ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Volevo uccidere Gianni Morandi, di Igor Nogarotto. L’umanità dietro le quinte

30/05/13

Volevo uccidere Gianni Morandi, singolare e esplosivo romanzo di Igor Nogarotto, potrebbe trarre in inganno: l’autore non odia Gianni Morandi, è bene sottolinearlo per rassicurare i fan, anzi, lo ammira profondamente, ma da onesto cantautore qual è confronta la sua conturbata carriera con quella del mito Gianni. Il resto è pacato realismo.

Igor Nogarotto organizza spettacoli di cabaret, è bravo, a lui si affidano volti noti di Zelig come Giuseppe Giacobazzi, Paolo Migone, Fabrizio Fontana, per i tour nei teatri, e non solo, nella penisola. Ma Igor non è solamente un manager: prima di ogni etichetta lavorativa è uno scrittore, scrive testi, musica, libri; parallelamente alla sua professione quotidiana ambisce le hit e il palco, per se stesso.

Volevo uccidere Gianni Morandi è un concentrato di sogni, alcuni realizzati, a fatica, altri abbandonati, altri ancora perseguiti con ingegno e una dose di creatività degna del miglior genio del male. Aneddoti, racconti, giudizi, successi e fallimenti. Igor Nogarotto confeziona un romanzo assolutamente piacevole, lucido, incapace di celare, soprattutto a se stesso, le difficoltà che stanno alla base del successo, o tentato successo.

Volevo uccidere Gianni Morandi è un concentrato di simpatia, di storie capaci di strappare risate anche al più serio lettore, di verità, alcune davvero incredibili, ma è anche cabaret, macchie di inchiostro, esami, voti, accettati o rifiutati, corsi di laurea (a mio avviso degni di molta attenzione).

Probabilmente chi conosce il mondo dello spettacolo, parzialmente o in tutto il suo complicato splendore, si rispecchierà nei macchinosi tentativi inscenati dall’autore per attirare l’attenzione di chi dovrebbe aiutarlo nel difficile lavoro di proporsi a un pubblico, a volte, attento, o, forse, ne trarrà qualche idea per il futuro.

Chi invece non ha mai avuto nulla a che fare con il dietro le quinte di teatri, radio e televisioni, troverà interessante questo mondo a volte troppo stereotipato.

Assicuro in entrambi i casi pazze risate unite a non poche riflessioni, perché i sogni si avverano, eccome, ma è necessaria una tenacia incredibile, da rispettare, sempre, anche quando il tentativo non ottiene il successo sperato.

Attenzione: il libro, pur utilizzando una scrittura veloce, apparentemente facile e sicuramente divertente, rivela uno spaccato di filosofia capace di insinuare dubbi e domande, donando, poche, risposte, ma soprattutto ha il merito di portare la mente pensante del lettore verso introspezioni notevoli.

L’IO e il ME è opportuno che ogni tanto si consultino.

L’IO è la parte di noi immutabile, da quando nasciamo a quando abbandoniamo il creato: l’IO è la parte più “vera” di noi, che non subisce la contaminazione del nostro approccio nel mondo, è la nostra anima.

Il ME è la proiezione dell’IO, è il nostro corpo che si modifica, è la parte di noi che cabia continuamente venendo in contatto con ciò che ci circonda e che ci condiziona, dalla famiglia, alla scuola, alla religione, alla tv agli amici.



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