ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Tavola rotonda. Poeti e poesia nel nostro tempo: verso dove?

31/05/11

La poesia come forma d'arte pura, pone un interessante quesito su cosa sia oggi. Si può definire l'arte e come ? Questi i quesiti sviluppati nel dibattito conclusivo di una stagione di incontri culturali a Modica.

Tavola rotonda . Poeti e poesia nel nostro tempo: verso dove ?

Sabato 28 Maggio 2011, si è concluso a “ Palazzo della Cultura “ a Modica il ciclo di eventi culturali proposti dal “Caffè Letterario S. Quasimodo”, con un interessante tavola rotonda dedicata alla poesia, a cui hanno partecipato i maggiori esponenti locali del settore. In sala erano presenti poeti, scrittori e giornalisti che da anni offrono con passione il loro contributo a questo ramo letterario ma che, negli ultimi anni e con l’avvento di internet, sembra offuscato dalla rapidità dell’informazione e della caduta libera di princìpi quasi obsoleti, ridicolizzati e banalizzati da una sempre più crescente fretta di vivere all’insegna del “fast and easy “.
A coordinare il dibattito, come in quasi tutti gli incontri del Caffè Letterario è stato il Dr. Domenico Pisana che ha introdotto, tramite un filmato di repertorio, la visione di poesia di coloro che poesia hanno egregiamente creato, sublimandola a forma d’arte immortale nel corso degli anni, lasciandola in eredità ai posteri. Così da Montale ad Ungaretti, da Caproni a Pasolini e ancora da Sanguinetti alla Merini emerge quanto più di intimistico è dato dalla poesia che nasce, fuori da ogni regola e limite, come “ricerca dell’io “, “portatrice di un segreto”, “richiamo edonistico”, “ senso esistenzialista “, “bellezza”.
Tra gli oratori della serata, Guastella sostiene correttamente che la poesia non fornisce risposte, semmai solleva domande e che il binomio tra poesia e poeta è quello che determina la trasformazione in versi della propria esistenza biografica.
E’ la Dormiente, nota storica e poeta del mondo ibleo, che delinea un quadro della poesia nel contesto socio-culturale, asserendo che la società odierna ha depauperizzato e ridimensionato la materia prima di cui il poeta si serve, ossia il linguaggio. Linguaggio che appartiene al tempo e ad un epoca, fondamento della comunicazione oggi divenuta “babelica”. Linguaggio che, essendo espressione dell’essere, non può e non deve essere mercificato. Il compito della poesia è certamente quello di mostrarsi refrattaria alla materializzazione se arte vuole rimanere, ponendo un argine al deterioramento. Se è vero che la poesia è senza tempo, tuttavia il poeta appartiene al suo tempo.
Occhipinti, poeta ibleo contemporaneo, afferma che la poesia pur essendo semplice nella forma è complicata nella sostanza. Potrebbe essere una definizione quella di poesia come “la voce del pensiero turbato dal mondo”, poiché nasce dalla sofferenza esistenziale dell’uomo e del mondo che soffre. Per Occhipinti, nel terzo millennio la poesia corre il rischio di perdita di identità, non essendoci i maestri come nel passato e i giovani poeti sono deficitari di queste guide per orientarsi.
Schembari, altro poeta contemporaneo, ritiene che la poesia è tutto e niente, non può essere definita perché è diversa in base al soggetto che la crea e che la legge. Essa è semplicemente parte dell’uomo e della sua esistenza: un tentativo di raggiungere una perfetta sintesi tra forma e contenuto.
Interessante, a conclusione del convegno, l’intervento di Fabio Iacono, ex giornalista di Tele Iblea e scrittore, che individua tra i creatori dei vari generi poetici un punto comune: la poesia come codice di comunicazione. Iacono provoca gli ascoltatori in sala, sostenendo che la poesia è aristocratica e , dunque bisogna andarle incontro, indossarla. La poesia oggi ? Le figure retoriche divenute algoritmo ?
L’Associazione Culturale Incontri Mediterranei- Helios, esprime il suo pensiero sulla poesia brevemente in quest’articolo: la poesia nasce come voce dell’anima e in quanto tale non può essere definita perché sarebbe come limitarla e confinarla in uno stereotipo immutabile e tutto ciò che parte dal sentire immutabile non è. Come oggettiva non può essere l’interpretazione di una poesia da parte del lettore che ci trova quello che egli stesso percepisce, sente, comprende, soffre, ama.



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