SALUTE e MEDICINA
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Acido lipoico anti age e anti glicazione

09/11/11

Uno degli integratori più efficaci degli ultimi anni.

L’Acido Lipoico è una sostanza naturale che negli ultimi anni è balzata all’attenzione del pubblico per le sue straordinarie proprietà molto apprezzate soprattutto in ambito dietetico e sportivo. In particolare è usato sia da sportivi che vogliono migliorare il loro stato di forma, sia dagli amanti del benessere e i cultori di un sano stile di vita per rallentare i processi di invecchiamento e per disintossicare l’organismo dall’accumulo di sostanze inquinanti - in particolare metalli pesanti - nonché da coloro che desiderano smaltire il grasso in eccesso. L'acido lipoico ha attività SCAVENGER (scova rifiuti) sui radicali liberi sia lipidici che proteici (contrasta pertanto sia l'ossidazione dei grassi che quella delle proteine). L'acido lipoico è l'unico antiossidante attivo sia nella fase acquosa (citoplasmatica) che nella fase lipidica (propria delle membrane cellulari). Grazie a questa sua caratteristica l'acido lipoico protegge l'organismo sia dai radicali liberi intracellulari sia da quelli esterni alla cellula.
A differenza di altri antiossidanti in cui solo la forma ridotta ha proprietà antiossidante l'acido lipoico ha la capacità di neutralizzare i radicali liberi in ambedue le forme .
Una delle proprietà più interessanti dell'acido lipoico riguarda la sua capacità di rigenerare gli altri antiossidanti Vitamina C,Vitamina E, coenzima Q. L'acido alfa lipoico è inoltre un potente promotore del glutatione (un altro importante antiossidante intracellulare) di cui incrementa la disponibilità.
L'acido lipoico si è inoltre dimostrato efficace nel favorire l'ingresso di glucosio nelle cellule aumentando il reclutamento dei recettori intracellulari specifici per questo zucchero (GLUT- 4). Da tale scoperta deriva la presunta utilità dell'acido lipoico nel trattamento del diabete.
L'acido lipoico ed in particolare la sua forma ridotta vengono impiegati per combattere gli effetti negativi dei metalli tossici come mercurio e piombo.
Già questo basterebbe a classificare l’Acido Lipoico come uno degli integratori più interessanti oggi in circolazione, ma le sue proprietà non si fermano qui.
Fin dalla sua scoperta, avvenuta nel 1951, gli scienziati hanno notato come questa sostanza avesse proprietà coadiuvanti come regolatore della glicemia e pertanto cominciò ad essere applicato in campo clinico per il trattamento del diabete di tipo 2.
Questa patologia comporta alti livelli di insulina e di trigliceridi, con tutte le derivanti dannose conseguenze per l’organismo come la glicazione, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione, ecc..
In queste situazioni l’Acido Lipoico interagisce con i gruppi sulfidrilici dei recettori cellulari dell’insulina contribuendo ad aumentare la sensibilità a quest’ormone che, permettendo un migliore assorbimento di glucosio e nutrienti da parte delle cellule, regola i livelli di glicemia.
Questo meccanismo, anche se non del tutto chiaro, è probabilmente dovuto al forte potere antiossidante dell’A.L. che concorrendo a neutralizzare i radicali liberi che attaccano e danneggiano i recettori cellulari insulinici è utile nel renderli nuovamente efficienti.
Un’altra azione con cui questa sostanza agisce sulla migliore utilizzazione cellulare del glucosio è la stimolazione di GLUT 1 e GLUT 4, due carrier la cui funzione è quella di trasportare glucosio all’interno delle cellule.
Molte complicanze e patologie tipiche dei diabetici sono dovute alla glicazione che si può definire una forma di catabolismo, cioè una distruzione delle proteine tissutali. Un’alta concentrazione di molecole di glucosio infatti fa si che queste reagiscono, danneggiandole, con le proteine dei muscoli, del collagene, della guaina mielinica dei nervi, della pelle e di alcuni organi causando le tipiche patologie dei diabetici come l’invecchiamento tissutale precoce, aterosclerosi e danni renali
L’Acido lipoico si è dimostrato utile nel regolare i livelli di glicemia, condizione essenziale per contrastare gli effetti causati dalla iperglicemia tipica del diabete di tipo 2.
Inoltre, per le sue proprietà di interagire positivamente con i recettori cellulari dell’insulina, concorre a rende più efficiente l’azione dell’insulina stessa che nel diabete di tipo 2 pur essendo prodotta dal pancreas non assolve più, in modo efficace, alle sue funzioni regolatrici del glucosio nel sangue.
Glicazione
La glicazione proteica indica la reazione mediante la quale gli zuccheri si legano ad alcuni gruppi di proteine. Il processo si svolge in più stadi, con la formazione in un primo momento del “prodotto di Amadori” e successivamente di prodotti finali di “glicazione avanzata”.
I prodotti di glicazione avanzata, una volta fissati alle proteine dell’organismo, sono responsabili di alcuni danni ai tessuti (complicanze). Il primo stadio della glicazione (prodotto di Amadori) non provoca danni ed è possibile misurarne la quantità, potendo così essere impiegato come marcatore.
La reazione di glicazione è una reazione non-enzimatica: dipende cioè solamente dalla quantità di glucosio nel sangue, dalla quantità di proteine, dalla permeabilità delle cellule al glucosio, dai gruppi amminici liberi.
I prodotti di glicazione formano ponti intermolecolari anomali (“cross links”), si legano a specifici recettori e si accumulano anche dentro le cellule. Un esempio è fornito dal collagene che determina un ispessimento dei tessuti del rene (nefropatie).
La strategia di prevenzione e cura deve mirare a inibire al formazione di questi prodotti.
La glicazione proteica, in quanto dipendente dal contenuto di zuccheri nel sangue, costituisce anche un marcatore di valutazione del controllo metabolico.
Ciò avviene mediante la misurazione dell’emoglobina glicosilata GHb, in quanto lo zucchero si lega alla parte proteica dell’emoglobina. I valori si normalizzano in circa 4-6 settimane. L’aumento di livello a seguito di iperglicemia si rivela dopo circa 1 – 4 settimane; per questo il valore dell’emoglobina è rappresentativo della situazione media delle ultime 4 – 8 settimane.
Un recente studio negli USA ha dimostrato che dopo 7 anni di controllo le complicanze si riducono notevolmente quando i valori di HbA1c si avvicinano ai valori normali.
In particolare il controllo di questi valori e quindi un buon controllo metabolico rivestono grande importanza in gravidanza. Con valori inferiori a 6.5 il rapporto tra gravidanze normali e quelle avverse (comportanti malformazioni o aborti) è stato di 54 a 2, con valori tra 6.6 e 7.8 il rapporto è stato di 39 a 5, tra 7.9 e 9.3 è stato di 41 a 5 mentre per valori superiori a 9.4 è stato di 10 a 5.

I dosaggi consigliati di acido lipoico sono i seguenti:

per il benessere e il dimagrimento 300-900mg al giorno
per lo sport 600-900mg al giorno
in caso di diabete 900-1500mg al giorno

si consiglia di assumere le capsule a stomaco pieno

acido lipoico in forma R-ALA è più efficace ma costa mediamente il doppio rispetto all’ ALA tradizionale.



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