SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

All'Hesperia di Modena la prostata si guarisce con il laser verde in 24 ore senza bisturi

La "luce verde" guarisce la prostata ipertrofica, salva il sesso e tutela il cuore. Greenlight grazie all’evoluzione della tecnica è ora in grado di operare maxi prostate e di volume finora trattabili solo con la chirurgia open invasiva, non priva di rischi operatori All’Hesperia di Modena operati con successo in 3 anni 532 pazienti

Focus sul Trattamento Laser dell'IPB: è il titolo di un simposio che si è tenuto a Maranello, in provincia di Modena, il 5 aprile nella Sala Convention del Museo Ferrari. Non si parla di motori da 300 all'ora ma di un silenzioso quanto prezioso strumento d'avanguardia che guarisce l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), l'ingrossamento della prostata che colpisce l’80% degli italiani ultra 50enni ostacolando fino a bloccare il passaggio dell’urina.
UN LASER AL POSTO DEL BISTURI “Per l'ipertrofia prostatica benigna”, dice il professor Giovanni Ferrari, responsabile scientifico del convegno, già professore a contratto presso l'Università di Modena, primario di Urologia e Andrologia presso l'Hesperia Hospital di Modena, "con Greenlight siamo a un punto di svolta fondamentale che porterà alla totale abolizione dell'intervento con il bisturi. La tecnica sfrutta l’azione di un potente laser al triborato di litio ad alta energia (180 W) che vaporizza solo l’eccesso di tessuto prostatico, trasformandolo in vapore. L’intervento mininvasivo si effettua per via endoscopica in anestesia spinale. La fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, vaporizza con estrema precisione solo l’adenoma prostatico senza provocare alcun sanguinamento e ristabilendo una normale minzione. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una notte di ricovero e riprende le normali attività nel giro di pochi giorni. Il laser verde offre un’immediata risoluzione dei sintomi e della minzione, il ricorso al catetere è per meno di 24 ore.
UNICO LASER CHE NON VIETA ANTICOAGULANTI Il laser verde (a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale in uso in 55 centri italiani con un totale di 3mila interventi) non causa alcun sanguinamento ed è l’unico strumento che consente di trattare l’oltre un milione di pazienti con gravi malattie cardiovascolari in cura con anticoagulanti e/o antiaggreganti, i quali ora possono essere operati in tutta sicurezza senza mai sospendere la terapia salvavita (come invece avviene con la chirurgia tradizionale e gli altri laser), un evento che li esporrebbe a seri rischi cardiocircolatori
PROMOSSO DA 99 PAZIENTI SU 100 “La giornata di Maranello”, precisa Ferrari, “ arriva a distanza di una quindicina di anni dal debutto in Italia di Greenlight (“il laser a luce verde") e a poche settimane da un approfondito studio al quale oltre a me hanno contribuito i colleghi Luca Cindolo, Paolo Destefanis, Claudio Dadone, Lorenzo Ruggera. Lo studio svolto su 367 pazienti di 6 centri ospedalieri italiani - Torino, Cuneo, Modena, Pordenone, Vasto e Chieti - ha dimostrato l’efficacia della metodica promossa a pieni voti dagli stessi pazienti operati e guariti. Ben 99 su 100 si sono dischiarati soddisfatti dell'intervento e dell’ immediata scomparsa dei sintomi (difficoltà a urinare, urgenza e frequenza minzionale, sensazione di incompleto svuotamento della vescica, ritenzione urinaria, bruciore alla minzione)”.
SESSO SALVO E ANCHE LA COPPIA “Greenlight”, continua il professore “non causa danni ai nervi dell’erezione e della continenza urinaria in quanto agisce all'interno della ghiandola prostatica non toccando la superficie (è come svuotare un'arancia lasciando inalterata la buccia), là dove scorrono i nervi deputati alla funzione erettile e a regolare la continenza”.
UN NUOVO GOLD STANDARD Spiega inoltre il professor Ferrari, tutor proprio per l'uso di questo laser (l’Hesperia è il primo centro per la formazione di altri urologi all’utilizzo del Green Laser in Europa) : “Scopo dell'incontro è quello di mettere a punto un nuovo Gold Standard (cioè, una prassi di riferimento del laser e delle sue procedure per il suo uso di routine ) che si pone come valida alternativa alla Turp (la resezione transuretrale della prostata), l’intervento fino ad oggi più praticato. A questo fine l'impegno è internazionale in quanto vi partecipano il dottor Fernando Gomez da Madrid (il primo al mondo a usare Greenlight), il dottor Vincent Misrai da Tolosa, il dottor Shahin Tabatabaei da Harvard e il dottor Enrique Rijo da Barcellona”.
A OGNI VOLUME LA SUA PROCEDURA Spiega Ferrari: “Il nostro laser al triborato di litio, che questi anni si è evoluto passando dagli originari 80 watt di potenza agli attuali 180, consente ora di trattare prostate di tutte le dimensioni eliminando quasi completamente l’intervento chirurgico a cielo aperto, quello con il bisturi e col taglio, e gradualmente soppiantando le tecniche tradizionali. Questa realtà ha portato a una tripartizione dell'uso di Greenlight”. Si ricorre alla vaporizzazione standard con prostate di volume fino a 50 grammi (una normale prostata è intorno ai 20); per volumi superiori ai 50 e fino a 80 grammi (la maggior parte dei pazienti) si pratica la vaporizzazione anatomica. Sono i due casi nei quali Greenlight si pone come diretta alternativa alla Turp. Quando il volume prostatico supera gli 80 grammi c'è l'enucleazione prostatica o GreenLep. Qui Greenlight si trova in competizione con altri due laser, quello all'olmio e quello al tulio”.
ANCHE MAXIPROSTATE “Il perfezionamento della metodica ha dunque reso possibile l'intervento laser anche su prostate di notevoli dimensioni, superiori ai 150 grammi, finora operabili solo con la chirurgia open invasiva e con complicazioni (fino al 20% di rischio emorragico). L’intervento mininvasivo si effettua per via endoscopica in anestesia spinale. La fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, vaporizza con estrema precisione solo l’adenoma senza toccare la capsula. L’azione selettiva dell’energia laser consente di irradiare il tessuto adenomatoso, che viene prima isolato (scollato) dalla capsula prostatica e poi vaporizzato con accuratezza millimetrica. L'impiego del laser verde elimina in modo completo e radicale il tessuto in eccesso, evitando il rischio di recidive e di sintomi irritativi (bruciore e urgenza post operatori ) risolvendo definitivamente l’IPB”.
328 MILIONI DI EURO IN FARMACI “L'ipertrofia prostatica benigna (IPB)”, conclude il professore, “è la malattia urologica maschile più diffusa. Con 400mila interventi all'anno si pone al secondo posto dopo l'intervento di cataratta (500mila ), che però colpisce entrambi i sessi mentre l'IPB interessa unicamente i maschi. Si registrano 14.854 ricoveri, una spesa per i farmaci di quasi 328 milioni di euro e 74.834 giornate di assenza dal lavoro. L’IPB incide pesantemente sulla qualità di vita con difficoltà a urinare, insopprimibile urgenza e aumentata frequenza minzionale anche notturna, e nei casi più gravi ritenzione urinaria, che impone il ricorso al catetere per svuotare la vescica”. Quando la prostata si ingrossa e ostruisce il passaggio dell'urina e i farmaci non sono più efficaci, bisogna asportare il tessuto in eccesso con un intervento chirurgico, che oggi conosce la sua espressione più aggiornata nella tecnica mininvasiva del laser "a raggio verde" Greenlight.

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