollerarla. Siamo esseri complessi, in un rapporto c’è l’amore verso l’altra i sentimenti ostili dovuti al fatto che l’Altro Altra ci genera inevitabilmente fustrazione.

E poi c’è la nostra tendenza alla socialità e quella all’autonomia, tendenze, parti di noi che non si integrano ma convivono insieme, l’una accanto all’altra, stridendo a volte collidendo. Vado verso l’altra altro desiderando di essere autonoma e desidero essere autonoma andando verso l’altra altro.

Cosa può aiutare ancora stesse e la relazione? Senz’altro trovare un senso della vita anche in solitudine per avere delle risorse proprie, come delle passioni che poi si possono anche condividere o semplicemente portare come ricchezza.

E infine una mossa di sottrazione, sottrazione dai dettami culturali

Il femminismo si sottrae al pensiero unico maschile, così ci si può sottrarre al pensiero omologato che racconta anche come deve essere una coppia.

Le femministe nel ‘66 si sono stufate di sentire parlare solo gli uomini che parlavano poi di problemi astratti e hanno fatto un gesto di rottura, abbandonando le aule e trovandosi tra loro. Si sono sottratte al detto maschile che pretendeva di raccontarle con parole non loro ma di Altri, maschi.

Così il femminismo, la cultura femminista si sposta e va verso un altrove altrimenti.

Come Maria Zambrano, un tempo, come lei stessa ha raccontato, mentre a una lezione di filosofia meditava di abbandonare lo studio della materia, vede entrare un raggio di luce e comprende che la filosofia è invece la sua strada.

Cosa è successo? Ha visto la luce dall’ombra, ovvero da un'altra prospettiva, da uno sguardo che non era più dentro al pensiero unico ma fuori. Uno sguardo da un altrove che le permetteva di vedere e capire tante cose in più e fare uno spostamento.



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