ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Serse di Händel al Teatro Alighieri di Ravenna

13/01/20

Orchestra Accademia Bizantina. Direttore Ottavio Dantone. Regia Gabriele Vacis. Scene, Costumi e Luci Roberto Tarasco.

TEATRO ALIGHIERI, RAVENNA

SERSE
Opera in tre atti, su libretto anonimo da “Xerse” di Nicolò Minato, adattato da Silvio Stampiglia.
Musica di Georg Friedrich Händel.

Il Cast:
Serse ARIANNA VENDITTELLI.
Arsamene MARINA DE LISO.
Amastre DELPHINE GALOU.
Romilda MONICA PICCININI.
Atalanta FRANCESCA ASPROMONTE.
Ariodate LUIGI DE DONATO.
Elviro BIAGIO PIZZUTI.

Orchestra Accademia Bizantina.
Direttore Ottavio Dantone.
Regia Gabriele Vacis.
Scene, Costumi e Luci Roberto Tarasco.

Nuovo Allestimento
coproduzione Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Ravenna Manifestazioni.

“Serse” di Georg Friedrich Händel, opera di rara e non semplice esecuzione del compositore tedesco vissuto a lungo in Inghilterra.
Una delle ultime opere di Händel collocata ormai nel nuovo clima musicale, con la presenza di elementi comici (il cantante “buffo” ) e le numerose arie brevi o brevissime, espresse con grande ricchezza di mezzi musicali.

“Serse” fu commissionata al compositore tedesco dal King’s Theatre di Londra, dove vi debuttò il 15 aprile 1738. Il libretto italiano dell’opera fu adattato da ignoto da quello di Silvio Stampiglia per una omonima precedente opera di Giovanni Bononcini del 1694. Il libretto di Stampiglia era basato a sua volta su un altro, “Xerse”, di Nicolò Minato creato da Francesco Cavalli nel 1654.
Dopo le prime recite (a parte la celeberrima aria “Ombra mai fu”), “Serse” scomparve dalle scene per quasi duecento anni.
L'opera conobbe la sua prima ripresa moderna a Gottinga il 5 luglio 1924 in una versione curata da Oscar Hagen; al Teatro alla Scala di Milano fu rappresentata invece in tempi più recenti, nel gennaio 1962.

La trama vede al centro sette personaggi che si intersecano tra loro, attraverso diversissimi e spesso contrastanti stati d’animo che trovano ovviamente pace in un finale, felice per tutti.
La vicenda ha come protagonista Serse, il famoso re della Persia, qui rappresentato come un giovane bizzoso e pieno di desideri amorosi. Il re, pur essendo amato da Amastre, bellissima principessa straniera, che si presenta nell’opera camuffata da uomo per verificare le trame del re, si incapriccia, come un bambino, di Romilda, figlia di Ariodate, comandante del suo esercito. Purtroppo per lui la ragazza ama di amore sincero Arsamene, fratello del re. A complicare le cose si intromette, furbetta e scanzonata, Atalanta, la sorella di Romilda, infatuata anch’ella di Arsamene. Ma sarà Ariodate con uno stratagemma a rimettere a posto tutte le cose e Atalanta dovrà cercasi un altro spasimante.

Come consuetudine dell’opera barocca, quasi tutti i ruoli, compresi quello di Serse e di suo fratello, sono interpretati da voci femminili, tranne il comandante del suo esercito ed Elviro, servo di Arsamene, che riveste l’elemento buffo dell’opera, che sono due

Il regista Gabriele Vacis divide su tre livelli lo spazio scenico immaginato da Roberto Tarasco, suo abituale collaboratore.

Nel primo agisce l’orchestra; in quello centrale, in proscenio, visti come se fossero nei camerini, arredati alla guisa di un salotto settecentesco con console barocche, i cantanti che diventano i personaggi dell’opera, esternando tutti i loro sentimenti; più in alto sul palcoscenico, ai giovani figuranti spetta il compito di creare una specie di scenografia vivente con la danza e gli oggetti, rendendo visibili ed espressivi i sentimenti che muovono l’opera.
Uno schermo gigante accoglie con immagini soprattutto i riferimenti all’albero amato dal re, che attraversa con la sua fronda tutta l’opera, e che si materializza con le piante di tutte le dimensioni a invadere la scena alla fine dello spettacolo.

Nel complesso eccellenti tutti gli interpreti, a cominciare dal Serse del soprano Arianna Vendittelli e da Delphine Galou che interpreta la tradita Amastre, Marina De Liso, (il fratello) e Francesca Aspromonte (Atalanta).
Completano il cast Monica Piccinini, nella parte di Romilda, l’Ariodate di Luigi De Donato e l’Elviro di Biagio Pizzuti, a cui Handel concede solo due arie.

La parte musicale è affidata alla Accademia Bizantina guidata con grande cura del testo da Ottavio Dantone.

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Maura Capanni (Corrispondente settore cultura)
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