ARTE E CULTURA
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Un padre toscano per gli Usa

18/07/08

Forse non tutti sanno che gli Usa hanno un padre italiano: Filippo Mazzei da Poggio a Caiano. Sua la frase più famosa della Dichiarazione d'Indipendenza americana, "Tutti gli uomini sono creati uguali"

La frase forse più famosa della Dichiarazione d'Indipendenza americana, "Tutti gli uomini sono creati uguali" anche se pochi lo sanno sia di qua che di là dall’oceano, ha un padre toscano,
Il compianto presidente Ronald Reagan si ricordò di questo padre e definì Filippo Mazzei "un patriota, collaboratore di Thomas Jefferson"
Sulla sua figura oggi, Francesco Fulcini sta producedo un film annunciato sulla croisette di Cannes in occasione della recente fiera per la tv internazionale.
Un occasione propizia per collocare finalmente, sul giusto altare della storia questo uomo che, nonostante alcuni riconoscimenti – fra cui un francobollo Usa nel 1980 - è ancora poco conosciuto.
Noi, nel nostro piccolo, vogliamo rendergli giustizia e abbiamo scelto di farlo nella prossimità del 4 luglio.
Non è infatti nè una boutade nè una leggenda metropolitana, ma una realtà scientificamente dimostrata, il fatto che, fu proprio Filippo Mazzei da Poggio a Caiano a suggerire all’amico Jefferson - a cui fra l’altro si dice insegnasse a fare il vino – d’inserire quella frase nella Dichiarazione d’Indipendenza.
Ma chi era Mazzei? Era un fiorentino di provincia nato nel 1730 che prima di approdare sulle coste della Virginia nel 1773, aveva fatto praticamente il giramondo sbarcando il lunario fra mille attività: il chirurgo in Toscana, il commerciante a Smirne in Turchia e a Londra, l’agricoltore, anzi “l’ortolano (come amava presentarsi), il politico, il soldato e l’ambasciatore.
Durante un soggiorno londinese conobbe Benjamin Franklin dal quale acquistò due stufe per conto del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo ma tramite il quale, sopratutto, fece la conoscenza di Thomas Adams amico di Jefferson.
Poi lo sbarco nei futuri Usa nel 1776 e i suoi amici Adams e Jefferson che divennero rispettivamente senatore nel nuovo Congresso il primo e terzo presidente della storia americana il secondo.
Fra l’altro, quando arrivò in America, Filippo Mazzei fu accolto dal futuro primo presidente George Washington in persona e da un gruppetto di lucchesi con cui si mise ad insegnare la coltivazione dell’olivo e della vite e l’allevamento del baco da seta. Ma non solo: dal 1774 cominciò anche a fare il giornalista e a scrivere articoli di fuoco con lo pseudonimo “Il Furioso” per la “Virginia Gazzette” in cui promuoveva l’indipendenza dei coloni.
Poi la storia ci racconta che, insieme allo stesso Jefferson si arruolò in un plotone come volontario, insieme ad altri italiani, per combattere il colonialismo inglese.
Ma più che con lei armi lui infiammò gli animi con la sua penna con cui continuo a promuovere la libertà religiosa e l’abolizione della schiavitù.
Nella sua vita eroica non sono mancati certo i drammi e su tutti ricordiamo la cattura da parte degli inglesi e la prigionia a New York con successiva scarcerazione arrivata solo grazie all’intervento degli amici europei, perchè l’ex amico Franklin nel frattempo, gli aveva girato le spalle.
La sua vita privata ci narra invece della sua amante francese Marie che fu “costretto” a sposare per zittire i puritani coloni, ma di cui rimase però presto vedovo. Si risposò solo a 66 anni compiuti con tale Antonia Antoni che lo rese padre di Elisabetta.
Nel 1785 rientrò in Europa, ma non dimenticò mai gli Usa che aveva contribuito a far nascere come testimonia la lettera spedita al futuro presidente James Madison in cui definì l’America la sua “patria adottiva”.
Ancora un po’ di carriera in Europa – nel 1791 fu ambasciatore per il Re di Polonia – prima di morire dimenticato, a Pisa, nel 1816.
Da quella data è calato il sipario sulla figura di Filippo Mazzei. C’è voluto un altro presidente Usa, John F. Kennedy e 145 anni trascorsi, prima qualcuno cominciasse a rendergli i dovuti omaggi.


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