SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

ANOSMIA e integrazione di Omega 3

L’anosmia consiste nella parziale o totale perdita dell’olfatto. Questo disturbo può manifestarsi in forma temporanea oppure definitiva. Pur non compromettendo la salute, l’anosmia potrebbe determinare una riduzione di interesse per il cibo, ed annessi a ciò, problemi di dimagrimento, depressione e malnutrizione.

FotoSebbene sia decisamente meno pericoloso contrarre il Covid, non meno fastidiosi sono invece i postumi come ad esempio l'anosmia, ovvero la disfunzione olfattiva.

L'infezione con il nuovo coronavirus (COVID-19) è stata collegata alla disfunzione olfattiva di nuova insorgenza, spesso come unico sintomo di presentazione. In uno studio europeo multicentrico, l'85,6% dei pazienti con sintomi da lievi a moderati ha riportato iposmia o anosmia con recupero precoce della funzione olfattiva in poco meno della metà dei pazienti. Tuttavia, la patogenesi e la storia naturale della disfunzione olfattiva correlata a COVID-19 sono poco conosciute.

L'anosmia insorge più comunemente in associazione con malattia sinusale o disturbi post-infettivi o post-traumatici. In particolare, la perdita olfattiva è stata associata a una ridotta qualità della vita, tassi più elevati di depressione e persino un aumento del rischio di mortalità. Il recupero spontaneo è stato osservato in pazienti con disfunzione olfattiva post-infettiva, in genere per un periodo di mesi o anni, con circa un terzo dei pazienti che ha dimostrato un miglioramento significativo dopo un anno.

Uno dei primi centri a intraprendere una ricerca su questi aspetti è stato il Monell Chemical Senses Center (già il nome svela la mission) di Philadelphia in Pennsylvania (Usa) che di recente ha pubblicato i risultati di una revisione di 241 studi sulla perdita del gusto condotti tra il 15 maggio 2020 e il 1° giugno 2021. In totale risultavano così indagati 138.785 malati di Covid-19: tra di loro, 32.918 avevano riferito di una qualche perdita del gusto. Il 37 per cento. Traduce il primo ricercatore Mackenzie Hannum: «Praticamente 4 su 10 pazienti hanno perso in parte o in toto la capacità di sentire i sapori». Altri particolari: più colpite le persone di età 36-50 anni mentre le donne hanno accusato più spesso la perdita dell’odorato.

Le cause all’origine dell’anosmia/iposmia possono essere molto diverse e determinare una riduzione (parziale o totale) della capacità di percepire gli odori, che potrà essere temporanea o permanente.

Le condizioni più comuni e meno gravi sono il raffreddore, la sinusite e altre infezioni respiratorie virali acute o croniche, che causano infiammazione della mucosa nasale e/o dei seni paranasali e produzione di secrezioni nasali più o meno abbondanti e fluide.

Un altro problema associato ad anosmia/iposmia reversibili, caratterizzato da un’elevata prevalenza a livello di popolazione, è rappresentato dalle allergie respiratorie che causano rinosinusite od oculorinite allergica.

In alcuni casi, chi soffre di rinosinusite allergica moderata-severa sviluppa anche poliposi nasale. I polipi tendono a crescere fino a ostruire le cavità nasali e i seni paranasali (mascellare, frontale e, a volte, sfenoidale), causando difficoltà respiratorie, mal di testa e riduzione o totale perdita della capacità di sentire gli odori.

L’anosmia è, inoltre, spesso un sintomo di patologie neurodegenerative a carico del sistema nervoso centrale, come la malattia di Parkinson o di Alzheimer e la sclerosi multipla. Nella malattia di Parkinson, in particolare, la riduzione o la perdita della capacità olfattive può rappresentare un sintomo precoce, che può indirizzare la diagnosi prima che si manifestino altri sintomi clinici caratteristici.

Una riduzione più o meno rilevante della capacità di sentire gli odori è stata riportata anche in pazienti affetti da schizofrenia, tumori cerebrali, disturbi endocrini, diabete ecc. Un trauma a livello del naso o della testa può, invece, determinare una diminuzione dell’olfatto per ragioni meccaniche (alterazione dell’anatomia delle cavità nasali) oppure neurologiche (danni alle vie nervose che trasmettono gli stimoli olfattivi o alle strutture cerebrali che li ricevono ed elaborano).

Esistono anche cause iatrogene di anosmia legate a trattamenti utilizzati per la cura di altre patologie che secondariamente interferiscono in modo temporaneo o permanente con la funzione olfattiva. Rientrano in questa categoria:

• alcune terapie farmacologiche (alcuni chemioterapici, metotressato, sali d’argento, calcioantagonisti ecc.)
• interventi chirurgici a livello del naso (per esempio, per complicanze dopo asportazione di polipi nasali o correzione della sinusite)
• neurochirurgia per il trattamento di patologie dell’ipofisi o di tumori cerebrali
• radioterapia per tumori del distretto testa-collo.

Anche l’assunzione di alcune sostanze d’abuso (compreso il fumo di sigaretta) e l’inalazione di composti chimici tossici (gas o polveri, in particolare contenenti cadmio) possono determinare una riduzione totale o parziale della capacità di sentire gli odori. Molto raramente, l’anosmia/iposmia può essere congenita, come avviene nella sindrome di Kallmann (caratterizzata da mancata formazione dei bulbi olfattivi cerebrali e ipogonadismo da deficit dell’ormone di rilascio delle gonadotropine, GnRH) o nella malattia di Refsum.

La terapia di riqualificazione olfattiva sembra essere un'opzione terapeutica efficace per i pazienti con disfunzione olfattiva post-infettiva, in particolare per i pazienti che iniziano il trattamento entro un anno dall'insorgenza dei sintomi, ma richiede un periodo di intervento di almeno tre o quattro mesi. Varie farmacoterapie sono state studiate nel trattamento dell'anosmia post-infettiva, ma nessuna ha chiaramente dimostrato l'utilità, ad eccezione di un possibile beneficio per le irrigazioni nasali con steroidi in combinazione con la terapia di riqualificazione dell'olfatto. Più recentemente, l'integrazione di grassi polinsaturi omega-3 è emersa come una promettente farmacoterapia per la disfunzione olfattiva nei pazienti senza malattia sinusale.

I topi carenti di acidi grassi omega-3 dimostrano evidenza di disfunzione olfattiva e i topi che ricevono acidi grassi omega-3 hanno migliorato il recupero dopo una lesione del nervo periferico, che è stata collegata agli effetti neuroprotettivi mediati attraverso percorsi antiossidanti e antinfiammatori.

Negli esseri umani, un ampio studio trasversale ha rilevato che gli anziani con una maggiore assunzione di grassi nella dieta avevano una minore incidenza di compromissione olfattiva. Dal punto di vista clinico, i pazienti senza malattia sinusale che hanno ricevuto un'integrazione postoperatoria di acidi grassi omega-3 dopo chirurgia endoscopica endonasale della base cranica in uno studio di controllo randomizzato hanno dimostrato un tasso significativamente maggiore di ritorno della normale disfunzione olfattiva.

Fonte: ICH GCP Registro degli studi clinici negli Stati Uniti Sperimentazione clinica NCT04495816 - Aggiornato da: Alfred-Marc Iloreta, Icahn School of Medicine at Mount Sinai

Quale tipo di Omega-3 può essere il migliore per la anosmia?

Nella scelta di un integratore di olio di pesce specifico per la disfunzione olfattiva, è importante considerare quanto EPA e DHA contiene.
A tale proposito serve infatti calcolare l'esatto fabbisogno individuale giornaliero, tuttavia, la quantità di DHA ed EPA che contiene un integratore di olio di pesce non è sempre facile da scoprire come consumatore.

Alcuni marchi rinomati e di alta qualità presentano queste informazioni sull'etichetta o sul loro sito Web, ma altri elencano solo gli omega-3 totali.

Si consigliano integratori di olio di pesce che:

1) Siano derivati da piccoli pesci come acciughe e sardine pescati e non allevati
2) Sia privo di contaminanti come il mercurio
3) Sia in un involucro trasparente senza soia o lattosio, nel caso in cui tu abbia un'allergia o un'intolleranza.

Fonti

• GCP Registro degli studi clinici negli Stati Uniti Sperimentazione clinica NCT04495816 - Aggiornato da: Alfred-Marc Iloreta, Icahn School of Medicine at Mount Sinai
• Mayo Clinic – Loss of Smell (https://www.mayoclinic.org/symptoms/loss-of-smell/basics/definition/sym-20050804).
• ISS – Anosmia (https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/anosmia)
• NHS – Lost or changed sense of smell (https://www.nhs.uk/conditions/lost-or-changed-sense-smell/)
• Taste loss as a distinct symptom of COVID-19: a systematic review and meta-analysis - Chemical Senses
• Alterations in Smell or Taste in Mildly Symptomatic Outpatients With SARS-CoV-2 Infection - JAMA
• Self-reported Olfactory and Taste Disorders in Patients With Severe Acute Respiratory Coronavirus 2 Infection: A Cross-sectional Study - Clinical Infectious Diseases



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