NUOVI ACCORDI
Comunicato Stampa

Sui profughi ha ragione la Caritas, si coinvolgano tutti i comuni piemontesi. Odg di SEL in Consiglio Regionale

30/03/11

Sui profughi ha ragione Pierluigi Dovis, direttore della Caritas di Torino. Per affrontare l’emergenza sarebbe auspicabile un coinvolgimento di tutti i comuni piemontesi (tranne quelli più piccoli), senza aumentare ulteriormente le tensioni sociali già così alte a Torino. Scaricare 500 persone in unico blocco nella nostra città comporterebbe rischi elevati e non permetterebbe di garantire un’adeguata assistenza.

Sui profughi ha ragione Pierluigi Dovis, direttore della Caritas di Torino. Per affrontare l’emergenza sarebbe auspicabile un coinvolgimento di tutti i comuni piemontesi (tranne quelli più piccoli), senza aumentare ulteriormente le tensioni sociali già così alte a Torino. Scaricare 500 persone in unico blocco nella nostra città comporterebbe rischi elevati e non permetterebbe di garantire un’adeguata assistenza.

Per questo ho presentato un Ordine del giorno in Consiglio Regionale per chiedere alla Giunta di attivare le procedure per un’opportuna accoglienza dei profughi, coinvolgendo tutti i comuni disponibili sul territorio piemontese.Quello che chiediamo è un piccolo sacrificio a tutti, invece di chiederne uno più grande solo a qualcuno.

Le positive esperienze di alcuni piccoli comuni calabresi in questo senso ci conforta. Riace, Caulonia e altri piccoli centri fortemente spopolati hanno sviluppato un vero e proprio laboratorio sociale, incoraggiato e sostenuto dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), in cui i profughi hanno trovato non solo assistenza ma concrete occasioni di inserimento, portando inoltre un sensibile sviluppo economico. Persino il regista tedesco Wim Wenders ha realizzato un documentario su questa positiva e apparentemente incredibile esperienza.

Auspico che questa emergenza sia gestita nel modo meno traumatico possibile, sia per i profughi sia per i cittadini piemontesi. La questione dei profughi non è solo un dramma, ma come ha dimostrato l’esperienza calabrese, può essere anche una risorsa.



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